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La letterina del sabato 16 gennaio / La Littrine de lu sabbete sidice di gennaje ddumil’e vvintune

Care Amiche e cari Amici,

ho voluto attendere ben più di qualche giorno perché l’anno si è aperto così e ho sperato che qualcuno avesse notato qualcosa. È qualcosa che non c’è. È l’assenza.

Abbiamo tanto, forse troppo. Soffriamo per quel che ci manca a volte senza riflettere che il più delle volte ci manca qualche briciola di superfluo. Quando invece ci manca qualcosa di molto importante, l’assenza apre le porte al dolore e mostra il vuoto solo a noi. Se abbiamo rispetto per la nostra dignità non sbandieriamo il nostro dolore da assenza, al massimo chiediamo ad una o a poche persone care di comprenderlo.

L’assenza che voglio segnalarvi perciò non è quella che percuote il mio animo sgomento, triste, ripiegato su se stesso costretto a guardare negli spazi lasciati vuoti. 

Voglio condividere con voi una constatazione che a qualcuno potrà sembrare eccessiva. Sarà, però penso che il tempo mi darà ragione, almeno in parte. 

 

Siamo solo all’inizio dell’anno, è vero, ma non è troppo presto per constatare quel che non c’è ancora in questo 2021 anche perché in parte manca da non pochi mesi.

Manca il Comitato Feste. È presto? No. Manca da fine 2019, non è poi così presto per dire che manca. Diamo per scontato che non ci saranno feste patronali? Vuol dire che ci arrendiamo prima del tempo al rotolare dei DPCM? O vuol dire che, come pure ho vi ho segnalato, è bastato un solo anno per cancellare una tradizione plurisecolare? È così che vogliamo valorizzare il nostro territorio? Sappiamo tutti che le feste patronali non saranno, non potranno essere uguali a quelle che abbiamo conosciuto fino al 2019. Ma quelle che abbiamo conosciuto fino ad allora non erano uguali a quelle di qualche decennio prima per tanti aspetti, tranne che in una cosa fondamentale: ci sono state sempre, senza interruzione.

Questa assenza non è la diretta conseguenza ma comunque è nel solco di un’altra assenza, quella della politica. Non è solo la politica organizzata cha manca visto che non c’è più attività neppure da parte di chi non ha aperto una sede ma si è limitato a bluffare: ha occupato una vetrina lasciandola presto sbiadire. 

Manca la comunicazione politica locale, manca il confronto. Non si possono fare riunioni? Va bene. Ma i nativi digitali si illudono di aver fatto e di fare comunicazione efficace? Forse c’è un po’ di presunzione o di eccessiva fiducia in certi strumenti. L’amministrazione comunale sembra aver perso completamente la voglia di confrontarsi con i Cittadini. La pandemia probabilmente è stata provvidenziale per mascherare il non voler riprendere quel confronto con la Cittadinanza che pure ha portato solo gioie e soddisfazioni agli attuali amministratori. L’amministrazione comunale lavora intensamente e non ha tempo per altro. Ma non si vede molto. Si vedrà, sicuramente. Però certi flussi non possono andare a singhiozzo. Chi comunica, ma apparentemente sempre con meno passione, è il Sindaco, Fabio Adezio. Di rimbalzo, e solo di rimbalzo, lo fa anche qualche altro del gruppo consiliare di “Miglianico Cambia”, che a livello associativo è una realtà eterea più che virtuale. La sua sede è ormai una dimenticanza di restituzione dello spazio più che una presenza. 

L’opposizione invece sembra non esserci per niente. È sconnessa anche al proprio interno. L’insieme-che-divide si barcamena tra rari, generici e spesso inutili post informativi poco o per niente attinenti alle vicende di carattere amministrativo locale. Il suo capo, politico ma non operativo, il mio Amico Carlo Biasone, si limita a poco meno dell’essenziale. Fa capolino, se lo ricorda, quando si avvicina un consiglio comunale. Però non rendiconta sull’esito dei lavori consiliari, negando soprattutto alla sua parte la lettura delle decisioni adottate o delle cose discusse. I suoi consiglieri, quelli del gruppo di minoranza, si sono presto adeguati. Sono a molto meno dell’essenziale. Del resto è già da qualche mese che nessuno, neppure i diretti interessati, parlano più del nome di quel non gruppo che si chiama l’insieme-che-divide. 

