Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 15 maggio 2021

Care Amiche e cari Amici,

sono ancora in attesa di veder la fine della telenovela scritta e interpretata dal mio Amico Carlo Biasone sulla vicenda della nuova Scuola Media. Ha già prodotto due puntate che lo vedono assoluto protagonista quale capo dell’opposizione in Consiglio Comunale. Ripeto ancora una volta, attendo di capire dove andrà a parare prima di esprimere un giudizio che certamente non mancherò di condividere con i miei ventitré Lettori. Intanto va registrato, come dato di cronaca, un fatto. Il Sindaco, Fabio Adezio ha detto qualcosa in merito. Ha detto che si tratta di “stratosferiche balle”. E si è riservato di spiegare questo suo giudizio, che non lascia presagire punti di incontro con l’opposizione, quando saremo usciti dall’attuale fase di emergenza. Va registrato un fatto che con i suoi numeri esprime già qualcosa. Carlo Biasone ha impiegato quasi trenta minuti per avviare il suo attacco. Il Sindaco Fabio Adezio ha speso meno di tre minuti per liquidare la questione con il suo giudizio secco e con il rinvio dei dettagli alle prossime settimane. Ovviamente non finisce qui. Però questo elemento nuovo andava registrato e segnalato ai miei ventitré Lettori.

 

Ieri è passato il Giro d’Italia. Negli ultimi anni è accaduto più volte ma l’emozione resta la stessa. Vedere Miglianico in diretta tv con i suoi campi, le sue case, i luoghi che sentiamo come nostri è addirittura commovente. È bello vedere i Miglianichesi applaudire, gioie, salutare il nostro Dario Cataldo che con grande sensibilità e rispetto si è staccato lateralmente dal gruppo e ha salutato tutti, come si vede dalla foto scattata ieri da Alberto Mangifesta e pubblicata qui. La cosa più bella però era già accaduta. È stata la preparazione di un segno semplice eppure davvero molto bello. La curva di Mincone si era tinta di rosa nell’attesa di quel passaggio che si sapeva sarebbe durato pochi secondi ma che meritava qualcosa di speciale. Quel muretto della provinciale, che dal triste grigio è passato al rosa più famoso d’Italia, è stato un segno forse unico tra i tanti che accompagnano il Giro. È stato certamente meraviglioso nella sua semplicità.

Qualche giorno fa abbiamo salutato per sempre Assunta Nardone, vedova di Tonino Anzideo, Ssundine de lu Coppe. La Mamma di un Amica è un po’ anche la nostra Mamma, soprattutto quando la consuetudine con l’Amica, quale è Nadia, è fatta di tanti e tanti giorni che ormai son difficili da contare. Assunta è stata di più di una pur straordinaria Mamma di un’Amica. Porterò nel cuore - e ora mi mancherà - quel suo aspettare la fine della Messa alla Madonna delle Piane, ogni 8 settembre, per darmi gli auguri di buon compleanno. Come mi mancherà l’incontrarla il sabato al mercato e trovarla sempre pronta con un sorriso, ad una simpatica chiacchierata, ad un saluto da portare a casa a mia Moglie e alle mie Figlie. Assunta è stata una Donna straordinaria pur nella sua consapevolezza di essere una coma tante altre. È stata capace di una generosità sincera ed instancabile come Moglie, come Madre, come Nonna e come Mamma degli Amici dei Figli. Come la sua simpatia allegra e vivacissima, questa generosità era nei suoi gesti senza cerimoniosità esteriore ogni volta che si entrava in casa sua, ogni volta che la si incontrava. Assunta, Ssundìne ha fatto soprattutto un lungo e appassionante percorso di fede. Come ha raccontato don Gilberto in occasione del rito funebre, nel momento del commiato da questa vita lei gli ha detto di essere pronta ad andare a riabbracciare il suo Tonino, che è partito poco prima di lei verso l’eternità. E che era pronta ad andare dal “mio San Pantaleone”. Eh si, in questo anelito di Ssundine c’è molto di più di tutti i miei dieci anni nella Confraternita di San Pantaleone. Scosso da questa testimonianza, durante il suo funerale son tornato a dolermi e a vergognarmi di aver occupato, in quanto Confratello, quel posto vicino a san Pantaleone che per Ssundine e per altri fedeli non è stato mai il luogo del fanatismo idolatra ma di una fede semplice e sincera. Mi piace ricordarla col suo passo deciso quando andava e tornava dal lavoro alla Cantina Sociale la mattina, per il pranzo e poi di nuovo nel pomeriggio, con sole o con la pioggia. Negli ultimi tempi ha dovuto rinunciare a questo suo camminare. Ma quando la morte l’ha liberata dal doloroso abbraccio della sofferenza Assunta ha ripreso quel passo vigoroso e con quello si è incamminata lungo la via del Paradiso. Lì ha portato la sua gioia e la sua allegria. È vero, il suo sorriso è una goccia nell’infinito oceano del Paradiso. Ma, parafrasando madre Teresa, senza Ssundine quell’Oceano avrebbe una goccia di meno.

Buona Domenica.   

Joomla templates by a4joomla