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La letterina del sabato 22 agosto

Care Amiche e cari Amici,

in una settimana ricca di vivacissime emozioni culturali, che pure non hanno nascosto qualche nostro piccolo difetto, questa Letterina deve occuparsi anche di un problemino. Dico problemino perché va considerato sempre per quel che è la sua dimensione rispetto a tante vicissitudini che sono più grandi. Ciò non toglie che il problema c’è e che, se non avessimo quegli accidenti più macroscopici ed allarmanti, esso sarebbe in posizione ancor più evidente. La nostra Miglianico, le sue vie, le strade comunali e la stessa piazza non sono proprio pulitissime.

 

Quel che più salta agli occhi è la “semina” dei mozziconi di sigaretta. La battaglia annunciata dal Sindaco non ha conseguito alcun frutto e vede ancora l’assenza di appositi contenitori. Il fumatore, lo sappiamo, è un “maleducato involontario” ma seriale, perché nel gettare a terra, a volte cercando di centrare la griglia della fognatura, compie gesti quasi istintivi, non voluti ma che configurano piccoli e continui atti di maleducazione. Ad essi qualche volta si accompagna la “furbata” di chi spazza davanti al proprio uscio, privato o commerciale, limitandosi a spostare le cicche in mezzo alla strada, il che è molto più grave della “maleducazione involontaria” del singolo fumatore. 

Ma anche se si risolvesse per miracolo questa cattiva abitudine, resterebbero altri rifiuti, come gli escrementi di cani mal accuditi, a far bella mostra di sé, alcuni, soprattutto nelle strade extra-urbane, lasciati a giacere per pura inciviltà ma anche per una disinvolta più che rapida azione nella raccolta dei sacchetti da parte degli addetti. Il personale comunale dedicato alla “nettezza urbana” è quello che è, molto scarso rispetto ai tenti tratti di strade da pulire; si impegna e fa il massimo con grande diligenza; è impossibile moltiplicarlo e ci sono tante cose da considerare. Tra queste c’è n’è una, però, che pure ha un motivo per esser detta. Noi paghiamo la TARI e quando uno paga immagina di avere in cambio il servizio per cui ha pagato, ha dovuto pagare senza contrattare. 

Resta poi il mistero, segnalato anni fa quando fece la sua comparsa in centro (clicca qui per rileggere l'articolo), del mezzo che una volta a settimana  dovrebbe pulire le strade cittadine. Che costi qualcosa o che sia un regalo non importa: gira a vuoto. Le strade dove deve passare non vengono liberate dalle auto e, quindi, deve zigzagare tra quelle parcheggiate ben oltre gli spazi consentiti. Non sempre è assistito da chi sposta sotto le sue spazzole e gli aspiratori i rifiuti che non può raggiungere. Insomma, fa il suo onesto giro ma probabilmente è più vicino alla totale inefficacia che ad una pur parziale soluzione.         

Lo sappiamo tutti: far polemica non porta la nostra cittadina ad esser più pulita. 

Segnalare certe cose però lo si deve fare. Occorre davvero che ci sia una maggiore attenzione da parte di tutti nel fare la propria parte, casomai provando a far qualcosa di più. Qui non si tratta di essere pro o contro il Sindaco. Si tratta di avere a cuore il proprio paese, di sentire la vergogna o l’orgoglio di vivere in un ambiente, il nostro ambiente, pulito ed ordinato, di poterlo presentare bello e splendente a chi ci viene a trovare, proprio come fosse casa nostra, perché è casa nostra.

Approfitto per aggiungere un’altra segnalazione che si impone ogni sera nella quale si organizza qualcosa in piazza: la nostra piazza è buia. Il centro dello slargo che chiude via Roma, per intenderci il punto di accesso alla piazzetta, quello dove parte e arriva la “Miglianico Tour”, quello dove arrivano eventuali ospiti in centro, è un luogo desolatamente buio. Non regge alcuna scusante né sui soldi da spendere né sul fatto che non ci siano operai comunali né sulle procedure per un eventuale affidamento di un lavoro che costerebbe pochissimo né su ogni aspetto estetico o di armonizzazione con l’impianto di (in questo caso poca) illuminazione esistente né sul fatto che altri hanno sbagliato, cosa che è vera ma non ora non conta. Oltre quella ottimale, qualunque altra soluzione sarebbe meglio del buio nel punto più centrale di Miglianico, sia che si tratti di quattro file di lampadine o di faretti da discoteca o fossero anche quattro fanali di automobili montati sui balconi, tutto meglio del buio. 

Lascio queste doverose segnalazioni, che spero non vi sembrino una mia allucinazione, e passo con vera gioia agli argomenti di una settimana culturalmente emozionante.

