La letterina del sabato 7 agosto 2021
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- Pubblicato Sabato, 07 Agosto 2021 10:17
- Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,
la nostra vita recente, a suo modo, è a colori. Qualcuno dei miei ventitré Lettori ricorderà con dolce nostalgia gli anni a cavallo tra le Olimpiadi di Monaco del 1972 e il Mundial di Spagna 1982, quando in Italia arrivò e si diffuse la tv a colori. Annunciare un programma “a colori” o, anche metaforicamente, qualunque altra cosa “a colori” fu veramente di moda. I nostri ultimi anni invece sono stati a colori ma nessuno ne conserverà dolci ricordi quando verrà il tempo della nostalgia. Dopo le zone rosse, arancione, gialle e bianche, da ieri siamo entrati nel periodo verde del green pass, che più correttamente andrebbe chiamato carta verde o semplicemente permesso COVID. Ci abitueremo anche a questo tra arguti post satirici e, purtroppo, interventi strampalati dei terrapiattisti e negazionisti di ogni risma.
Penso sia dovere anche di chi cura questa piccola rubrica ripetere che occorre vaccinarsi. È indispensabile vaccinarsi. È un gesto di attenzione verso gli altri e di responsabilità sociale. Gli “scrocconi dell’immunità” sono un pessimo esempio civico. Non vanno ascoltati. Mi meraviglia, anzi, non mi meraviglia, visto di chi sto per parlarvi, ma va segnalato che, per quel che mi consta, l’insieme-che-divide, cioè l’opposizione consiliare e, con essa, l’associazione che l’ha inventata e l’ha generata causandone la sconfitta alle comunali, ed il suo capo visibile, il mio Amico Carlo Biasone, non hanno prodotto né apparizioni online né post né altro per sensibilizzare o sollecitare i Concittadini alla vaccinazione anti-COVID. Mi si narra di un permanere in bella vista dello sproloquio del consigliere Papponetti sul profilo del capo visibile e di una fantomatica “gita culturale” sul profilo social dell’associazione appropriatamente denominata l’insieme-che-divide. Non sono abitatore delle lande social, quindi posso avere informazioni datate o sbagliate. Ma sarà bello scoprire che ho torto.
Torno nei dintorni dei colori di moda e alle loro traduzioni nella nostra vita quotidiana. Già nei giorni scorsi mi è sorta una piccola curiosità relativa ai distanziamenti, allora ed ancora vigenti, in occasione di eventi e manifestazioni al chiuso e all’aperto. Sicuramente esistono risposte serie. Le ho cercate ma non le ho trovate. Faccio un paio di esempi. Non si può fare, nel senso che è estremamente difficile organizzare una sagra come “Le Contrade del Piacere”, perché occorre servire i pasti in un certo modo, distanziare tutti anche ai tavoli, igienizzare continuamente tutto, contingentare gli accessi, etc. Bene, in occasione delle Feste Patronali (ancora un Evviva per il Comitato), si è mangiato e bevuto senza aver visto nessuna di queste cautele. Altro piccolo esempio, un po’ più simpatico, riguarda le cerimonie religiose. Nella grande chiesa parrocchiale continuo a sedere sui bolloni verdi a due metri da mia Moglie o da chi mi sta accanto. Il 26 luglio sera, in Cripta (molto più piccola della Chiesa di San Rocco, ndr.), le sedie erano attaccate l’una e all’altra, beh, diciamo molto vicine. Così è stato in occasione della Santa Messa in piazza la sera del 27 luglio. Verrebbe da pensare che il posto più pericoloso e contagioso di Miglianico sia la Chiesa Parrocchiale. Invece forse è solo il solo o uno dei pochi posti a norma.
A proposito di riti religiosi e di distanziamento, se non ho capito male, oggi alla Festa che si farà in località Caramanico di Piane San Pantaleone, ci sarà una sola Santa Messa, al mattino. Il motivo, se non ho ascoltato e capito male, è che il pomeriggio sarebbe difficile celebrare la Santa Messa nel rispetto del distanziamento, non per la possibile affluenza di troppi devoti ma perché si devono preparare i tavoli per i festeggiamenti all’aperto, cioè musica, balli e…mangiare. Spero di aver capito male, di aver sentito male e di aver capito peggio. Se così non fosse ne sarei addolorato perché vuol dire che il Santo, cioè San Pantaleone, il nostro Santo Patrono, dopo aver atteso le prove del gruppo che doveva esibirsi in piazza il 27 luglio sera, oggi deve rinunciare alla Santa Messa vespertina per far posto allo spettacolo e al mangiare. Qui non si tratterebbe del classico “passate la festa gabbate lu sante” ma del fatto che il santo viene buggerato prima, infatti parte secondo su due o terzo su tre, cioè buon ultimo. Mi sa che è meglio se ho capito male, sarebbe l’errore di uno solo.
