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Impegno mantenuto: intitolata al prof. Lucio Zannolli l’aula di lingue della scuola media “G.G. Valignani”

È stata una bella giornata quella di oggi.

Il mondo scolastico locale, alla presenza delle autorità comunali, del Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, del rappresentante della Pro-Loco, di numerosi cittadini e soprattutto dei familiari dello compianto professor Lucio Zannolli, ha partecipato alla semplice ma sentita cerimonia di intitolazione dell’aula di lingue della locale scuola media proprio al dott. Prof. Lucio Zannolli.

A fare gli onori di casa, ovviamente, c’è stata la dirigente scolastica del nostro Istituto Comprensivo, la prof.ssa Concetta Tenaglia, accompagnata dalla sua eccellente fiduciaria e da docenti delle varie realtà scolastiche locali.

Nel rendere omaggio al nostro Lucio, all’amico di tutti i Miglianichesi, scrissi proprio su questo sito (il testo è ancora pubblicato nella sezione "Notizie") che avrei proposto di intitolargli un’aula della scuola nella quale aveva terminato la sua carriera di docente della scuola pubblica. In quello stesso testo avevo modestamente evidenziato i tanti motivi che sostenevano questa iniziativa, che ritenevo e ritengo doverosa e affettuosamente ineccepibile, come lo è il dire “grazie” a chi lo merita, subito, senza raffreddamenti. “Plus dat qui cito dat”. Il Consiglio d’Istituto, nelle scorse settimane ha accolto all’unanimità la proposta nelle forme consentite dalla normativa vigente.

Non vi erano in quella decisione, non vi sono nell’evento odierno meriti personali né tornaconti di singoli o gruppi. Questo è graniticamente certo. E così la cerimonia s’è potuta tenere proprio oggi, a poco più d’un mese dalla scomparsa del prof. Zannolli. In Italia le cose difficilmente si fanno così, con snellezza, senza sfruttare convenienze, senza restare impastoiati nella burocrazia nazionale, senza dover attendere i tempi che, a volte, rendono strumentali atti pur nobili, come accadeva e purtroppo accade nel programmare certe cerimonie proprio nell’approssimarsi di campagne elettorali di ogni livello. Vergogne del passato? Lo spero.

Comunque s’è fatto e nessuno ha potuto avanzare il petto per appuntarsi medaglie al merito.

Ma perché Dino convoca la giunta quando l’arch. Nardella non c’è?

Non è un mistero che l’adesione dell’arch. Antonia Nardella alla lista dei “progettisti” non fu dovuta ad altra simpatia che per Dino De Marco. Il loro rapporto di amicizia e consuetudine è solido a livello familiare perché antica è l’amicizia di Dino con il dott. Pantaleone Stella che della signora Nardella è il gentile consorte.

All’arch. Nardella, in forza non del consenso raccolto alle elezioni ma della sua personale fiducia, Dino affidò il delicatissimo assessorato all’Urbanistica. Quella fiducia l’ach. Nardella, stoicamente, l’ha puntualmente meritata ricambiandola con obbedienza e anche con il sacrificio di qualche magra figura in consiglio comunale. Il suo spirito di servizio, che merita perciò apprezzamento, l’ha fatta resistere al suo posto, benché la stessa deve essersi resa conto ben presto di trovarsi in una scombinata compagine, largamente diversa dal suo modo di pensare e di intendere la politica. E benché si sia trovata a impersonare, suo malgrado, la colossale bugia di questa amministrazione comunale: la promessa di adottare il nuovo PRG entro nove (9) mesi dal suo insediamento. Per la cronaca ne son passati più di 40. Ma di questo, onestamente, lei ha poche colpe.

Evviva, riapre la sala civica!

Dopo tanta attesa, dopo tante polemiche (giuste, tutte giuste) sui tempi, sui costi, sulla scelta di ristrutturare quel che forse era meglio demolire e riedificare, sulla omertà politico-amministrativa che ha evitato di parlarne e di spiegare quel che andava accadendo in quel pur centralissimo cantiere, è in arrivo l’attesa notizia: la sala civica riapre.

