La letterina del sabato 15 ottobre 2022
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- Pubblicato Sabato, 15 Ottobre 2022 03:04
- Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,
è andata molto bene la prima “Festa dei Borghi ospitali” che abbiamo potuto vivere sabato scorso grazie all’impegno di tanti e soprattutto della nostra super Pro Loco. La novità dell’iniziativa, la curiosità di voler conoscere meglio questa associazione e il bel tempo hanno fatto sì che la serata sia stata affollata, ricca di profumi, piena di sapori e colorata di gioia.
Restano da vivere altri due appuntamenti. La Festa della Venuta di San Pantaleone ci sarà, com’è tradizione, l’ultima domenica di ottobre grazie all’impegno del Comitato Feste presieduto da Giuseppe Volpe. A novembre, poi, tornerà una tradizione più recente ma già consolidata quale è quella di “Novello e Castagne” dove, ancora una volta, la regia e il lavoro organizzativo saranno garantiti dalla nostra impareggiabile Pro Loco, presieduta da Nicola Santalucia.
Questi due importanti appuntamenti spero non distraggano l’Amministrazione comunale dall’intento di riprendere una tradizione appena avviata qualche anno fa e poi interrotta soprattutto causa pandemia, ma non solo. Parlo degli incontri del Sindaco e dei nostri amministratori con i Cittadini. Sono ormai tantissime le cose che devono essere raccontate, spiegate, annunciate e anche fatte oggetto di confronto. Non si può rinviare ancora. A meno che non si voglia cancellare questa modalità di comunicazione con ciò stesso eliminando il valore che questa iniziativa aveva meritato quando è stata messa in atto. “Miglianico Cambia” smentirebbe se stessa. Il che aprirebbe scenari decisamente nuovi.
Gli incontri con i Cittadini probabilmente non consentiranno quell’approfondimento politico che da tanti anni non si fa qui a Miglianico dove da altrettanti anni manca un confronto e anche solo una serena attività di organizzazione e proselitismo partitico. Il risultato macroscopico delle ultime elezioni, sia quelle politiche del 25 settembre scorso sia anche le regionali del 2019 per certi versi, è stato quello che andrebbe meglio analizzato e capito. Miglianico in queste ultime due occasioni, ha offerto candidati di valore ma non li ha saputi sostenere. Il discorso merita adeguati approfondimenti. In mancanza dei quali immagino sarà difficile trovare altre disponibilità nelle prossime occasioni. Senza candidati locali che ottengono buoni risultati forse ci sarà meno fastidio per le anguille locali e per gli ignavi attenti solo al proprio tornaconto immediato ma Miglianico rischierà di arretrare nella considerazione che occorre avere in certi luoghi dove si decidono non poche cose che riguardano tutti noi.
Arriviamo intanto a domani. Il 16 ottobre è una data che ci suggerisce importanti riflessioni.
Si celebra infatti la “Giornata mondiale dell’Alimentazione” in questa data che segna l’anniversario della fondazione della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, avvenuta il 16 ottobre del 1945 a Quebec City (Canada). La sede della FAO, come i miei ventitré Lettori sanno, è a Roma. Ma non è questa notizia dell’unica tra le istituzioni delle Nazioni Unite ad avere sede in Italia ad esser motivo di riflessione. Siamo praticamente in economia di guerra. La campagna elettorale ce lo ha nascosto accuratamente. I media cercano di non generare allarmi. Ma la situazione non è allegra. Ce ne accorgiamo non solo leggendo i cartellini dei prezzi ma anche assistendo a scene impensabili qualche tempo fa: nei supermercati sono sempre di più quelli che osservano e non comprano e molte volte ripongono quel che hanno provato a prendere non perché hanno trovato di meglio ma perché semplicemente non possono acquistare. Abbiamo riso indifferenti ai tanti appelli contro la fame nel mondo, spesso disprezzando chi non aveva nulla da mangiare quasi accusandolo di non voler lavorare e quindi di non meritare il nostro aiuto, non quello che mangiavamo noi, ma neppure i nostri avanzi di opulenti sfruttatori del pianeta. Beh, noi bianchi, occidentali, ex o ancora colonialisti, danaristi senz’anima siamo la minoranza dell’umanità. Contiamo sempre meno. Possiamo avere sempre meno. Le cose stanno cambiando e la guerra in Ucraina è solo una piccola tessera del puzzle che non sappiamo più ricomporre e neppure capire dall’immagine del planisfero.
La sera del 16 ottobre del 1978 il Conclave elesse Papa Karol Wojtyla, cinquantottenne cardinale di Cracovia (Polonia), il primo Papa Polacco, il primo Papa non Italiano dopo quattrocento anni. Ricordo quei momenti e sono ancora carichi di emozione come ad ogni elezioni di Papa ma anche per qualcosa in più che quell’anno stavo vivendo.
Il nuovo Papa della Chiesa cattolica, che aveva assunto il nome di Giovanni Paolo II, si presentò al mondo con queste parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa”. Quanta profezia in poche parole! Il Papa si schierò contro la guerra, spesso da solo. Fu quasi deriso perché alcune di quelle erano guerre, come dire, popolari, che si sarebbero vinte quasi in modo spettacolare, come le due Guerre del Golfo. Comunque non erano guerre che ci toccavano. Noi assistevano allo spettacolo e lui, il Papa, rimaneva solo a implorare tutti di deporre le armi e fare discorsi di pace. Anche Papa Francesco è contro la guerra. Il Papa non lo fa per motivi di equilibri politici internazionali. Lo fa perché sa che qualcuno deve provare a spiegare agli uomini che con la guerra ci perdono tutti, prima di tutti i più deboli, e che la Pace è tutto, nella Pace c’è tutto. Ma la Pace non è uno stato di fatto Per la Pace bisogna costruirla con la giustizia sociale, con il rispetto degli altri e, se possibile, con l’Amore.
Buona Domenica