Apatia e non pandemia è la motivazione di tutto questo.

Ci sarà un perché?

L’insieme-che-divide si starà riposando dal gran lavoro di divisione fatto in tempo di campagna elettorale. Sa che quel sistema non funziona quando devi fare opposizione seria e costruttiva. Non ha una strategia né una pallida idea di come e cosa fare. Probabilmente da quelle parti, se pure c’è un luogo così individuabile, stanno pensando solo alla rivincita e hanno non pochi problemi da risolvere. Sanno che alla prossima campagna elettorale dovranno cambiare non poco, a partire dal candidato sindaco. 

Miglianico Cambia”, in letargo come associazione, ha la certezza che alla prossima campagna elettorale non avrà più lo stesso candidato-sindaco, a meno che non “capiti” che essa si svolga molto prima, il che non è mai da escludere. Questa certezza potrebbe portare ad una incertezza capace di disgregare l’attuale maggioranza. Al suo interno c’è un solo nome possibile. Ma evidentemente ci sono anche quelli che pensano che solo il proprio nome sia l’unico possibile. Così andranno a sfracellarsi. A meno che Fabio Adezio non decida di esercitare subito la sua leadership, rischiando come sanno fare solo i veri leader. Gli segnalo di tenere bene a mente il disastro capitato a “Progetto Miglianico” quando ha dovuto cambiare candidato sindaco.           

L’unica realtà che resta in campo, come può ma con lo spirito volitivo di sempre, è la nostra Pro Loco. Qui l’assenza c’è, ma è diversa. La Pro Loco guidata da Nicola Santalucia, il Presidente dalle poche parole ma dai fatti concreti, può fare davvero poco, perché la sua non è attività politico-amministrativa ma operativa e organizzativa, settore dove i divieti pesano, pesano anche nel progettare quel che si vorrebbe fare da qui a qualche mese.

Vorrei ora aggiungere una curiosità. Anch’essa, a voler vedere bene certe dinamiche, non è priva di qualche significato a livello locale. Non c’è il Calendario 2021 della Confraternita di San Pantaleone. O almeno, non c’è ancora. Sarebbe un po’ tardi se venisse presentato già domani sera o domenica mattina, trattandosi di un calendario. Intanto non c’è. È la prima volta che accade dal 2011, quando fu realizzata la sua prima edizione. Ogni anno ho avuto modo di presentarvelo e di sollecitarvi ad acquistarlo. L’ho fatto anche negli anni più recenti, senza tenere conto della spocchiosa indifferenza emersa da parte dei gestori di quel sodalizio. L’ho fatto perché era giusto farlo e le motivazioni, tutte positive, sono ancora pubblicate qui. L’avrei fatto anche quest’anno, se ci fosse stato. Lo farò se ci sarà. Ma per ora non c’è e questo è quanto.

Il Calendario della Confraternita di San Pantaleone manca quest’anno, dopo dieci anni consecutivi: troppo presto per poter diventare tradizione, forse un po’ tardi per evidenziare altro.

Bene, anzi, proprio bene no. Ma la situazione nella nostra Miglianico è questa.

Noi che possiamo fare? Certo averlo segnalato è un contributo che nessuno deve leggere in modo polemico, perché vuole essere uno stimolo a tenere vigile l’impegno e non un’accusa a chi fa o non fa. Noi frequentatori di questo spazio di libertà possiamo fare la nostra parte mettendo pronta la nostra disponibilità ad esserci anche solo a far da pubblico quando l’apatia lascerà cadere la maschera della pandemia e farà posto alla buona volontà. 

Buona Domenica. 

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Car’Amiche e car’Amice,

                    

so vulut’a spittà ben cchiù di cacche jurne picchè l’anne s’à’pert’a’ccuscì e so sperate ca caccchedune avesse nutate caccose. Jè caccose che ‘n ci stà. Jè l’assenze.

Tineme tante, forse troppe. Suffreme pe quelle che ci manghe tanda vote senza riflette ca lu cchiù de le vote ci manghe cacche bbricciole di superflue. Quande ‘nvece ci manghe caccose di molt’importande, l’assenze apre le porte a lu delore e mostre lu vuote sol’a nnu. Se tineme rispette per la nostra dignità nen sbandiereme lu dilore nostre da assenze, al massime chideme a une o a puche persone care di cumprenderle.