Certo non posso dire quando e con quale roboante manifestazione questa struttura verrà riconsegnata all’utilizzo dei Miglianichesi. Ma posso dire che la notizia deve essere imminente. E aspettiamo tutti il grande annuncio.

Ma che calendario adotta il sindaco?

L’Amministrazione Comunale, cioè il sindaco (gli altri in queste cose contano meno del poco che sono), ha fatto affiggere un pubblico manifesto con scritto in un bel rosso contornato “4 novembre”. E, sotto l’immagine che ritrae di tre quarti il monumento ai caduti, è posta una scritta tricolore “Il ricordo dei caduti in guerra ci stimoli a lavorare ogni giorno per la pace”.

Belle parole, non c’è che dire. Ma manca il titolo o, se vogliamo lasciare come titolo “4 novembre”, manca il nome della festa che s’annuncia, cioè la “Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”. Una dimenticanza? Può darsi, nella fretta di tante scadenze può succedere.

Gli ultimi fuochi?

L’immagine che accompagna questa riflessione l’ho scattata da casa alle 19,39 di domenica 28 ottobre 2012. E’ uno degli ultimi mortai accesi nel cielo di Miglianico a conclusione della tradizionale Festa della Venuta di San Pantaleone. Simbolicamente potrebbe - molti sperano che sia così – essere l’ultimo lampo di un Comitato Feste che ha deluso. Come un allenatore che eredita una squadra abituata a vincere, presidente, vice e sottocapi vari di questo Comitato Feste 2012, hanno portato la squadra alla retrocessione o nei suoi paraggi. Questo è il giudizio che vado raccogliendo in queste settimane e che conferma quello che è stato espresso nei non pochi mesi passati.

Nessuno però può permettersi di giudicare l’impegno gratuito e appassionato di chi nel Comitato Feste svolge la lodevole funzione di far la questua, casa per casa, per ben tre volte l’anno, se non addirittura qualche volta in più se serve. Ho fatto il questuante per alcuni Comitati Feste e so cosa significhi, quindi apprezzo e lodo tutti quelli che lo fanno, soprattutto quelli che, come me e tanti altri l’han fatto, operano senza neanche comparire sull’elenco del Comitato Feste.

Ma il festeggiato dov'è? Ingannevole il manifesto o arditi comunicatori i capi del Comitato Feste?

Ci sono tante cose più importanti, lo so. Ci sono drammi e disgrazie che questa crisi etero-diretta ci sta facendo piovere addosso. Ci sono dolorose storie personali che ci angosciano ogni giorno, lo so. E so anche che ci sarà il signorino di turno che con la sua demagogia in saldo proverà a replicare così, riempiendosi la bocca di bei sermoni. Otterrà solo di farsi riconoscere per quel che è: un cretino! 

Lo so dunque che ci son cose importantissime. Ma anche le cose di minore importanza hanno la loro importanza. E vanno dette. Questo non cambierà il mondo. Ma non si può sempre tacere per calcolo di eventuali reazioni o per evitare accidenti d’altro genere.

Il manifesto che annuncia la Festa della Venuta di San Pantaleone è sconcertante (non ho trovato un termine più elegante, chiedo scusa).

Pellegrini sulle vie della devozione a San Pantaleone: Lucca e Pieve d’Elici (16 e 17 giugno 2012)

Prosegue il pellegrinaggio che la “Confraternita di San Pantaleone” di Miglianico ha intrapreso tre anni fa e che porta i devoti del Santo Patrono sulle tante, tantissime tracce che nel mondo raccontano una storia bi-millenaria di venerazione.

La tappa del 2012 è stata fissata in Toscana, nella splendida Lucchesia, terra che molti Miglianichesi , fino a pochi mesi fa probabilmente ritenevano priva di testimonianze dedicate al Santo Medico, nato e martirizzato nella lontana Nicomedia, ove, ignaro del prossimo baratro epocale, prosperava l’impero Romano d’Oriente.

