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Le cose belle di un’estate straordinaria

Cari i miei ventitré lettori,

che questa estate sia straordinaria non c’è bisogno di spiegarlo. 

Dopo tanti proclami buonisti, dopo tante promesse lanciate con gli auto-incoraggiamenti su tema “andrà tutto bene”, ormai scolorite come quei lenzuoli allora colorati, è arrivato il momento di fare un primo consuntivo su questa estate 2020. 

 

Va fatto oggi perché già dal 1° Agosto la nostra eccezionale Pro Loco, che niente e nessuno può fermare, ha appena annunciato “Miglianico Eventi 2020”, un programma intelligente e ricco di interessanti manifestazioni che ci invoglieranno, spero, ad uscire di nuovo nelle prossime settimane e a rianimare la piazza oltre il tempo dell’aperitivo o del bivaccare sulle sedie del bar che è chiuso per turno.

Va fatto oggi perché di cose belle da segnalare, tra tante altre, ce ne sono più di una e perché, altrimenti, come purtroppo spesso accade, quel che non è andato bene o quel che non va bene potrebbe sgomitare e farsi largo per stare in prima fila nell’attenzione di chi scrive o di chi legge.

Le cose belle partono dalla riuscita della Festa di san Pantaleone. La festa è riuscita, a dispetto di quanti - ovviamente dopo - hanno manifestato opinioni diverse. È riuscita semplicemente perché si è fatta.  Quasi nessuno solo un mese fa avrebbe sperato di poter vedere il mercato, sentire la banda e gli spari di bombe, andare al santuario, assistere alla Messa in una piazza abbellita dagli splendidi rosoni fatti dalle nostre super “Uncinettine”, tutto in una bellissima giornata che, facondo riferimento a piccole storie del passato, farebbe dire “Il Santo ha gradito”. Non era sperabile, non era affatto scontato che la festa ci potesse essere, eppure è avvenuto. Va segnalata come una bella pagina proprio per questo. Ancor di più dovrebbe oggi far capire a tutti noi che la miserevole risposta, fatta addirittura di centesimi, che abbiamo dato nelle cassette predisposte dalla Pro Loco è stata una cosa indegna della nostra storia che ha visto organizzare le feste patronali con tutta la generosità possibile anche in tempo di guerra e sfollamento. È stato un altro segnale che evidenza che la lezione della clausura forzata non l’abbiamo appresa. Così si scoraggia ogni ipotesi di festa per il prossimo anno. 

Oggi però voglio presentare solo cose buone. 

Comincio con l’ennesimo intervento della Pro Loco, che per la Festa tanto ha fatto insieme alla Protezione Civile Comunale, per risistemare anche il totem con le notizie su san Pantaleone, dono del Comitato Feste 2019, che si trova nella piazza antistante il Santuario. Ancora un grazie all’infaticabile Presidente, Nicola Santalucia, e all’ottimo e sempre pronto Vincenzo Marinucci anche per questo lavoretto importante anche se non appariscente.

 

C’è una grande gioia perché, come invocato e suggerito anche da questo spazio di libertà, la 50^ “Miglianico Tour” verrà comunque ricordata fattivamente, con qualcosa di bello e di significativo. Giulio Orlandi, Presidente dell’ASD “ADES”, mi ha annunciato che il prossimo 9 agosto ci sarà una camminata/corsa sul classico percorso della nostra corsa d’agosto, senza classifica, senza altre cose ma con quel richiamo che radunerà gli Amici dello Sport (ADES) e tutti gli Amici della “Miglianico Tourattorno ad una ideale torta con le storiche 50 candeline.

Voglio poi raccontarvi una storia molto bella che, a differenza di tante stupidaggini che affollano i social, è sbucata appena-appena da qualche parte ma è rimasta di fatto sconosciuta come sconosciuti son rimasti i suoi protagonisti, piccoli eroi civici della nostra Comunità. È la vicenda che riguarda la completa ritinteggiatura della scuola elementare “Cesidio D’Amato”. A compier l’opera, realizzata davvero in modo egregio con l’aggiunta della riverniciatura dei radiatori (smontati e rimontati, ndr.) sono stati Nando Pulcinella e William Stella, i nostri simpaticissimi autisti degli scuolabus comunali. A loro va fatto un grande applauso non solo per aver accettato di indossare la tuta da decoratore ma per la qualità del lavoro svolto, completato in tempo perché si possa far asciugare bene tutto e si possano rimettere a posto gli arredi scolastici in vista dell’auspicata riapertura. Nando e William avrebbero potuto legittimamente rifiutarsi di passare da autisti in smart-working a operai in presenza, benché artisticamente qualificati. Invece hanno accettato con entusiasmo e hanno compiuto un opera che, a spanne, ha fatto risparmiare al Comune dai 30 ai 50 mila euro, visto che alle casse comunali è costato solo il materiale e non tutte le spese di un normale appalto d’opera. Sorge a tal proposito un dubbio sulla disponibilità di quanti percepiscono il “reddito di cittadinanza”. Il dubbio, che mi è stato sollevato anche non polemicamente da più persone, ma che andrà ben verificato prima di approfondire con giudizi e proposte, è se questi Cittadini possono esser chiamati a dare una mano visto che percepiscono soldi pubblici, se ciò è stato fatto ed hanno rifiutato, se è stato fatto e hanno dato una mano in altri lavori. Attendiamo chiarimenti e informazioni. 

Torniamo però alle cose buone già fatte. Torniamo a Nando e a William perché meritano spazio sul podio del valore civico e le giuste luci sui loro volti. È bello dir loro grazie per quel che hanno fatto, per come lo hanno fatto e per quello spirito non solo di attaccamento al senso del dovere ma soprattutto di amore per la propria comunità che hanno saputo trovare come motivazione.

Parto da loro, Amici prima che colleghi, per un ultima cosa bella, molto bella da ricordare. 

Domani si celebra la “Giornata mondiale dell’Amicizia”.

Amicizia è una parola usata spesso e qualche volta abusata. Il suo valore è molto più profondo e pieno di quella consuetudine di vita che ci fa incontrare e star insieme a persone che amiche però non sono. È un legame che ha un valore riconoscibile, perché l’Amico c’è sempre, senza un motivo che lo chiami, o arriva perché un motivo serio lo chiama anche in silenzio. Quello dell’amico è un sentire che lacera l’animo quando chi ti è Amico sceglie di non esser più tale, dimentica le cose belle, piccole ma belle dell’Amicizia, e mette il proprio egoismo a occupare ambedue i posti del legame vissuto fino a quel momento. Da quel momento l’Amico comincia ad aspettare che l’egoismo del suo Amico venga rimesso a posto, facendo tornare libero il gancio del legame. Lo fa senza lamentarsi, soprattutto senza maledire chi ha deciso di non esser più suo Amico, perché l’Amico non è un innamorato che pretende ma è chi trova la sua gioia nel dare e nell’esserci senza calcoli e senza gelosie esclusiviste. 

Dai tempi del Ginnasio per capire se uno è amico ho sempre fatto riferimento nel mio intimo anche ad una frase di Appio Claudio Cieco: Amicum cum vides obliviscere miserias”. Come può ben capire anche chi non ha mai studiato il latino, significa “Quando vedi un Amico dimentichi gli affanni”. 

L’Amico non è trovare un tesoro di monete ma sentire la gioia che rende lieve l’animo e lo allieta. 

E allora grido con gioia Evviva alle mie Amiche e ai miei Amici. 

Viva l’Amicizia.  

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