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La letterina del sabato 29 maggio 2021

Care Amiche e cari Amici,

qualche giorno fa con un vecchio Amico stavamo ricordando le belle serate estive animate dal Torneo di Calcio cittadino. Chi non le ricorda?! Si potrebbero rivivere ancora? Chissà. Forse no. Mancano le persone che hanno dato tempo e passione per far si che divenissero la bella realtà che tutti abbiamo vissuto. Parlo di personaggi unici come Renato De Luca, paziente e tenace organizzatore, altri che ora non elenco per non rischiare di dimenticarne qualcuno, ma anche di Giuliano Cicchitelli che, benché team manager e super-dirigente del mitico “Borgorosso”, era sempre pronto a dare una mano in tutto, fino alle bottigliette dell’acqua minerale da far trovare in panchina ad ogni squadra.

 

Quando sul Torneo ci furono ripensamenti, difficoltà organizzative, problemi logistici legati ai lavori di adeguamento del campo sportivo lanciammo l’idea di animare le serate estive organizzando un torneo più piccolo. Sarebbe stato più piccolo nei numeri dei partecipanti ma forse più coinvolgente sul piano del pubblico. Un torneo da tenersi presso il pattinodromo, che è poi la struttura sportiva polivalente più centrale, più raggiungibile e più capace di restituire persone alla piazza alla fine di ogni partita. A questo torneo di calcio, a 5 o a 7, si sarebbero potute affiancare o alternare manifestazioni classiche come una partita “Ammogliati e Scapoli” o un paio di incontri misti con ragazzi e ragazze. Sempre non tesserati, sempre amatori, sempre pronti a divertirsi e a far divertire, non a dividere e a contrapporre tifo e fazioni. Allora la proposta fu bocciata sul nascere con un pretesto “perché così roviniamo la struttura”. Era una scusa infondata, un pretesto, ma era autorevole. Poi, in tempi più recenti, c’è stato semplicemente un rifiuto motivato dalle “tante altre cose che si fanno in estate”. Si potrebbe riprovare quest’anno? Forse sì, se non altro per dare nuove occasioni di incontro a Miglianico per i Miglianichesi, soprattutto dopo tanto distanziamento. Si potrebbe. Ma penso che non si farà. A meno che, facendo finta che non sia stata fatta qui, la proposta non nasca tutta nuova e poi prenda corpo dentro la nostra eccezionale Pro Loco. 

Sempre rivisitando ricordi bellissimi, abbiamo rivissuto le giornate divertentissime de La Caccia al Tesoro che, per non pochi anni, ha davvero vivacizzato come nessun altro evento l’intero centro cittadino. Infatti, oltre alle 10/15 squadre di cinque componenti ciascuna che gareggiavano, la Caccia al Tesoro ha sempre coinvolto tantissimi genitori, amici, vicini di casa, semplici curiosi divenuti poi attivi come e più degli stessi concorrenti. Alla fine ha sempre vinto una sola squadra, come è naturale che accada.  Ma, fatto raro ovunque, rarissimo soprattutto da queste parti, chi ha partecipato e non ha vinto ha spesso ringraziato chi gli organizzatori perché si era divertito tantissimo. No, la Caccia al Tesoro non si potrà replicare. Ma non perché mancherebbero gli organizzatori. Quelli di allora ancora ci sono e possono esser rimessi in attività con lo stesso entusiasmo di sempre. Al loro fianco o anche al loro posto ne verrebbero fuori altri forse anche più in gamba. E neppure perché la tecnologia renderebbe impossibili certe prove allora difficili ed oggi risolvibili da tutti con un clic vanificando tempi di gara e graduatorie provvisorie. Mancherebbero i concorrenti. Spero vivissimamente di sbagliarmi e di essere sonoramente smentito ma non si intravvede nei nostri giovani quello spirito allegro e spensierato di chi accetta innanzitutto di far squadra e, come concorrente di una squadra, di far finta di competere per ottenere un tesoro in fondo senza valore ma in realtà vuole solo divertirsi senza star lì a pensare se poi dovrà trovare una pecora o gli toccherà gareggiare vestito da sub con tanto di pinne ai piedi portando uova in equilibrio. In questo neppure la nostra super Pro Loco potrebbe fare il miracolo, perché avere dieci anche, solo dieci squadre da cinque componenti ciascuna, sarebbe davvero un miracolo. E la nostra Pro Loco fa cose meravigliose ma ai miracoli non ci arriva ancora. 

Se ci fosse qui Renato De Luca stroncherebbe ogni velleità organizzativa di una Caccia al Tesoro e farebbe per allontanarsi, scuoterebbe la testa ripetendo Che vu fa! E’ na masse di fantuzze! Fantuzzune!”. Lui poi accetterebbe di passare pomeriggi e notti ad organizzare con quella passione che ha contribuito a renderlo indimenticabile. Però, alla fine, avrebbe ragione lui, perché nessuno forse si iscriverebbe e la piazza resterebbe vuota anche quella domenica pomeriggio di fine estate.

A proposito di Amici che non ci sono più ma che, come avvertono i miei ventitré Lettori, tratto come fossero ancora con noi, perché mi mancano tantissimo, la mente e soprattutto il cuore vanno a Nevio Cetrullo. Il mio Amico Nevio non c’è più da un anno, sarà un anno domani. Vado raramente al cimitero. Quando ci vado devo passare da lui non solo per l’omaggio di un saluto e una preghiera ma soprattutto per provare ad accettare che non ci sia più. Non si accetta di non avere più vicino un Amico come lui. Il dolore non scade come un prodotto che ha la sua data che si allontana nel tempo. Il dolore resta e ormai è parte di me. Eppure a volte mi sembra che quel giorno maledetto non sia mai arrivato e mai sia passato. Mi sorprendo la domenica sera a pensare che stia per ripassare dalla Santa Messa o che il suo sorriso si accenda incrociandolo nella sua vecchia Mercedes blu, metà macchina e metà magazzino attrezzi. Un anno è fatto di pochi giorni o tanti, a seconda di come si vivono certe sensazioni. Questo primo anno senza il mio Amico Nevio preferisco pensarlo come fatto di un solo istante. Un istante è pochissimo per noi che misuriamo il tempo. È la misura più vicina che conosco per segnare il tempo dell’eternità, dove il tempo non ha tempo, dove l’amore non ha fine e dove l’Amicizia non ha bisogno di ricordi per esser una interminabile, purissima gioia.

Buona Domenica. 

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