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San Pantaleone: è festa, non solo a Miglianico

Nessun Miglianichese ignora che oggi è festa, è San Pantaleone. 

Il mondo sta cambiando alquanto velocemente anche dalle nostre parti, sicché tra pochi anni questo assunto non sarà più tale. I Miglianichesi saranno identificabili solo per i documenti di riconoscimento e non per il loro senso di appartenenza, per la conoscenza delle tradizioni, prima tra tutte quella della Festa di San Pantaleone, per un po’ di sano campanilismo, per la passione sportiva o anche solo per l’essere in grado di dire, dopo un richiesta di chiarimento su un Concittadino: “Ah, si lo conosco, è di Miglianico”. Lo sforzo del Comitato Feste, della Pro Loco, della Commissione per la promozione della cultura, delle nostre Associazioni locali e degli appassionati, anzi, meglio, degli innamorati di Miglianico punta a far sì che tutti i Miglianichesi, anche quelli di nuovo conio, possano conoscere e vivere le più importanti tradizioni locali, cioè sentirsi oltre che esser Miglianichesi. 

 

In attesa che il tempo faccia il suo corso, oggi indubbiamente è festa, la Festa di San Pantaleone. È una festa che ha secoli di storia. È una festa che, nel corso della storia, ha inevitabilmente modificato non pochi aspetti del suo svolgersi. È una festa che non richiama più tutti i Miglianichesi, non pochi dei quali non prendono le ferie né riposo dal lavoro per il 27 luglio o, se sono in ferie, se ne vanno al mare o altrove e non salgono a Miglianico. È una festa che continua invece a richiamare ancora un po’ di devoti da fuori Miglianico. Insomma è festa. E come festa la dobbiamo vivere, cogliendo anche la bella occasione di poter rivedere qualcuno soprattutto ora, ai margini della pandemia, quando il rivedersi ha un valore aggiunto.

Oltre al mercato, alla banda, ai fuochi d’artificio e agli spettacoli serali, il momento importante, l’unico vero momento importante è quello della devozione verso il nostro Amico, San Pantaleone, Santo patrono dei Miglianichesi in tutto il mondo. Quindi la processione e la Santa Messa, che quest’anno ci sarà nuovamente in piazza, dovrebbero essere i momenti di maggiore e più intensa presenza, gli attimi dell’affidamento al Patrono, della presentazione dei propri ringraziamenti e delle nuove tribolazioni al Santo Protettore, la parentesi del dialogo con l’Amico celeste. In fondo sta tutta qui la festa. Il resto, che pur conta molto, è la bella cornice che i devoti presentano al festeggiato ed ai pellegrini forestieri per rendere più bella la giornata di festa.       

Sappiamo che non è festa solo a Miglianico. Molti sanno di Ravello, alcuni sanno anche di altre località che vanno da Courmayeur al nord, passando, tra le altre località, per Aosta, Crema, Venezia, la vicina Pianella, Vallo della Lucania, Limbadi e Montauro (CZ). 

Grazie alla delicata, attenta ed affettuosa Amicizia di Gerardo Di Cola, ho avuto da lui in dono un piccolo libretto scritto nel 1970 da Giuseppe Zangari “Il Sangue di San Pantaleone - Prodigiosa reliquia venerata a Montauro (CZ) - Cenni storici”. Le poche paginette documentano la vicenda che ha portato nel 1753 una parte del sangue di San Pantaleone ad essere accolta come reliquia nella Cappella del duomo cittadino dedicata al nostro glorioso Santo Protettore. È una delle curiosità che attestano come altrove ci sia stato e ci sia lo sforzo di scrivere la storia locale che consente anche a noi, oggi, di conoscere qualcosina in più sulla diffusa ed importante devozione verso San Pantaleone. Nell’offrire alla condivisione dei miei ventitré Lettori il libretto in questione (clicca qui per visualizzarlo), segnalo una delle curiosità che ci si possono trovare. Tra i protocolli che a quel tempo regolarono l’accoglienza, la custodia e l’esposizione delle reliquie (a Montauro non c’è solo il sangue, ndr.) vi erano le rigorose eccezioni proprio sulla esposizione previstaper la festa del Patrono, per tutta l’ottava, durante la quale Esse rimangono esposte al pubblico in Chiesa, e quando "vi sarà publica necessità, o utilità della Chiesa". A questo proposito - ricorda l’autore del libretto -  gioverà ricordare che il Sangue fu tolto dalla custodia ed esposto in Chiesa eccezionalmente, in virtù della clausola della pubblica necessità il 1° dicembre 1754, poiché "l’annata correva sterile di acqua, che la gente non poteva seminare il grano né coltivare la terra". La notte stessa la temperatura si abbassò "e tutto il giorno seguente fece acqua sufficiente, ed indi si affreddò l’aere, e fece molta neve”.

Da noi, duecentocinquant’anni dopo, ci sono previsioni metereologiche e tuttologi del catastrofismo globale ad esporsi continuamente. Le reliquie di San Pantaleone da noi possono stare tranquille. Nessuno le andrà a scomodare per invocare la protezione degli Agricoltori e dei campi. 

Oggi il pensiero è solo per San Pantaleone, il Santo Patrono dei Miglianichesi.

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