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La letterina del sabato 11 giugno 2022

Care Amiche e cari Amici,

con opportuna previdenza e, speriamo, con il meritato aiuto della Provvidenza è iniziata la fase più difficile delle Feste Patronali 2022: la questua, la raccolta dei fondi. Il nostro valoroso Comitato Feste, presieduto dal bravissimo Giuseppe Volpe e coordinato dal suo eccellente Direttivo in rosa, sta attuando quanto annunciato nei giorni scorsi. La questua è partita con il suo coraggioso e appassionato peregrinare di casa in casa alla ricerca di quei contributi che sono, al tempo stesso, segno della tradizione e risorsa sempre nuova. Nell’annunciare l’avvio di questa che è l’operazione più difficile, sempre più difficile, del Comitato, il Presidente Volpe ha diffuso un messaggio che merita di essere letto e riletto soprattutto in questo passaggio: "Ognuno di voi è libero di offrire liberamente un contributo ma, rispettiamoci tutti, non facciamo ritornare i questuanti, aprite le porte anche semplicemente per un saluto senza restare dietro le finestre .... Questo per la comunità, per continuare le tradizioni, per trascorrere delle serate finalmente in armonia!”.

Il tono è delicato anche se evidenzia la passione di tutto il Comitato. L’approccio palesa la grande, buona e bella educazione che caratterizza Giuseppe Volpe. Il contenuto è da applausi. Oltre questo c’è da registrare che con la delicatezza e i suoi toni morbidi il messaggio sferza gli ignavi, svergogna i bastian contrari, schiaffeggia i criticoni di ogni momento. Mette tutti noi davanti alle proprie responsabilità non solo civiche ma personali. Quell’invito “aprite le porte anche semplicemente per un saluto…” è uno scossone alla sordida indifferenza di certi Concittadini che oggi più che mai dovrebbero vergognarsi di questi loro comportamenti. Bravo Giuseppe, bravo e grazie per la bella lezione che ci hai saputo dare con garbo e grande efficacia.

A proposito della questua, si parlava ieri di quanto si deve metter come contributo. Torno all’esempio fatto molti anni fa in casa di un petulante amico che mi faceva questa stessa richiesta non certo per accettare un consiglio. Risposi allora che, facendo facili paragoni tutt’ora validi, il minimo, il giusto sarebbe stato calcolare 10.000 lire per ogni giorno di festa. Oggi il minimo sindacale sono 10 € per ogni giorno di festa. Il Comitato organizza almeno sei giorni di festa in un anno (San Rocco ad aprile, i tre giorni delle Feste Patronali di luglio, La Festa di San Lorenzo il 10 agosto, la Festa della Madonna delle Piane l’8 settembre e la Festa della Venuta di San Pantaleone ad ottobre). Ciascuna delle nostre Famiglie dovrebbe avere come obiettivo 60€ l’anno. Ovviamente c’è sempre la crisi, le bollette che aumentano, le tasse, alcuni problemi veri e poi tanti problemi di comodo, quindi più di uno potrebbe obiettare che non ce la fa. Va bene. Per quelli che i problemi li hanno davvero e che non possono mettere in un ipotetico salvadanaio 20 centesimi al giorno (oh, 20 centesimi) dovrebbero soccorrere i più ricchi, che per fortuna non son pochissimi a Miglianico, poi gli sponsor e le ormai poche attività commerciali che hanno un oggettivo incremento dei ricavi in occasione delle feste locali. A qualcuno di quelli che invece accampano i problemi di comodo va detto che 10€ li spendono in dieci minuti per un aperitivo o per altre occasioni tutte legittime, sacrosante e bellissime ma non certo vitali o da computare come diminuzione di redditi insufficienti. Probabilmente, questa è la verità di fondo, comincia a farsi sentire quel distacco progressivo da tradizioni che invochiamo più come rimprovero per chi governa se non vengono mantenute in vita che come vero valore che sentiamo e vogliamo tutelare.        

Domani siamo chiamati alle urne per i cinque referendum sulla giustizia. In questi ultimi giorni ci sono stati tentativi, perlopiù solo di facciata e anche un po’ pilateschi, di sensibilizzare gli Elettori e di spiegare con facilismo aspetti complessi di una materia non facile. 

Il voto è un diritto, un sacrosanto diritto ed è sempre bene esercitarlo, questo resta un punto basilare. 

Sui quesiti non entro. Le questioni complesse da noi vengono declinate sulla base del tifo per questo o quel capetto politico, in barba al costituzione, alle questioni di diritto ed anche alle conseguenze politiche che le scelte elettorali comporteranno. Lo spirito della Costituzione è chiaro: i referendum sono strumenti eccezionali per consentire ai Cittadini di abrogare leggi o parti di leggi che il parlamento ha approvato e che i Cittadini ritengono assolutamente sbagliate. Le riforme non si fanno con i referendum abrogativi dove i “NO” e soprattutto i “SI” sono innovazioni legislative molto complesse ed articolate non semplici abrogazioni. 

Detto questo, va aggiunta anche una riflessione volutamente provocatoria. Il comitato promotore dei referendum, se viene raggiunto il quorum, percepisce 500.000,00€ di rimborso per ciascun quesito (1 € a firma, ndr.), cioè, in questo caso 2,5 milioni di euro. Se nei comitati promotori, come in questo caso, ci sono parlamentari in carica, li paghiamo due volte: una come legislatori incapaci di fare buone leggi e di cambiare quelle che ritengono non buone e un’altra volta come correttori esterni del loro pessimo lavoro parlamentare. È un aspetto marginale? È pura provocazione? Può darsi. Ma è una questione più immediata che provare a spiegare certe materie come altri pensano di fare ammantandosi la toga di dotti esperti del diritto.

Domenica prossima in occasione del Corpus Domini tonerà l’infiorata della piazza. Per poter realizzare questo meraviglioso spettacolo artistico e di devozione religiosa occorrono i fiori. Rilancio volentieri l’appello fatto a più riprese dal nostro Parroco, don Gilberto, e diffuso dalle bravissime Signore (alle quali va il nostro plauso, il nostro grazie e il nostro BRAVISSIME), che si sono messe a disposizione per la realizzazione dell’infiorata. Occorrono i fiori, ovviamente, soprattutto quelli a petalo rosso. Basta un piccolo apporto da parte di ciascuno, seguendo le indicazioni che sono state date e che vengono ripetute in questi giorni, per consentire l’ottima riuscita dell’operazione. L’infiorata del Corpus Domini è la cornice bellissima della processione più importante dell’anno, quella nella quale non è una venerata immagine a percorrere le vie cittadine ma quella nella quale è Cristo stesso, nell’ostia consacrata, che cammina in mezzo a noi nelle strade della Cittadina che ci è più amiamo.

Buona Domenica.

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