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La letterina del sabato 2 aprile 2022

 

Care Amiche e cari Amici,

come annuncia la nostra super Pro Loco “riprendiamo le buone abitudini ...   aiutiamo la ricerca”. Oggi e domani in piazza potremo acquistare le Uova di Pasqua, quelle destinate a sostenere l’AIL che anche così raccoglie fondi per la lotta a leucemie, linfomi e mielomi. “Ogni uovo custodisce un sogno. Aiutaci a realizzarlo” questo è l’invito che l’AIL rivolge a tutte le persone che hanno cuore e sensibilità o anche solo memoria di dolori vissuti direttamente o contemplate impotentemente negli affetti più cari. Il messaggio è anche concreto perché si accompagna alla comunicazione che 7 pazienti su 10 guariscono grazie a questa solidarietà, che è buona in assoluto ma anche dolce e gustosa come il cioccolato. Ricordiamoci di uscire portando in tasca il soldino per acquistare un uovo o più uova dell’AIL (casomai da regalare a Pasqua) o anche solo per fare un’offerta. Intanto diciamo ancora una volta “Grazie” alla nostra Pro Loco che ci consente di partecipare a questa bella battaglia per la salute e la serenità di tante persone.  

 

Care Amiche e cari Amici, anche a Miglianico si fa un gran parlare di spese militari. Con una certa fretta viene archiviata la pandemia e i tifosi hanno bisogno di altri campi da calpestare, si calpestare. Ora il tema è il presunto riarmo dell’Italia. E molti si lambiccano il cervello (quando è in funzione quel che hanno) sull’impegno assunto dal Governo di portare la spesa per la Difesa al 2% del PIL. Recentemente (vedi La Letterina del 5 marzo 2022) ma in tempi non sospetti perché la questione era ancora lontana dall’attuale scontro politico e dal conseguente chicchiericcio, ho ripetuto indegnamente quel che deve essere l’auspicio di tutte le persone di buona volontà: i soldi non vengano più destinati agli armamenti ma ad alleviare la fame, le malattie, a sostenere la ricerca scientifica ed il progresso culturale di tutti in tutto il mondo. Ripeto ancora, sto con il Papa, non solo con Papa Francesco. Sto con Papa Giovcanni XXIII che ha fatto dono all’umanità della “Pacem in Terris”. Sto con Papa Paolo VI, il mio Papa, che alle Nazioni Unite scandì al mondo “Jamais la guerre! Jamais la guerre!… Mai più la guerra! Mai più la guerra! Mai più gli uni contro gli altri..”. Sto con Papa Woytila, di cui oggi, 2 aprile, ricorre l’anniversario del dies natalis, che girò il mondo per dire NO alla guerra. Penso che molti, anche tra in non credenti aspirino alla pace, ad una pace costruita ogni giorno sulla giustizia sociale, sul rispetto, sulla voglia di un futuro migliore per tutti. E’ il pensiero di tutti gli uomini di buona volontà. Purtroppo le persone di buona volontà non accedono facilmente al governo delle nazioni, in particolare delle cosiddette “potenze mondiali”. Ma, qualora vi arrivassero, avrebbero uno stuolo di collaboratori e consiglieri molto sensibili alle pressioni delle industrie che producono armi, che sono tutte costose, molto costose. Oltre questo e anche se questo non ci fosse più per miracolo, resta il dato di fatto. Uno Stato esiste se ci sono i tre elementi che lo costituiscono: popolo, territorio e struttura che lo governa. Con questi elementi può nascere ed affermarsi anche pacificamente, ammesso che altri lo consentano. Non può sopravvivere se altri, con metodi evidentemente non pacifici, vogliono occupare parte o tutto il suo territorio o carpirne le risorse naturali o assoggettare il suo popolo al loro dominio. Quindi nel terzo elemento costitutivo, il governo, devono esserci gli strumenti di difesa. “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. (Cost. art. 11). Certo, ma se uno o più Stati non sono d’accordo con la nostra Costituzione (non sono solo Cina e Russia, ndr.) bisogna esser pronti a difendere popolo, territorio e organizzazione statale. Bisogna esser pronti a garantire la pace anche fuori dai nostri confini. Come? Con l’esercito, un esercito moderno, attrezzato, agile, pronto - non da allestire ma pronto - ad intervenire, possibilmente mai se le cose vanno bene, subito ed efficacemente se le cose si mettono male. Ovviamente l’Italia da sola non è in grado di far guerra neppure alla Repubblica di San Marino. E, da sola, potrebbe esser invasa facilmente. Perché è da tanto che non accade? Perché fa parte di una buona organizzazione di difesa, la NATO, osteggiata un tempo da chi prendeva rubli sovietici, nuovamente contestata oggi da chi, forse ha preso o prende rubli russi. La NATO, pur vasta e alquanto potente, però non basta, perché è un sistema transnazionale che raggruppa Stati indipendenti di diversi continenti. L’Italia è parte essenziale, costitutiva dell’Europa, rectius dell’Unione Europea, che è una unità territoriale, ha una sua organizzazione o governo, si avvia ad avere un popolo consapevole di essere europeo. Ma l’UE non ha una sua struttura di difesa, quindi non conta niente quando occorre far valere le ragioni della difesa attiva, quella che scoraggia l’aggressore, quella che porta gli altri, soprattutto gli Stati vicini e male-interessati a sedersi ad un tavolo per discutere e trovare accordi di “pacifica” convivenza.