A margine di questa notazione apparentemente futile ma che tale non è, rivolgo un invito ai diversi responsabili della nostra vita locale. Questa festa tradizionale, una volta era la festa di San Lorenzo. Cadeva per l’appunto il 10 agosto, qualunque fosse il giorno della settimana. Era, forse casualmente forse no, una data che cadeva e cade esattamente a 15 giorni dal 27 luglio. Era una festa con sue caratteristiche ancora presenti nella nostra memoria come quella della cassarmonica scoperta. Ora sta diventando festa mobile. Nulla di grave, nulla da obiettare. La devozione popolare crea e modella le sue tradizioni. Importante è che si abbia consapevolezza del fatto che si è cancellata o si sta cancellando una data della nostra tradizione plurisecolare e si sta passando ad un appuntamento da fine settimana di agosto a prevalente vocazione sagraiola. Questa collocazione, tra l’altro, porta il rischio frequente di sovrapposizione o di stretta contiguità con la “Miglianico Tour”, che non è evento trascurabile.
Non lo trascuro affatto.
Domani vivremo l’emozione bellissima della nostra corsa d’agosto, la “Miglianico Tour”. Sarà la sua 50esima edizione ufficiale anche se, come tutti sappiamo, l’anno anniversario esatto è stato il 2020. Ma, tant’è, gli europei 2020 si son svolti quest’anno e così le Olimpiadi. La “Miglianico Tour” è in ottima compagnia.
Di questo evento si è detto forse quasi tutto. Eppure c’è sempre qualcosa di nuovo da vivere e qualcosa di meno nuovo da riportare all’attenzione di chi ama questa corsa magica. Perché nella “Miglianico Tour” ogni cosa è magia, a partire dalle sue origini fino allo sconosciuto calpestio del traguardo da parte dell’ultimo concorrente che lo varcherà domani sera. La novità è che, vuoi per rispettare la normativa anti-COVID vuoi per meglio celebrare questo monumentale anniversario che la colloca ai primi posti della storia sportiva mondiale, la “Miglianico Tour” quest’anno vivrà due momenti altrettanto importanti. Domani ci sarà la festa vera, quella dello sport, con atleti, appassionati, amatori, giovani e bambini che coloreranno di gioia le strade del mitico percorso che parte ed arriva in piazza a Miglianico. Poi la “Miglianico Tour” spegnerà ufficialmente le sue 50 candeline d’oro il prossimo 8 settembre, data vera del suo compleanno. Infatti la prima edizione si svolse l’8 settembre del 1971. Sarà quella l’occasione le premiazioni, per ricordare tutti i protagonisti di questo meraviglioso mezzo secolo di storia, per rivedere tanti “vecchi” amici, per abbracciare ancora i tanti nuovi amici che negli anni si sono innamorati di questa che è e resta una delle corse podistiche più antiche e più belle che ci siano al mondo.
Quest’anno Roberto Terenzio, il Papà della “Miglianico Tour”, non ci sarà né a correre né ad assistere alla corsa. Nulla di grave né di misterioso. Non ha potuto né voluto forzare le regole vigenti per la pandemia, insomma una scrupolosissima cautela sollecitata anche dai suoi Cari.
Ad unire queste due date, tra le tante altre ci sarà ci sarà un’altra novità: il concorso fotografico “Click Tour”, curato dall’Officina della Foto di Miglianico. Sarà un evento nell’evento, un’occasione di poter raccontare le emozioni in un click e di fissare in immagini meno frettolose di quelle della cronaca una variegata e multicentrica pagina di storia (regolamento qui: https://www.facebook.com/officinadellafot).
