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La letterina del sabato 12 novembre 2022

Care Amiche e cari Amici,

ieri sera è iniziata gioiosamente la tre giorni di “Novello e Castagne” organizzata dalla nostra eccezionale Pro Loco. È oggettivamente presto per fare un consuntivo. Ogni giorno è sempre il tempo per dire grazie alla Pro Loco, al suo Presidente, ai suoi Dirigenti ed a tutti quelli che, senza avere altro ruolo che un sano e spassionato spirito di collaborazione, si adoperano per far sì che anche questa manifestazione riesca al meglio. Così facendo, le Concittadine e i Concittadini impegnati in una tale sfida organizzativa ci danno un semplice ma grandissimo esempio: fare bene per il bene comune, senza chiacchiere e polemiche. È questo il significativo esempio che danno a tutti noi. Ciascuno di noi, riponendo il proprio inutile orgoglio, da questo esempio vivo e concreto può trarre spunto ed energia per fare qualcosa, cioè per fare la propria parte in ogni settore della vita civile locale: qualcosa che è amore per la propria Comunità. È questo il messaggio che noi Miglianichesi dobbiamo saper cogliere tra il profumo delle caldarroste e il gusto delle tante cose buone che sono a disposizione dei visitatori di “Novello e Castagne 2022”.

 

Probabilmente da qui alla fine dell’anno, comprese le festività natalizie, ci sarà ancora qualcosa. Poi dovrà esserci davvero il tempo della riflessione, della riorganizzazione, della programmazione di quanto si potrà fare nel 2023. Che sarà un anno da vivere tutto intero senza più la cautela, direi anche l’incubo di nuove o di altre restrizioni legate alla pandemia. Sarà un ritorno ad una normalità, una nuova normalità, mai uguale a quella vissuta prima, per tutta una serie di motivi che ben sappiamo. Occorre avere chiara una prospettiva che va pensata e organizzata senza trascinamenti e senza mai abbassare o distrarre lo sguardo perdendo di vista il passato e non riuscendo a guardare verso il futuro. 

Vengo a cose meno nobili. L’opposizione, in settimana, sgarrando sui suoi tempi abituali, quelli dell’approssimarsi di feste e ricorrenze, ha provato ad accendere un polemichetta sulla riapertura del centro di raccolta dei rifiuti, una realtà operativa “inventata” dall’Amministrazione comunale che l’aveva poi realizzata presso l’ex-mattatoio (nome che, qui a Miglianico, storicamente suscita polemica…). Quel che resta dell’insieme-che-divide è riuscito a fare l’ennesima brutta figura e ha anche ripreso una delle stucchevoli tradizioni ereditate dallo scolorito “Progetto Miglianico”, protagonista del peggior quinquennio amministrativo della nostra storia locale: l’autogol. Nelle polemiche social lanciate da quel che resta dell’opposizione, seguite al giusto annuncio del Sindaco sulla riapertura di quella struttura. è comparsa una constatazione, più che una frecciata. L’ha fatta il presidente del Consiglio Comunale, l’Amico Mimmo Cicchitti, che, a un certo punto della diatriba (secondo la narrazione delle mie sentinelle social), ha notato come chi scrive sul profilo fb dell’insieme-che-divide evidentemente va per conto suo, quindi è persona “altra” rispetto al gruppo consiliare. Infatti, sottolineava Mimmo Cicchitti nel puntualizzare alcune cose agitate da un consigliere di minoranza, chi ha scritto e gestito la polemica avrebbe dovuto sapere certe cose e ben conoscere l’iter amministrativo della riapertura del centro rifiuti. Avrebbe dovuto se fosse stato un consigliere di minoranza o se fosse in contatto con almeno uno di loro. Pare che così non sia. C’è - ci sarebbe - un ghostwriter di sé stesso e non del gruppo intestatario del profilo social. Misteri dei non-gruppi! Mistero ovviamente non spiegato da chi scrive i posto sul profilo fb dell’insieme-che-divide. Mi rivolgo a chi dovrebbe comprendere certe cose e che, comunque, ha precise responsabilità, cioè al mio Amico Carlo Biasone,. Infatti, fino a prova contraria, è lui il capo di quel non-gruppo. Vabbè che “#parlaconcarlo” era già un bluff quando è stato lanciato e tale si è rivelato da subito. Ma almeno tra di loro quelli dell’insieme-che-divide dovrebbero parlarsi e “parlareconCarlo”. Dovrebbero farlo comunque prima di fare certe uscite barbine. Sennò va a finire che “altri” fanno i danni e il mio Amico Carlo si prende la colpa di tutto. Il che alla fine sarà pure giusto ma un po’ dispiace per chi gli è Amico.  

Lascio la landa desolata dell’insieme-che-divide e torno a cose molto nobili. 

Chiudo con un saluto carico di affettuosa gratitudine di grande simpatia. La settimana scorsa la saracinesca del negozio è calata per l’ultima volta ed ha certificato la chiusura di “Centro Scuola”, in via Martiri Zannolli, quella che per me era e resterà l’edicola della signora Carla. Per chi ha lavorato come apprendista giornalista in una bottega prestigiosa e carica di grandi insegnamenti non solo professionali quale quella de “Il Tempo”, parlare di edicola significa parlare di giornali. Più in generale, la carta stampata, sia essa quella di un libro, di un periodico o di un quotidiano è un elemento che, quando lo si utilizza per la lettura, diventa unità tridimensionale, un corpo unico con il lettore. Insomma un’edicola non è un semplice negozio, è qualcosa di speciale. L’acquisto e la lettura del giornale è un rito, lo è sempre stato. Lo resterà fin quando ci saranno i giornali. Il “tempio” di questo rito non c’è più in centro, almeno per ora. È stato un luogo legato a bellissimi ricordi. Non so se qualcuno avrà passione e coraggio imprenditoriale per riaprirlo qui in centro o se sarà destinato ad essere solo un ricordo e poi, forse, un rimpianto. Dicevo di bellissimi ricordi. Il ricordo va a Gemma Spada, indimenticabile personaggio della nostra Miglianico, e, dopo di lei, alla carissima Loredana Antonelli che ne ereditò l’attività negli ultimi decenni del secolo scorso. Quelle edicole - la stessa ma non sempre nello stesso posto - erano anche luoghi di incontro, di dibattito, di grande passione e di speciale simpatia personale, non solo di acquisto e di furtiva consultazione delle riviste. La signora Carla Cermignani Di Mascio è stata l’ultima protagonista di questa storia fatta di una ritualità carica di emozione. In questi anni lei ha riempito quel luogo con il suo inconfondibile tratto umano fatto di una grande cordialità illuminata da un sorriso sempre dolcissimo. In quella sua già indimenticabile edicola non ho mai sentito alzare la voce, mai agitare una protesta, mai ho avvertito una tristezza, mai ho trovato una polemica. Come tutti, sono entrato con la porta spalancata dal sorriso e sono uscito accompagnato dalla gentilezza. A Carla e a suo marito, il carissimo Peppino Di Mascio, con il nostro sincero grazie per tutto quel che ci hanno donato anche come esempio di bella educazione, va l’augurio di tanti e tanti giorni di serenità e di gioia.

Buona Domenica.        

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