La letterina del sabato 13 agosto 2022
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- Pubblicato Sabato, 13 Agosto 2022 09:57
- Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,
è stato un gran successo quello registrato dall’edizione 2022 de “Le Contrade del Piacere”. Il successo va considerato doppio se si considera che questa edizione ha segnato il ritorno alla normalità. Oggi questa normalità la consideriamo nuovamente un fatto scontato. Ricordiamoci però che purtroppo così non è, come hanno dimostrato drammaticamente le vicende accadute negli ultimi due anni. La nostra super Pro Loco, tutta, a partire dall’ultimo arrivato tra i collaboratori di una sola notte, passando per i Dirigenti-Amici dell’Associazione e fino al super Presidente Nicola Santalucia, merita tutti i riconoscimenti, i complimenti ed i ringraziamenti del caso.
Il successo, loro lo sanno bene, non è la conclusione di un ottimo lavoro fatto con grade impegno, grandi capacità, grandissima generosità e tantissima passione. È solo l’inizio di una nuova sfida, quella che li attende per l’edizione 2023. Riservandomi il diritto-dovere di segnalare alcune cosette in sede di assemblea dei soci, condivido nuovamente con i miei eroici ventitré Lettori quelle piccole cose notate quest’anno: dallo scollegamento degli eventi culturali rispetto al cuore della manifestazione, alla eventuale ricalmieratura di alcuni prezzi fino al ripensamento degli “inserti musicali”. È vero, i gusti sono gusti. Ma non si tratta di questo, anche se questo alla fine qualcosina pur deve contare quando tocca ascoltare certa musica. I decibel però non sono questione di gusti: sono un fatto di salute innanzitutto, di qualità della vita e anche di civiltà della tavola. Non mi aspetto attenzione né tantomeno adesione. So che il Presidente e i Dirigenti della Pro Loco, della quale mi onoro di esser socio, hanno saggezza, sensibilità, capacità operativa e attenzione non comuni. Mi fido di loro. Loro sanno che non mi risparmierò nel segnalare certe cose. Ora, però, ancora una volta, più che mai, alla fine anche di questo successo 2022, li applaudo e li ringrazio gioiosamente.
Si è svolta egregiamente anche la Festa di San Lorenzo, cioè la festa che ricorda il ritrovamento della statua di San Pantaleone nella fornace di località Caramanico di Piane San Pantaleone. Secondo la tradizione, rivisitata opportunamente agli inizi di questo secolo, la sera del 9 agosto c’è stata la processione dal santuario alla chiesetta sorta accanto a quell’antica fornace. Il 10, giorno della festa, ci son state le Sante Messe lo spettacolo musicale, la sagra ed i fuochi pirotecnici. Ier l’altro, infine, la statua è tornata al santuario in processione mista, prima in auto, poi, dalla piazza, in corteo.
Lo sparo delle bombe e i fuochi pirotecnici sono stati il leitmotiv della festa di San Lorenzo 2022 in tutti e tre i momenti, il 9, il 10 e l’11 agosto; hanno in un certo senso dominato la scena pur essendo solo una piccola parte del programma. Qualcuno, come accadde anche dieci anni fa - non è stata questa la prima volta, ndr. - (clicca qui per verificare) ha voluto vedere in questa fragorosa cornice un richiamo, quasi un rimprovero per l’assenza degli spari durante la processione del 27 luglio scorso. Altri a questo non avranno pensato. Non pochi han fatto la loro parte per far di questo gioioso scoppio nell’aria il saluto, l’accompagnamento ed il congedo alla processione che andava e tornava dal santuario.
Ogni anno, ad ogni festa, ho sentito discorsi sulla tradizione dello sparo delle bombe e dei fuochi d’artificio, ritenuti importantissimi da buona parte dei Concittadini alla quale si oppone un’altra buona parte che ritiene bombe e giochi pirotecnici uno stupido spreco, un mandare in fumo il denaro.
Sono affezionato allo sparo delle “bombe scure” che a Santa Margherita annunciano le Feste Patronali, di quelle che alle otto del mattino aprono il dì della festa il lunedì di Pasqua per Sant’Antonio a Cerreto, a San Rocco d’aprile, il 26, 27 e 28 luglio, il 10 agosto, l’8 settembre alla Madonna delle Piane, e alla Venuta, l’ultima domenica di ottobre. A me i fuochi d’artificio, i giochi pirotecnici son sempre piaciuti. Mi incanto a sentirli e a guardarli, riempiendomi di meraviglia, come facevo da bambino. Forse sono un po’ schierato, anche se qui gli schieramenti non ci sono e le posizioni sono senza appartenenze, neppure nei pro o contro il Comitato Feste di ogni anno corrente.