Quando ci fu la prima edizione di questa corsa, nata non come scommessa ma come progetto serio e lungimirante, ero con alcune Amiche ed Amici a far da giuria lungo il percorso, per controllare i concorrenti nei punti dove si temeva che qualche furbetto, conoscitore del nostro territorio, potesse tagliare. In seguito la “Miglianico Tour” l’ho filmata con una cinepresa 8 millimetri seguendola sulla macchina dello Zio Delmo. L’ho fatta due volte. Ho scaricato e ricaricato tubi innocenti. Ho raccolto le iscrizioni, scrivendo gli elenchi a macchina sulla mitica Olivetti Lettera 22 di Papà. Sono stato con Nicola a scegliere gadget. Ho scritto presentazioni e testi per depliant e brochure. Ho girato con auto e altoparlanti per annunciarla ai paesi vicini. Ho aiutato a realizzare le grandi scritte sui muri fatte con colori non sempre uguali a quelli sociali del GS ADES. L’ho raccontata come cronista. L’ho fatta raccontare come addetto stampa. L’ho applaudita sempre, nei vincitori ma soprattutto all’arrivo degli affetti più cari, dei miei Concittadini e degli amatori più simpatici. Sono stati in fondo cinquant’anni della mia vita. Ringrazio Dio perché mi ha donato il tempo di poter provare ancora oggi un’emozione che è sempre uguale e bellissima, da quell’8 settembre di cinquanta anni fa.
E oggi, ancora una volta, mi alzo in piedi ad applaudire e ad urlare il mio grato “Evviva” per un geniale e tenace Roberto Terenzio, inventore di questo miracolo, e per un immenso, davvero immenso Nicola Mincone, che ogni anno, da quasi mezzo secolo, incarna letteralmente la “Miglianico Tour” al punto da mostrare progressivamente sul volto e nel corpo la fatica dell’organizzazione man a mano che si avvicina il giorno della gara. Applaudo gioiosamente e ringrazio i tanti che hanno creduto nella bella pazzia di Roberto Terenzio, di Nicola Mincone, di Walter Sallustio, di Enzo Rimano e di tanti altri, cioè di quelli che li hanno sostenuti, che li hanno accompagnati e aiutati anche nelle cose più piccole. Sarebbe un elenco lunghissimo. Probabilmente non commetterei errori di omissione o di dimenticanza, perché, come molti Miglianichesi, sono testimone di questa meravigliosa che è parte della mia vita. Ma è giusto che siano proprio loro, Roberto e Nicola, l’8 settembre prossimo, a chiederci un lungo applauso ricordando tutti i nomi che hanno fatto vivere la magia della “Miglianico Tour”, cominciando rispettosamente da chi non c’è più ed arrivando a chi, come Giulio Orlandi, da qualche anno ha avuto il generoso coraggio civico oltre che la genuina passione sportiva di assumere la guida della nuova ASD ADES di Miglianico, che, grazie ancora a tanti Concittadini di buon volontà, continua a far vivere una storia meravigliosa, la “Miglianico Tour”.
Chiudo con un piccolo ma sentito ricordo. Ci ha lasciati Maria Di Fonzo, vedova dell’indimenticato Elvio Sciarra, il mitico “Lollògge”. Maria è stata una delle nostre bidelle negli anni delle scuole elementari, una presenza quotidiana che era fatta di dovere, amicizia, complicità, aiuto e simpatia. Le nostre bidelle erano in due, solo due, e facevano tutto il lavoro che andava dalle pulizie, all’assistenza ai docenti, al supporto a ciascuno degli alunni, alle tante altre mansioni che arrivavano anche a caricare ed accendere le belle stufe in terracotta che erano l’unico riscaldamento delle nostre aule. Con lei c’era l’indimenticata Elsina. Erano una coppia perfetta, diverse per carattere, postura, vivacità e pazienza. Si completavano perché erano accomunate dalla loro straordinaria capacità di lavoro.
Anche per la signora Maria, fatti salvi i pochi riferimenti personalissimi citati a suo tempo, vale quanto scrissi in ricordo di Elsina, la signora Ines Lanaro (clicca qui per rileggere l'articolo). Anche per lei oggi immagino tante manine sbucare da grembiuli neri con fiocchi rosa e azzurri che la salutano in questo suo ultimo viaggio verso il sorriso eterno. Con la mia, ognuna di quelle manine sventola un sincero e commosso “Grazie Maria”.
Buona Domenica