Per inciso: domani ricorre l’anniversario della nascita di Alcide De Gasperi, un gigante della politica Italiana di sempre. Lui vide ben lotano e fu tra i più convinti sostenitori della CED, la Comunità Europea di Difesa. Allora quel progetto saltò per motivi grandi e piccoli. Quel che proprio allora De Gasperi e altri grandi videro resta di inevitabile necessità. Ora quasi urgente. Chiuso l’inciso.

O nella NATO o, meglio, nell’Unione Europea, l’Italia deve fare la sua parte e garantire risorse a chi organizza questa difesa attiva, capace di incidere a livello internazionale. L’Italia deve semplicemente mantenere i patti assunti, già assunti. Tutto il resto, le quote PIL, la legittimità di uccidere il dittatore, il corretto uso del termine resistenza, il concetto stesso di guerra, le minacce nucleari, chimiche, batteriologiche e finanche il terrorismo, viene dopo. Chi pensa che l’Italia possa essere disarmata e centro pacifico di un mondo di pace sogna il mio stesso sogno, ma sa che sta sognando. Chi pensa poi ad una sorta di unilateralismo fuori dal tempo immagina un’Italia fuori dalla NATO ma soprattutto fuori dall’Europa. Potrebbe farlo ma dovrebbe avere una forza propria, se non superiore quantomeno pari ad una superpotenza come gli USA e la Cina. E’ più facile sperare in una lunga parentesi di pace dovuta al prevalere di uomini di buon volontà nel governo degli Stati.

Intanto, dalle nostre parti, proprio qui a Miglianico, ci sono Donne di buona volontà oltre che di grande talento e di squisita perizia manifatturiera. Sono le nostre mitiche “Signore Uncinettine”. Me lo hanno anticipato qualche giorno fa Olivia, le Ivana, Lidia e le altre protagoniste dell’arte dell’uncinetto, elevata a Miglianico ad arte sociale e esplosa come straordinario decoro del borgo. Loro già da un po’ si sono riunite e hanno deciso di fare una cosa buona e bella, com’è nel loro stile: coperte per i profughi ucraini. Come? Hanno utilizzato il grande rivestimento dell’Albero di Natale che ha reso Miglianico un po’ più famosa e più invidiata nel circondario. Ne hanno fatto coperte che, ben lavate e sterilizzate, sono state impacchettate e stanno per essere spedite, attraverso chi si occupa dell’accoglienza dei profughi, ai confini dell’Ucraina.

E’ stata una decisione bellissima. E’ un’operazione meravigliosa. E’ l’ennesimo scatto di luminosa qualità che va oltre ogni confine. Oltre al gesto concreto, tra l’altro, c’è l’esempio che ci stanno dando.    

Qualcuno dirà che è una piccola cosa, una goccia nell’oceano. Forse lo è se la si guarda cinicamente. Per questo vale la riflessione di Madre Tersa di Calcutta che può esser messa come motivazione da parte delle nostre Uncinettine: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno”.

Nel periodo natalizio si dicono cose cariche di bei sentimenti, a volte anche smielate come “Natale è ogni giorno” o frasi simili. Beh, in questo caso Natale, il nostro particolare, bellissimo, colorato e pregevole Natale, quell’albero simbolo e sentimento, quell’opera d’arte frutto della passione delle nostre “Signore Uncinettine” smette di essere addobbo e diventa un Natale-sempre, un vero buon Natale di cuore.

Un sorriso donato ogni giorno. Un abbraccio che culla tutte le notti.

Buona Domenica.

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