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La letterina del sabato 17 dicembre 2022

Care Amiche e cari Amici,

la previsione era così facile che sarebbe inutile ricordarla. L’accensione dell’albero di Natale in piazza, fatta domenica scorsa, ha acceso anche le polemiche, le solite. In verità il pentolino sobbolliva già prima, quando l’albero ancora non si vedeva in fase di allestimento come è sempre accaduto sia con quello tradizionale sia con quello realizzato magistralmente dalla nostre Signore Uncinettine, che, è giusto ricordarlo o farlo sapere a chi non lo sa, hanno fatto scuola, hanno ben seminato, hanno dato un esempio che anche quest’anno è stato seguito in più di un Comune. 

La particolarità delle polemiche correnti è stata che si sono allargate.

 

Dalla protesta delle signore che dicevano “l’albero ha da tené le palle” (sic) si è passati alla scoperta che quest’anno non sono state accese altre luminarie da parte né della Pro Loco né dell’Amministrazione comunale. Apriti cielo. Ho ascoltato tutto il repertorio delle lamentazioni, manco fosse scoppiato il colera. Però ci sta. Dopo la pandemia anche i Miglianichesi hanno perso l’abitudine di informarsi e soprattutto quella di riflettere prima di lanciarsi in qualsivoglia tipo di protesta e di invettiva contro “il potere” locale. Nessuno cambierà idea ora. Però si poteva riflettere un attimino prima. Personalmente ho fatto come sempre: ho chiesto. L’avvocato Tommaso Palmitesta, brillante consigliere comunale e instancabile dirigente della Pro Loco, mi ha spiegato che l’Amministrazione comunale semplicemente ha accolto l’invito del Prefetto di Chieti che ha chiesto a tutti i Sindaci della nostra provincia di non accendere luci anzi di spegnere quelle pubbliche a una certa ora perché le bollette aumenteranno di molto e di soldi non ce ne sono davvero tanti nelle casse dei Comuni come in quelle di molti Cittadini. Abbiamo constatato tutti che alcuni Comuni hanno deciso di non ascoltare il Prefetto, così come non pochi Concittadini hanno illuminato le proprie case come e forse più dello scorso anno. Altri no. Non certo per distinguersi in modo snob. 

Il fatto, che non è certo un dramma, contiene alcuni aspetti che vanno tenuti nella debita considerazione. Chi protesta ha una giustificazione: quel che, su mia cortese domanda, altrettanto cortesemente mi ha detto il consigliere comunale Tommaso Palmitesta evidentemente non è stato né detto né spiegato ai Cittadini prima dei fatti. Così si è lasciato ognuno aggrappato non ai fatti ma al proprio disinformato punto di vista. C’è poi l’aspetto commerciale, che può esser diversamente valutato perché al presunto abbandono del centro abitato da parte dell’Amministrazione comunale, che lo ha lasciato senza luminarie, si affianca la mancanza di organizzata coesione degli commercianti. Questi ultimi hanno dalla loro una ragione oggettiva: sono troppo pochi per animare qualsiasi cosa che non sia limitata alla propria vetrina. 

C’è anche un aspetto che quelli vanno protestando non devono aver considerato. Il Comune potrebbe addobbare a festa il paese mettendo in conto un prossimo aumento delle tasse. Mi sono chiesto e chiedo: assodato che ci son quelli che parlano e sbraitano ma le tasse non le pagano, sarebbe poi giusto aggiungere anche solo 10€ di tasse comunali a chi ha una pensione di 5/600€ per fare addobbi che durano 2/3 settimane e non aggiungono servizi o benefici ai pensionati? 

Infine l’aspetto più importante perché è anche il più serio e duraturo: tra i devastanti effetti divisivi introdotti dall’insieme-che-divide, quelli non meno sconquassanti portati dalla pandemia e quelli sopraggiunti delle sempre più diffuse difficoltà economiche di non pochi Concittadini, la situazione che abbiamo davanti agli occhi è quella di una comunità che prova a ripartire ma stenta a farlo. Non si risolve nulla né protestando né scaricando colpe su singole vicende occasionali. Occorre un supplemento di buona volontà da parte di tutti, a cominciare dalle persone di buona volontà.

Tra gli elementi che confermano questa veloce analisi pre-natalizia c’è quello delle presenze registrate agli “Incontri in Comune” che vengono organizzati lodevolmente dal “Gruppo comunale per la promozione della cultura presieduto dall’ottimo professor Antonello Antonelli. I primi due incontri hanno registrato una buona, molto buona affluenza se si considerano le condiziono che si conoscono qui e altrove. Ma che numericamente si tratta di presenze ancora al di sotto della media registrata dagli incontri organizzati qualche anno fa, sempre dallo stesso Gruppo e con le stesse finalità, presso la Casa delle Monache. 

Questa nuova serie di appuntamenti culturali è ancora in fase di rodaggio però va ricordato che certi eventi si perdono se non si partecipa, non ci sono repliche in tv. Quello svoltosi lunedì scorso, sul Galateo della tavola e sulle tradizioni gastronomiche delle feste, condotto dal vice presidente dell’Accademia Italiana della Cucina, Mimmo D’Alessio, è stato davvero molto interessante ed ha suscitato nei giorni seguenti non pochi rimpianti da parte di chi, anche per validi motivi, non ha partecipato. 

Lunedì prossimo, 19 dicembre, sempre alle 20,45 e sempre presso la sala consiliare del Municipio, ci sarà una serata dedicata ai “Simboli e arti del Natale”. Relatore d’eccezione sarà il nostro Parroco, don Gilberto Ruzzi, che, come molti sapranno, oltre che per la sua attenta cura pastorale di questa nostra Comunità parrocchiale, è apprezzato nell’intera Diocesi e non solo per la sua straordinaria capacità di fare catechesi attraverso le più celebri o anche le meno conosciute opere d’arte sparse in tutto il mondo. Dunque è un altro appuntamento da non perdere. 

Non limitiamoci alla diffusione di messaggi ufficiali e personali, al semplice passaparola affidato ai nostri canali social, alla autoconvinzione che alla fine ci penseranno altri a informare o a ricordare. Chiedo a tutti, in particolare ai miei eroici ventitré Lettori di aggiungere un efficace passaparola diretto, non mediato da strumenti tecnologici, fatto a voce, casomai aggiungendo la disponibilità a passarsi a prendere o a incontrarsi per andare in compagnia o anche ad accompagnare qualcuno che da solo non potrebbe muoversi. Il tempo che si dedica a questo è poco, come quello che si utilizza per lanciare messaggi senza parlarsi né vedersi. Però vale di più, anzi è un tempo ben speso perché è un tempo a misura d’uomo, quello che scandisce il ritmo di ogni buona attività in ogni bella comunità. 

Buona Domenica.  

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