Il pellegrinaggio di San Pantaleone alle Piane

L’emozione non cammina più su ciottoli polverosi e sulla terra battuta di antiche strade di campagna ma non probabilmente non muta d’intensità.

La Comunità Parrocchiale di Miglianico, all’inizio di questo millennio, ha ripreso la tradizione della solenne traslazione del simulacro di San Pantaleone dalla Chiesa di San Michele Arcangelo, posta sul colle più alto di Miglianico, giù lungo la via che esso percorse all’inverso in cerca di degna sede, dopo la distruzione dell’originaria sistemazione nella striscia di fertilissima terra che è accarezzata dal Foro e chiusa dai ripidi crinali dei colli ortonesi che vanno verso il mare, in quella Contrada denominata non a caso Piane San Pantaleone. L’attuale chiesetta non porta traccia delle antiche presenze né ricalca precedenti siti, ma la devozione popolare, la disponibilità degli abitanti e la tenacia di don Vincenzo Pizzica, di venerata memoria, l’hanno fatta sorgere vicino alla fornace ove fu celata la statua durante l’invasione turca che devastò coste e valli della nostra zone a metà del XVI secolo.

A sette anni dalla morte di don Vincenzo

Sento ancora la sua voce,  lo vedo compiere i suoi gesti, inconfondibili, sull’altare, in sagrestia, all’armonium, lungo la navata della Chiesa, nei meandri della casa parrocchiale, in giro per Miglianico. Sono trascorsi sette lunghi anni da quando, all’alba dell’11 ottobre del 2005, solennità della Mater Populi Teatini, don Vincenzo è tornato nella Casa del Padre ma sembra che questo tempo non sia mai neanche iniziato. E’ vero, vedere con gli occhi del cuore non è vedere la realtà. Ma quanta realtà davanti ai nostri occhi ci parla di don Vincenzo. Quante cose ci raccontano la vicenda straordinaria di un uomo di fede e di opere, un tipo di prete che non era facile incontrare allora e che non sarà facile incontrare nel futuro.

Il mio don Vincenzo non se ne andrà mai.

Tutta la mia infanzia, tutta la mia giovinezza, tutta la mia vita, fino al giorno del suo ricovero, sono stati giorni con lui come Parroco, guida amorevole ma discretissima, consigliere puntuale e lungimirante, uomo dalla cordialità gratuita anche se velata dalla una gran timidezza. Il mio ultimo incontro con lui è stato in ospedale. Non poteva parlarmi ma intendeva bene quel che dicevo. Gli chiesi se aveva avuto paura. Ho avvertito un cenno come un sì. Ma poteva aver paura di quel disagio, che non gli lasciava spazio per il suo fare, il suo incessante fare. Della morte non aveva paura. Questo era scritto nei suoi occhi. Gli dissi che gli volevamo tutti bene e che pregavamo per lui.  Lo salutai come avevo fatto con Papà, baciandolo sulla fronte, mai toccata prima, che mi è rimasta sulle labbra, liscia, rotonda, serena.

Omaggio a Lucio Zannolli

Dio ha scelto per lui il giorno di San Francesco d’Assisi per aprirgli le porte dell’eternità. 

Lucio Zannolli, Lucio, semplicemente Lucio come tutti lo abbiam sempre chiamato, ha iniziato il Suo viaggio più bello nel giorno del Santo Patrono d’Italia ma anche del Santo poverello. Il Buon Dio ha scelto per lui un giorno di così grande significato.

Ho sperato che potesse farcela ma avevo capito che non l’avrei più rivisto.

Piano Regolatore Generale. Il vocabolario aiuta

Carissime e Carissimi,

uno dei temi più frequentemente elencati nei programmi di tutti i sindaci e di tutte le liste in occasione delle elezioni comunali è il Piano Regolatore Generale. Cosa sia il PRG è noto ai più e nulla ormai importa il dibattito che allora ci fu sulla accettabilità del fatto che lo Stato potesse intervenire così decisamente su certe materie. Ma non tutti riflettono su alcuni aspetti attualissimi di rilevante importanza.