L’assenze che vuje signalarve perciò nni jè quelle che percuote l’animo me sgumente, triste, a’ripigate su se stesse, custrett’a uardà dendr’a li spazie lassate vuote.

Vuje cundivide nghe vu na custatazzione che a cacchedune potrà simbrà eccessive. Sarà, però penze ca lu tembe mi darà a’rraggione, almene ‘n parte.

Steme sole all’inizie dell’anne, jè lu vere, ma nni jè troppe preste pe custatà quelle che ‘n ci st’angore a stu 2021 anche picchè in parte manghe da non puche mise.

Manghe lu Cumitate Feste. Jè preste? No. Manghe da fine 2019, nne jè po’ ‘ccuscì presete pe dì ca manghe. Deme pe scuntate ca ‘n ci staranne feste patrunale? Vuol dì’ ca ci’a’rrindeme prime de lu tembe a lu rutulamende de li DPCM? O vuol dire ca, coma pure vi so signalate, à’vastute nu sole anne pe cangellà na tradizzion’a plurisecolare? Jè ‘ccuscì  che vuleme valurizzà lu territori’a nostre? Sapeme tutte ca le feste patrunale nen zaranne quille c’aveme cunusciute fine a lu 2019. Ma quille c’aveme cunisciute fine a’llore nni jerene uguale a quille di cacche decennie prime per tand’aspitte, tranne che in una cosa fundamentale: ci’ànne sempre state, senz’interruzzione.

St’assenze nni jè la diretta conzeguenze ma comunque sta dentr’a lu soleche di ‘n’antr’assenze, quelle de la pulitiche. Nni jè sole la pulitiche urganizzate che manghe, viste can nen ci sta cchiù attività manghe da parte di chi à’perte ‘na sede ma s’à limitate a bleffà: à uccupate ‘na vitrine lassnnele preste sbiadì.

Manghe la comunicazzion’a pulitiche locale, manghe lu cunfronte. N’zi ponne fa riunioni? Vabbone. Ma li nativi diggitali s’illudene d’avè fatte di fa cumunicazzione efficace? Forse ci sta ‘n po’ di presunzione o di esccessiv’a fiduce in certi stuminde. L’amministrazion’a cumunale par’avè perse completamende la vulije di cunfruntarse nghe li Cittadine. La pandemije probbabbilmende à state pruvvidenziale pe mmascherà lu nen vulè a’ripijà che lu cunfrunte nghe li Cittadine che pure à purtate sole ggioje e suddisfazziune a li attual’amminustrature. L’amministrazion’a cumnunale lavor’intenzamende e nen tè tembe pe altre. Ma nen zi vede molte. Si vedrà, sicuramende. Però cirte flussi nen ponne jì a singhiozze. Chi cumuniche, ma apparentemende sempre nghe men’a passione, jè lu Sindeche, Fabbie Adezie, Di rimbalze, e sole di rimbalze, li fa pure cacche atre de lu gruppe cunzijare di “Mijaniche Cambie”, che a livell’assuciative jè na realtà eterea cchiù che virtuale. La sed’a se jè ormà ‘na dimenticanze di restituzzione de lu spazzije cchiù che ‘na presenze.

L’uppusizione invece sembre ca ‘n ci stà pi nnijende. Jè scunnesse pure a lu proprie ‘nderne. L’inzieme-che-ddivide si barcamene tra rare, genericche e spess’inutile poste informative poche o pi nnijend’attinende a li vicende di caratter’amministrative lucale. Lu cap’a se, pulitiche ma non’operative, l’Amic’a me Carle Biasone, si limite a poche mene de l’essenziale. Fa capoline, se si l’a ricorde, quande s’avvicine nu cunzije cumunale. Però nen rendiconde sopr’a ll’esite de li lavure cunzijare, neghenne soprattutt’a la parta se la letture de le decision’aduttate e de le cose discusse. Li cunzijir’a se, quille de lu gruppe di minuranze, s’ànne prest’adeguate. Stann’a mmolto mene de ll’essenziale.Del reste, jè già da cacche mese che nisciune, manghe li dirett’interessate, parlene cchiù di che lu non-gruppe che si chieme l’inzieme-che-ddivide.

