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La letterina del sabato 8 aprile 2023

Care Amiche e cari Amici,

siamo alla vigilia di Pasqua e avevo immaginato di poter dedicare questa Letterina interamente agli auguri. La Pasqua di Resurrezione di nostro Signore, Gesù Cristo, non è una festa qualunque. È il centro, la base essenziale, il fondamento della fede. Se non crediamo alla resurrezione, alla vita che vince la morte, all’Amore che ci ha creati per la vita eterna, il resto non sarebbe altro che credenza, forse filosofia di vita, rappresentazione artistica, quella “religio” che per gli antichi Romani era una superstizione, perlopiù folclore popolare come sono certe processioni pur se molto rinomate. Invece noi aspettiamo la Pasqua sapendo che è la vera festa, la festa più importante. Come tale la vogliamo vivere per quel che è veramente. Per quel che veramente è la vogliamo augurare a tutte le persone care, a quelle che non ci vogliono bene, a quelle che non riescono a respirare l’eternità della resurrezione e a a chi non sa gioire serenamente della Pasqua. 

 

Come accennato prima, questa Letterina non può fermarsi qui. Ci sono altre cose che è giusto condividere ora con i miei eroici ventitré Lettori senza attendere il nostro prossimo appuntamento perché alcune sono bellissime,

Ad esempio c’è da ricordare quanto sia stata bella la serata degli “Incontri in Comune” di lunedì 3 aprile scorso, dedicata alla poesia. Il dono atteso c’è stato ed è stato un gran bel dono. 

Poi c’è da sottolineare come ieri sera la processione del Venerdì Santo sia stata alquanto affollata, non affollatissima, e come sia stata anche ordinata. Mancava uno dei simboli che abbiamo visto negli anni passati, la grande croce che veniva portata da gruppi a causa della sua imponente misura e del suo peso non trascurabile. Cominciano a mancare gli orchestrali e i cantori. I Concittadini che hanno suonato ieri sera meritano lodi e gratitudine ma forse son pochi soprattutto se si considera che sicuramente ci sono altre ed altri che sanno suonare e possono dar manforte alla nostra Orchestra del Venerdì Santo. Così anche il Coro, che è assolutamente straordinario nelle celebrazioni ma certo non è imponente come numero di cantori se collocato in una processione di certe dimensioni. È vero, il coro dovrebbe guidare il canto e non fare da solo. Ed è vero che in processione non si pretende la polifonia che viene garantita in modo mirabile in chiesa. Però se uno non conosce il Miserere e la Marcia funebre che vengono eseguiti durante la processione è scoraggiato dal cantare. Si può pensare di fare prove mirate alla preparazione dei canti del Venerdì Santo e di invitare ad esse quanti più Cittadini possibile. Si può pensare anche ad altro, come al fatto che in di avere ancora quasi un anno per provare far qualcosa o al lasciar le cose come sono perché, in fondo, un’Orchestra ed un Coro li abbiamo. E non è affatto poco.     