Infatti il PRG è il vero progetto di sviluppo del territorio, il programma strategico di chi amministra un comune, è lo strumento complesso che decide il futuro non tanto delle singole parti dell’ambito comunale ma soprattutto delle iniziative economiche, della posizione che il Comune intende assumere rispetto al territorio, delle idee di residenzialità, della vivibilità di una località e dei servizi che la rendono concreta. In esso c’è, o comunque ci dovrebbe essere, l’idea che del futuro di una intera Comunità locale hanno un sindaco e la sua maggioranza. In esso vi devono essere le regole che  garantiscono equità tra i Cittadini, trasparenza dei percorsi, parità di opportunitànella valorizzazione delle singole parti del territorio.

"I contadini sono benestanti": così il sindaco rifiuta la proposta di riduzione della Tarsu

«I coltivatori diretti di Miglianico sono benestanti, non hanno bisogno di riduzioni»: la sconcertante risposta del sindaco ad una proposta di “Viva Miglianico Viva”

Il gruppo di opposizione aveva chiesto sconti del 15% e del 10% per la Tarsu da applicarsi ad alcune tipologie di immobili ad uso agricolo e per famiglie di pensionati, mentre l'amministrazione chiede il rimborso anche di 50 euro di consumazioni al bar del Golf Club

 

Miglianico, 29 settembre 2011

 

Per il sindaco di Miglianico, Dino De Marco, a capo di una variopinta coalizione di sinistra-destra-centro, i coltivatori diretti del paese non posso vedersi applicare alcune riduzioni della Tarsu in quanto, secondo la sconcertante dichiarazione fatta in Consiglio comunale, essi sarebbero «tutti benestanti, quindi possono pagare le tasse per intero»: così il primo cittadino ha risposto alla proposta, formulata tramite una mozione d'indirizzo firmata dai consiglieri di opposizione Gianleo D'Ercole, Marco Almonti, Federico Anzellotti ed Amedeo Santalucia, di applicare alcuni sconti alla tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani per alcune tipologie di immobili ad uso agricolo.

Il presidente del Consiglio comunale lavorava in nero al golf

Il presidente del Consiglio comunale e delegato al golf lavorava in nero nella struttura sportiva: multato dall'Ispettorato del Lavoro, è stato assunto!


Il gruppo di opposizione chiede le dimissioni di Lorenzo Antonelli dal suo incarico

 

Miglianico, 8 novembre 2011

 

Il 23 luglio scorso l’Ispettorato del Lavoro di Chieti, dopo ripetute verifiche, ha “pizzicato” il presidente del Consiglio comunale di Miglianico, Lorenzo Antonelli, a lavorare dietro il banco del bar annesso al Golf Club. Per questo, gli ispettori hanno elevato alla struttura, di proprietà comunale, una multa di 5.000 euro che il titolare del bar, concessionario del Comune, ha dovuto sborsare, e hanno disposto la chiusura dell’esercizio per venti giorni. Per sanare questa irregolarità, che avrebbe impedito lo svolgersi di cene e cerimonie di vario tipo, già previste, lo stesso presidente Antonelli, che tra l'altro detiene al delega al Golf, è stato addirittura assunto dall’esercente del bar-ristorante per un periodo di due mesi in modo da evitare la chiusura.

Caro ministro Gaspari

Caro Ministro Gaspari,

voglio chiederTi scusa per il comportamento irriconoscente dell’Amministrazione Comunale di Miglianico, la mia amatissima Cittadina. Nel momento solenne del saluto che l’intera Comunità abruzzese e tanta parte delle istituzioni nazionali Ti hanno giustamente tributato, Miglianico - cioè il sindaco e l’amministrazione comunale -  si è dimenticata di Te, chissà, forse si è vergognata di Te.

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