Fatte salve le tradizioni, riconosciuti tutti gli impegni di tutti i Concittadini che fanno qualcosa nell’organizzare, dovremmo recuperare quel che deve reggere veramente la tradizione, cioè la devozione per San Pantaleone. Se son più le bombe delle preghiere, il Santo, il nostro Amico celeste forse non riesce a sentire la nostra parte nel meraviglioso dialogo che deve esserci tra protettore celeste e protetti in terra. Gli spari di bombe e i fuochi d’artificio non arrivano in cielo, la preghiera si. Se poi anche una processione diventa una sorta manifestazione di massa, quasi una prova muscolare per far “bella figura” ma precede o segue le poche, le minori presenze dei Miglianichesi in chiesa, attorno alla mesa eucaristica, non solo nei giorni della Novena ma anche in quelli che la Chiesa propone per la venerazione del nostro Santo Patrono, forse qualcosa dobbiamo rivedere dentro di noi. L’idolatria non può essere la linfa che alimenta la tradizione. Siamo già troppo idolatri davanti ai cantanti, ai calciatori, agli influencer e ai tanti ciarlatani che i social-media ci propinano come idoli, appunto. L’idolatria, quella che ha segnato anche la nostra tradizione, può essere la parte del racconto di una storia che i Miglianichesi hanno vissuto in passato e che, come tale, è stata anche raccontata da d’Annunzio e immortalata da Francesco Paolo Michetti. Quella narrazione storica, attraverso il recupero di alcune sue pagine, può essere la base per organizzare il folclore, cioè il modo di esser di una comunità locale, che è quello che poi genera turismo e sostiene il suo indotto. A Dio piacendo, si troverà il tempo di un sereno e proficuo approfondimento con chi vorrà mettere buona volontà in tal senso, meglio se poi sarà più bravo e generoso di me e di altri nel caricarsi il grande e appassionante impegno del prossimo Comitato Feste.
Non c’è da attendere invece per il ripetersi di quel che tradizione è già: la Miglianico Tour. La sua 51^ edizione è pronta per domani a farci rivivere quella che ho sempre visto e vissuto come un magia. Il lavorio continuo e senza chiasso che l’ASD ADES sta facendo da giorni, sotto la guida dell’ottimo presidente, Giulio Orlandi e con l’inossidabile impegno di Nicola Mincone, il Patron della Miglianico Tour, è sotto gli occhi di tutti. È un movimento ritmato che cresce fino al colorato e gioioso esplodere della corsa d’agosto che coinvolge tutti, dai piccolissimi ai giovani, agli atleti più o meno quotati fino ai camminatori occasionali, quelli che la Miglianico Tour la fanno anche senza un vero motivo. È la magia che, come nelle fiabe, fa muovere tutti, anima anche gli oggetti, rende Miglianico un posto magico.
A tanta magia l’ASD ADES ha aggiunto meraviglia e commozione. Ha dedicato la 51^ Miglianico Tour “a Walter, Remo, Enzo e Alberto”. Chi sono? Chi è di Miglianico lo sa, sente i palpiti del proprio cuore solo a leggere quei nomi, vede illuminare quei volti, si scioglie in ricordi bellissimi.
Nicola, Giulio, Rossella, Tonino e gli altri bravissimi organizzatori della Miglianico Tour 2022 non me ne vorranno se, almeno nel ricordo grato, che penso sia di tutti, aggiungo a quel bellissimo e sacrosanto “dedicato a” anche altri che ci sono stati e senza i quali la Miglianico Tour forse non ci sarebbe mai stata o non sarebbe stata comunque la magia che è. Mi vengono davanti agli occhi i “Milanesi”, la grande Famiglia Terenzio, quella di Roberto, ideatore, fondatore e primo organizzatore della Miglianico Tour, con Nino e Adriana, Walter, Edmondo e Adriana, con loro i Borroni e gli altri “milanesi” che venivano qui in vacanza negli anni pionieristici della Miglianico Tour; i colleghi giornalisti che han fatto conoscere la nostra corsa come Mario Zuccarini, Mimmo Santarelli, il fotoreporter Valerio D’Ettorre. Come non ricordare, Delmo Adezio, lo zio Delmo, che è stato il primo sponsor della manifestazione, il dottor Luigi D’Adamio che è stato il primo medico della corsa e, con lui, il nostro farmacista Lucio Zannolli, poi il carissimo Renato De Luca che è stato un grande presidente della Pro Loco ma soprattutto amico sempre pronto, e, non per ultimo, l’uomo-ovunque, sempre al lavoro e mai sul palco, Giuliano Cicchitelli.
Impossibile ricordarli tutti, ovviamente. Ma a quelli che vi ho appena presentato, ciascuno potrà aggiungere quelli che ora dimentico per senescenza della memoria non per ingratitudine.
Anche grazie a loro oggi posso salutarvi così: Viva la Miglianico Tour, la corsa dell’Amicizia.
Buona Domenica.