Soprattutto c’è da dare ai miei ventitré Lettori una notizia bellissima. Massimo Sulpizio, il mio Amico Massimo, il Massimo Sulpizio Amico di tutti noi è tornato in Consiglio Comunale. Il suo intervento nel quale ha ripetuto più volte di abbracciare tutti, consiglieri di opposizione e di maggioranza e tutta la nostra Comunità, ha aperto in modo emozionante la seduta del 4 aprile scorso. È stato meraviglioso. Mi piace sottolineare la netta differenza che c’è tra Massimo Sulpizio, col suo modo di vivere l’esperienza politico-amministrativa, e quelli dell’insieme-che-divide, col loro modo di approcciarla: Massimo abbraccia, loro dividono. La passione di Massimo, la sua generosità civica, la sua capacità di essere Amico leale, sempre pronto e disponibile, hanno vinto nemici subdoli e terribili che avrebbero atterrato tanti di noi. È un fatto meraviglioso ed anche esemplare per tutti noi pigri, svogliati, rinunciatari e facili alla critica da telefonino. Nelle immagini, che ciascuna persona di buona volontà può vedere sul profilo fb del Sindaco, si scorge anche la commozione che ha accompagnato l’applauso tributato dall’intero consiglio comunale a Massimo. Per fortuna c’è ancora umanità e, per nostra fortuna, alberga anche nella Casa dei Miglianichesi. Subito dopo, nel fare le sue comunicazioni, il Sindaco, Fabio Adezio, ha annunciato l’avvio di incontri sia in Municipio con gli eletti sia in giro per contrade e centro abitato con i Cittadini per condividere non solo il gran lavoro fatto in questi tre anni segnati dalla pandemia ma soprattutto le tante ed importanti cose già programmate e progettate, che attendono di essere avviate alla loro realizzazione. Il Sindaco attende consigli, suggerimenti, capacità di comprendere e di tracciare a più mani le linee del futuro prossimo di questa Comunità locale. È una buona notizia, eccellente se diventerà realtà prima possibile. Stavolta alle comunicazioni del Sindaco non sono seguite le polemiche alle quali abbiamo assistito in precedenti consigli comunali. Sono arrivate al punto successivo, quando c’è stata l’interrogazione del gruppo di minoranza. Il tema era quello degli assegni post-datati trovati dal Sindaco Adezio all’atto del suo insediamento nel giugno del 2014. La vicenda, benché sanata successivamente, è stata lanciata e rilanciata negli ultimi consigli comunali fino ad arrivare alla formulazione dell’interrogazione consiliare letta in aula dal consigliere Fabrizio Papponetti. Il Sindaco, nella sua risposta, ha sottolineato che quello è stato uno degli elementi simbolici del grave e confuso stato di indebitamento nel quale il nostro Comune versava a quel tempo, un indebitamento superiore a 1,2 milioni di euro completamente ripianato poi dalla maggioranza di “Miglianico Cambia” con largo anticipo sui tempi previsti e con il raggiungimento negli ultimi esercizi addirittura di un discreto attivo di bilancio. La discussione, animata dal capogruppo dell’insieme-che-divide, l’Amico Carlo Biasone, ovviamente non ha riguardato aspetti tecnici di bilancio ma il rimpallo di responsabilità e di posizioni che hanno dimostrato ancora una volta quanto deleterio e duraturo sia stato e ancora sia l’effetto divisivo introdotto nella nostra Comunità dagli strateghi dell’insieme-che-divide. 

Infine c’è un’altra buona notizia che avrei voluto donare ai miei ventitré Lettori: l’annuncio che la Festa di San Rocco si farà. Oggi posso dare solo una mezza buona notizia, anzi una speranza più che una novità. Tra attese, curiosità, inevitabili stilettate polemiche e sciatta indifferenza si sta affacciando più di una possibile soluzione. Non si tratta di avere il Comitato Feste 2023: per quello i volontari non ci sono ancora. Potremmo però avere una iniziativa spontanea per organizzare la sola Festa di San Rocco, nella sua data canonica, la terza domenica di aprile, cioè il 23 prossimo, almeno nella modalità e con il programma che abbiamo conosciuti negli anni più recenti prima della Pandemia, cioè sparo di bombe al mattino, le Sante Messe della Domenica, mercato in piazza e giro della banda per le vie del centro. Per uno dei gruppi che si intravedono o che sono diversamente annunciati si tratterebbe di racimolare, in modalità “passaparola”, tra i 1.000 e i 2.000 euro, probabilmente ne potrebbero bastare anche poco più di mille. Una iniziativa del genere, sicuramente lodevolissima e degna di mille e mille ringraziamenti, non può costituire né la soluzione per il resto dell’anno corrente né tantomeno un modello ripetibile, perché non possono essere 20/30 persone di buona volontà che si autotassano a fare la festa per una intera comunità. Se così fosse sarebbe la fine della nostra tradizione locale, la negazione dello spirito della festa popolare, l’esautorazione ingiustificabile dei veri responsabili delle Feste (non il Sindaco né la Pro Loco, ndr.) e la nascita di una nuova categoria sociale: i fessi. Eh si, proprio loro, dopo essersi caricati tanta spesa e tanta organizzazione, rischierebbero non solo di esser lasciati soli ma, chissà, anche di essere mal visti da chi potrebbe giudicarli in quel modo squallido che tante volte è stato tradotto in: “Se le fanne caccose ji va ‘n zaccocce o caccose ji serve. Nisciune fa nijende pi njende”. 

Speriamo invece che qualcosa accada davvero, che la Festa di San Rocco si faccia, che riesca bene e che la Santa Pasqua di Resurrezione sia buona per tutti facendo tutti più buoni.

 

Buona Domenica

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