Apatije e none pandemije jè la mutivazzione di tutto queste.

Ci sarà nu pichhè?

L’inzieme-che-ddivide si starà ‘a ripusà da lu grande lavore di divisione fatte ‘n tembe di campagn’elettorale. Sa ca che lu sisteme nen funzione quand’a di fa uppusizione serie e custruttive. Nen tè na strateggije né na pallid’idea di coma e cosa fa. Probbabbilmende da che le parte, se pure ci stà nu poste accuscind’individuabbile, stann’a pinza sol’a la rivincite e tenne nen puche prubblime da risolve. Sanne ca a la prossim’a campagn’elettorale dovranne cagnà non poche, a partì da lu candidate-sindeche.

Mijaniche Cambie”, in letarghe come assuciazziojone, tè la certezze che a la prossima campagn’elettorale non avrà cchiù lu stesse candidate-sindeche, ammenocchè nen “capite” che quelle si svolga molto prime, il che nne jè maje da esclude. Sta certezze putese purtà a ‘n’incertezze capace di disgrehà l’atuale maggioranze. A ll’intern’a se ci sta sole nu nome pussibbile. Ma evidentemende ci stanne pure quille che penzene ca sole lu nome se sia l’uniche pussibbile. Accuscì si vann’a sfracellà. Ammenocchè Fabbie Adezie nen decide di esrcità subbite la sua lederscippe, rischienne coma sanne fa solo li veri lidere. Ji signale di tenè bben’a mmente lu disastre capitate a “Proggette Miglianiche” quan’à duvute cagnà candidate-sindaco    

L’unica realtà c’a rimane ‘n campe, coma po’ ma nghe lu spirite di sembre, jè la Pro Loc’a nostre. Qua l’assenze ci stà, ma jè diverse. La Pro Loche guidate da Nicole Santalucia, lu Prisidente di puche parole ma di fatte cuncrete, po’ fa ‘ ’ddavere poche, picchè quell’a se nni jè attività pulitiche-amministrative ma uperative e urganizzative, settore a ddò li diviete pesene, pesene pur nel proggettare quelle che si vulesse fa da qua a cacche mese. 

Mo ulesse aggiunge ‘na curiosità. Pure esse, a vulè vide bbone cirte dinamiche, non jè prive di cacche significate a livelle locale. N’ci sta lu Calendarije 2021 de la Cufraternite di Sande Pandalone. Almene, ’n ci stà’ngore. Sarebbe un po’ tarde se adess’a essere presendate ggià duman’a ssere o dumenic’a mmatine, trattennese di nu calendarije. Intande ‘n ci stà. Jè la prima vote che succede da lu 2011, quand’à state realizzate la prim’edizzione. Ugne anne so avute mode di prisindarvele e di sullicitarv’a ‘ccattarle. Li so fatte pure negli anni cchiù recenti, senza tinè conte de la spucchios’indifferenze emerse da parte de li ggesture di che lu sudalizije. Li so fatte picchè ere ggiuste farle e le mutivazziune, tutte pusitive, sta’angore pubblicat’a qqua. L’avesse fatte pure st’anne, si ci’avesse state. Lo farò si ci sarà. Ma pi mò ‘n ci sta e quest’è quante. 

Lu Calendarije de la Cunfraternite di Sande Pandalone mnghe pe st’anne, dope dieci anne cunzecutive: troppe preste pi ddivintà tradizzione, forse ‘n po’ tardi pe evidenzià altre.

Bbene, anze, proprie bbene no. Ma la situazzione ne la nostra Mijaniche jè queste.

Nu che puteme fa? Certe averle signalate jè nu cuntribbute che niscun’a dà legge in mode polemiche, picchè vo essere nu stimole a tinè viggile l’impagne e nno ‘n accuse a chi fa o nen fa. Nu frequentature di stu spazzie di libbertà puteme fa la part’a nostre mittenne pronte la nostra disponibbilità a starce pure sole pe fà pubbliche quande l’apatije farà cascà la maschere de la pandemije e farà poste a la bbona volontà.

Bbona Dumeniche.       

   

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