Domenica scorsa, in piazza, è stato presentato il libro della indimenticabile Margherita Anzellotti “I racconti di Miglianico”. È stata una bellissima manifestazione grazie ad Olivia, alle autorità locali, agli illustri relatori intervenuti. È stato un evento culturale di grande spessore, già ricco da sé stesso di una vivace emozione che ha vibrato ancor di più quando Laila Tondini e Pino Timperio, da fini dicitori, hanno fatto rivivere alcune delle belle pagine dell’autrice. C’è stato solo un piccolissimo velo di ombra, quasi impercettibile ma pur presente: è quel vizio che abbiamo nel non saper essere riconoscenti come dovremmo. Alle cento persone presenti, infatti, non si sono aggiunte quelle che avrebbero potuto/dovuto esserci, non tanto per conoscere e condividere l’opera letteraria, quanto per plaudire e rendere omaggio, avendone avuto dono direttamente o indirettamente, all’opera culturale e sociale che Margherita ha incarnato. Insomma mancavano non pochi di quelli che avrebbero fatto bene ad esserci. Ma questo per fortuna l’ho notato solo io. 

Tutti abbiamo notato - spero ora che lo si ricordi in fatti più che a parole - quanto è stato detto a proposito della nostra lingua dialettale che, proprio grazie agli scritti di Margherita Anzellotti, ha avuto l’attenzione di importanti istituzioni, prima tra tutte l’Università di Utercht (Paesi Bassi) la quale ha ottenuto un finanziamento comunitario per lo studio di queste lingue, definite minoritarie ma che sono vere lingue, scritte e parlate. Il Miglianichese è un patrimonio. E lo stiamo rapidissimamente perdendo. Prederemo così anche quel valore aggiunto che pure è stato presentato e sottolineato. Infatti chi, anche senza studi elevati, parla e scrive la propria lingua dialettale oltre quella nazionale, per dirla in modo semplice “sta avanti”, perché è pari per apertura mentale ad un laureato che parla e scrive una sola lingua, mica niente!

Questa settimana che si va chiudendo, arricchita dalla lettura del libro di Margherita Anzellotti, mi ha portato una notizia attesa, coltivata ma insperata in un suo così rapido disvelarsi. L’Accademia Musicale di Miglianico sta per tornare a casa. La notizia è certa, anche se l’ho avuta da amici e non dalle autorità locali. I dettagli, alcuni dei quali conosco sin da quando ho avuto contezza della brillante intuizione del Sindaco circa la soluzione da lui inventata qualche anno fa, non tocca a me rivelarli, non sarebbe né corretto né bello. L’ufficialità spetta proprio al Sindaco. Sarà lui a dare l’annuncio con i dettagli, gli interessanti dettagli, che completeranno la notizia dello straordinario e bellissimo ritorno a casa di una realtà culturale che è sempre stata nostra in quanto Accademia Musicale di Miglianico, senza altro piccolo toponimo specificativo.

Oggi c’è il Premio “Paride Di Federico”. Nella evidente impossibilità di allestire il premio di poesia vero e proprio, che non poteva certo essere avviato in tempi di clausura da COVID-19, il Comune e la Pro Loco hanno voluto proporre un omaggio a questa realtà culturale che è entrata nella sua prima adolescenza. Stasera, con inizio alle 20,30, presso la piazzetta della Casa delle Monache in via Sud a “Lu Cudàcchie”, ci sarà l’edizione 2020 del Premio di Poesia “Paride Di Federico”. In assenza del concorso, la serata sarà tutta dedicata alla lettura di alcune poesie del nostro indimenticato giovane Poeta con l’aggiunta della presentazione del libro “La Rotta delle Nuvole - Piccole bussole per sognatori testardi” di Peppe Millanta, noto artista, scrittore, sceneggiator e musicista.

Vi invito a condividere due piccole considerazioni. Il fatto che in una realtà certo non grande, in otto giorni si presentino due libri è un bel segnale. Occorre che la riposta del pubblico faccia capire di aver capito il segnale, o meglio, di esserne degno.

La seconda considerazione riguarda il Premio “Paride Di Federico”. Averlo fatto nascere ed averlo portato avanti in un continuo crescendo è un elemento tutt’altro che scontato, direi che è una cosa meravigliosa. Di questo va dato merito innanzitutto alla Famiglia di Paride, alle Amministrazioni Comunali che si sono succedute - con una menzione speciale per la maestra Laura Galasso e chi insieme a lei fu tra i pionieri di questa avventura - ai tanti che hanno collaborato fino ai giorni nostri, tra i quali voglio segnalare Massimo Sulpizio e, sopra tutti, la nostra bibliotecaria, Gertrude Fabucci. Ora, forse, occorre far sì che ci sia un balzo in avanti tale da portare questo Premio, e con esso Miglianico, a livello nazionale e, più in là, chissà, internazionale. Questo rilancio in corsa serve perché la memoria di Paride lo merita, non solo ma perché occorre che ci sia giusta ambizione ed anche perché, come tutti sappiamo, queste manifestazioni se non crescono son poi destinate a spegnarsi più o meno lentamente. E tutto allora sarà reso vano. Come fare a garantire questo balzo in avanti non ho dignità per suggerirlo. Che si debba fare lo possiamo chiedere tutti, consapevoli che comunque occorrerà dare una mano, perché le cose non vengono su da sole. 

Anche se siamo in Italia, il Paese che ha la maggior parte del patrimonio culturale del mondo intero, le cose nel settore della cultura non son mai facili da fare. Ma vale sempre la pena provare a farle, per essere degni di tanta storia.  

Buona Domenica. 

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