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La Letterina del sabato 8 maggio 2021

Care Amiche e cari Amici,  

avevo deciso di dedicare tutta questa Letterina alle Mamme in vista della loro Festa che cade domani. Prima però devo una precisazione al carissimo Manuel Giampiero Sulpizio che mi ha concesso l’onore, davvero immeritato, di una citazione sul suo blog “L’Abruzzo e Miglianico visti da qui”. Trattasi di un contenitore che, a detta dei frequentatori di Facebook, sarebbe prezioso bagaglio di conoscenza e approfondimenti culturali se non fosse ridotto qualche volta a cassa di risonanza di certi post.

La precisazione la devo a lui perché lo merita.

 

Lo merita per affetto e stima che sono antichi e sempre vivi. Non devo certamente alcunché a chi, più o meno scioccamente, ha commentato anche questo post dove sono indegnamente chiamato per nome. Il Carissimo mi ha citato, il 2 maggio scorso, presentando una delle operazioni di rimbalzo che si concede ogni tanto. Ha scritto “Qualche blogger locale invece di chiedersi perché e come mai qualcuno pretenda chiarezza, dovrebbe piuttosto esigere spiegazioni dal sindaco, che, bontà sua, a detta della scriba di cui sopra, sarebbe forse impegnato a preparare la sua successione (ma per favore, Maurizio, manco fosse un re...)”. Per rispetto alle qualità che Manuel Giampiero Sulpizio ha, devo pensare che sia stato male informato o abbia letto troppo frettolosamente quel che questo suo indegno cugino ha scritto a proposito della telenovela che il nostro comune Amico, Carlo Biasone, sta producendo e pubblicando on line nella veste di capo dell’opposizione consiliare. Ho contestualmente registrato quel che il Sindaco, capo della maggioranza, sta facendo nel frattempo, segnalando che sembra trattarsi di due momenti importanti giocati su campi diversi. Questa è cronaca, alquanto fedele ai fatto. Nulla più. Conoscendo Carlo avevo scritto, ho confermato poi e ribadisco ora: “Continuiamo ad aspettare il finale”. Aspetto di vedere dove andrà a parare. E lo faccio senza esprimere alcun giudizio preventivo. Questa volta il pre-giudizio viene da altre parti. Potrei contestare alcune cose e plaudire ad altre tra quelle registrate dal capo dell’insieme-che-divide. Lo farò quando lui pubblicherà la sua ultima puntata e potrò avere una idea completa e chiara, appunto sapendo dove andrà a parare. Immagino dove - non è la richiesta di dimissioni alquanto rituale e scontata - possa andare a chiudere i capitoli del suo discorso. Ma non ho elementi certi e voglio riservarmi un giudizio sereno avendo tutto il necessario per formarmelo. Non mancherà il mio commento, questo è certo. Fin quando potrò dirò la mia liberamente, anche se questo a qualcuno può dispiacere. Quel qualcuno, maschio o femmina che sia, se ne farà una ragione. A me del suo dispiacere non importa un fico secco. Anzi il fico secco conta più del suo dispiacere perché il fico secco è buono.

Manuel Giampiero, se avesse letto e si fosse fermato il tempo che può meritare il suo vecchio e affezionato cugino, non mi avrebbe preso per i fondelli come ha fatto. Se poi avesse letto le cose scritte sulle precedenti Letterine e sulla successiva, quella di sabato scorso, avrebbe trovato appunti, rimproveri, segnalazioni niente affatto positive verso l’amministrazione comunale ed il suo Sindaco, Fabio Adezio. Il quale resta il Sindaco migliore con la migliore amministrazione comunale possibile, in particolare se confrontati con Carlo Biasone e l’insieme-che-divide. Aggiungo che, se avesse letto veramente lui la Letterina che lo ha fatto sobbalzare sulla poltrona indirizzandomi il suo autorevole e ben costruito dileggio, avrebbe capito che la narrazione della vicenda alla quale fa sdegnosamente riferimento, cioè il lavoro che il Sindaco sta compiendo per preparare la sua successione (tutta logicamente e correttamente democratica, senza nulla di monarchico né di dinastico) l’ho presentata senza alcun compiacimento. Lo hanno capito quelli di “Miglianico Cambia”. È mai possibile che lui, maestro della parola, non abbia colto quel che è ben evidente?! Comprendo che non abbiano capito nulla quelli dell’insieme-che-divide, perché leggono con il paraocchi. Ma lui non può aver fatto affidamento su notizie indirette. Non può aver fatto riferimento certo ad una lettura veloce. La sua, per quanto distratta e veloce, è certamente una lettura efficace e affidabile più di quella di noi comuni illetterati dopo che abbiamo letto e riletto tre o quattro volte. Insomma, non oso pretendere che Manuel Giampiero Sulpizio diventi il mio ventiquattresimo Lettore. Non sono così follemente ambizioso. Spero soltanto che, prima di prendermi per cretino, mi legga non con la compassione per la mia povera persona ma con quella che merita il mio affetto per lui.

Domani è la Festa della Mamma. Penso che sia stato scritto, detto, cantato, suonato, dipinto, filmato tutto sulla Mamma. Se non si vuol essere penosi nel copia incolla, se non si vuol essere banali nel lanciare frasi fatte, se non si vuol essere ridicoli inventandosi scrittori o poeti per un giorno basta fermarsi subito. Mamma è la prima parola che abbiamo detto. Probabilmente sarà l’ultima ad uscire dalla nostra bocca prima di morire. È la parola della vita. È la parola dell’amore più forte che possiamo sentire. Ciascuno di noi la pronuncia in modo diverso da tutte le altre parole che dice. Ciascuno di noi sente la voce della Mamma diversa da ogni altra voce, la ricorda come diversa da tutte le voci ascoltate. Ecco, basta fermarsi a dire Mamma. È tutto lì. Lì c’è il mondo, c’è la gioia, c’è l’amore, c’è il dolore della perdita più grande, c’è il punto di questo nostro mondo terreno che è più vicino a Dio. 

Alle Mamme non portate regali ma il vostro abbraccio. Non mandate fiori ma fatele risuonare di baci. Nulla di materiale può valere l’amore di una Mamma. Dir loro “Grazie Mamma” è, al tempo stesso, il minimo e il massimo che si possa fare.

Evviva le Mamme di Miglianico. Evviva le Mamme di tutto il mondo. 

Buona Domenica.  

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