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La letterina del sabato 30 maggio

Care Amiche e cari Amici,

nel silenzio generale, parlo in particolare dei nostri Concittadini eletti in Consiglio comunale, si è sentita la sola voce dell’Azione Cattolica Parrocchiale in merito alla celebrazione dei cento anni dalla nascita di don Vincenzo. In sintonia con tutta la Parrocchia sta organizzando qualcosa a partire, com’è giusto, dalla santa Messa del 17 giugno prossimo. Si tratta di una iniziativa molto interessante.

 

È la narrazione della vita di don Vincenzo a Miglianico attraverso le fotografie, da proiettare o da collazionare in pannelli - non so - che lo ritraggono non solo in occasione delle cerimonie religiose ma anche nei tanti altri momenti che lo hanno visto impegnato nelle piccole e grandi realizzazioni attraverso le quali ha segnato lo sviluppo e la trasformazione di Miglianico. Se queste ultime foto possono esser quelle più interessanti, le prime, quelle legate alle cerimonie religiose sono molto importanti perché raccontano molto anche della vita dei Miglianichesi, aiutano a far riemergere i volti di famiglie o di gruppi di amici attraverso battesimi, comunioni, cresime, matrimoni e anche funerali.

Ai miei ventitré lettori estendo l’invito dell’Azione Cattolica parrocchiale: chi ha le foto le vada a cercare e le consegni prima del 5 giugno (in prestito ovviamente, oppure già scansionate su file d'immagine) proprio all’Azione Cattolica Parrocchiale perché si sta impegnando in questa bellissima operazione che ha un doppio grande valore: quello del ricordo di don Vincenzo e quello della narrazione di mezzo secolo della nostra storia locale.

A proposito di silenzio non ho sentito né letto proposte su quel che verrà ora in questa fase 2-quasi fase 3 della pandemia e nel prossimo futuro in merito a progetti sociali e culturali, al recupero e alla rivisitazione di feste e momenti tradizionali, al rilancio della nostra economia locale, alle iniziative nuove, alle proposte innovative financo rivoluzionarie. Forse mi sono distratto un po’ e non ho colto l’intenso dibattito che c’è stato e si va sviluppando. Ho avuto l’impressione che la prima cosa che almeno alcuni hanno fatto è far bisboccia senza dimenticare di disseminare il territorio di guanti e mascherine usate. Dei buoni propositi alternatisi alle tante foto di pizze e dolci fatti in casa che hanno riempito i social nelle settimane più dure della chiusura totale sembra non sia rimasto nulla. O forse no.   

I tempi nuovi che stanno arrivando non possono esser affrontati con la nostalgia del recente passato che non potrà tornare così com’era; non dovrà tornare uguale a prima perché neppure sarebbe giusto. Se la novità che si fa avanti è tutta nella caciara di chi vuol fare a tutti i costi la sua piccola movida o sta nell’arroccarsi e nel lamentarsi stordito dal complottismo del momento devo dire che forse non siamo messi proprio bene. 

Ho fiducia, nonostante tutto. Non smetto mai di avere fiducia nell’essere umano.

Con fiducia attendo di vedere cose nuove, buone da poter esser collocate nei tempi nuovi che stanno arrivando rapidamente, cose che siano capaci di farli diventare un futuro migliore, dove l’umanità sia meno schiava degli interessi materiali, dove ci sia attenzione veloce ed efficace per colmare le disparità che stanno aumentando tra ricchi e poveri, dove ci sia più senso civico, dove ci sia più cura del creato, insomma dove ci sia più amore per il prossimo che per il denaro. 

Nei prossimi giorni avremo due ricorrenze da non dimenticare.

Il 1 giugno infatti è la “Giornata mondiale dei Genitori”. Questa ricorrenza è stata proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2012 per onorare i genitori di tutto il mondo. La giornata mondiale è un’opportunità di apprezzare tutti i genitori di ogni razza e colore che vivono in ogni parte del pianeta, di apprezzarli e ringraziarli per la loro dedizione altruistica ai figli e il loro sacrificio continuo per sostenere il rapporto con i figli. Ognuno festeggi come meglio crede, purché lo faccia.

Il 2 giugno, come è più noto a tutti, è la Festa della Repubblica. 

È bene fermarsi un attimo a pensare che la Repubblica non è un accidente qualsiasi ma la conquista di un Popolo che ha saputo rialzarsi dopo una tragedia immane. È un patrimonio da tutelare, è un valore assoluto. È la nostra casa istituzionale, nella quale vivere dando il meglio di noi stessi come Cittadini.      

Quindi è bene far festa. È bene ascoltare “Il Canto degli Italiani” o, meglio, cantarlo con gioia, con entusiasmo, mai avendo pudore di farlo perché è il nostro inno nazionale. È bene che si sorrida al tricolore, meglio se lo si è collocato al balcone di casa propria.

Facendolo, è come se vedessimo il nostro angolo di cielo attraversato dalle Frecce tricolori.

Buona Domenica. 

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