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La letterina del sabato 16 maggio

Care Amiche e cari Amici,

prima di arrivare alla tema principale di questa Letterina di metà maggio, ci sono due notizie che meritano un commento veloce. La prima riguarda il perdurare di comportamenti incivili diffusi da tempo ed ora divenuti macroscopici. Sappiamo del ritrovamento dei rifiuti abbandonati presso il centro comunale di raccolta. I responsabili pare siano stati identificati e denunciati. Bene. Occorre perseguire e punire i responsabili di questi gesti incivili. La stragrande maggioranza dei Cittadini segue le regole, è attenta, ha cura dell’ambiente. I pochi che spavaldamente e con voluta e sdegnosa indifferenza continuano a fare porcherie vanno puniti e ricondotti ad un comportamento civile. Se ci sarà un giudice capace di adeguata elasticità la prima parte della condanna dovrebbe essere un affidamento forzoso e molto serrato dei colpevoli ai servizi di nettezza urbana, così da costringergli a pulire tutto il territorio comunale, fino all’ultimo fazzolettino di carta e all’ultima cicca di sigaretta. Poi c’è un’altra cosa da fare, sempre nel rispetto delle leggi e se la privacy non lo impedisce, far sapere a tutti chi sono questi soggetti affinché anche nel privato si possa dire loro, civilmente ma fermamente, che quello cha hanno fatto è stata un’offesa a ciascuno di noi che saremo capaci di ascolto e comprensione.

 

La seconda notizia è che da lunedì potremo tornare a Messa. Sarebbe facile commentare anche spiritosamente alcune delle regole imposte. Però sono imposte da un’emergenza e non dettate da capricci. Occorre seguirle e aiutare gli altri a farlo. L’unica perplessità, che in fondo è un sincero augurio perché vorrà dire che saranno in tanti a voler andare a Messa, è relativa all’ipotesi che ci sia un numero di prenotazioni maggiore dei posti disponibili nelle tre messe “prenotabili” dalla celebrazione vespertina del sabato a quella serale della domenica. Ogni Santa Messa non potrà esser seguita in loco da più di 120 persone, se ho capito bene. Il totale fa 360 su una popolazione di circa 5.000 abitanti dei quali almeno il 20/25%, cioè almeno un migliaio, dovrebbe essere costituito da cattolici praticanti. Non possiamo escludere che nessuno resti fuori, nel senso che non possa prenotare. Temo che qualche difficoltà ci potrà essere tra mancate prenotazioni di chi non ne sa l’esistenza o non sa farla, arrivi fuori orario e tentativi di entrare comunque. Ora possiamo solo verificare come andrà. Spero che possa andare bene, con serenità, ricordandoci l’invito del nostro Parroco, don Gilberto “Riprendere, per quanto possibile, la vita cristiana comunitaria richiede responsabilità e serietà, che per noi rendono concreta la Carità di Cristo, che deve dimorare in mezzo a noi, anche con il distanziamento, le mascherine e l’igienizzante: «Al di sopra di tutto, fratelli, vi sia la Carità!» (Col 3,14).       

Cento anni fa, il 18 maggio del 1920, nasceva a Wadowice (Polonia) Karol Wojtyla, il futuro Papa Giovanni Paolo II. È stato Pontefice e protagonista della vita mondiale dal 1978 al 2005. Ci saranno fiumi di parole da parte di tanti a ricordare questa figura che ha segnato come pochi nel quel tratto di storia che ha abbracciato il passaggio dal vecchio al nuovo millennio.

Ma questa Letterina da non pochi giorni è destinata ad un altro anniversario, che arriverà tra un mese. Il 17 giugno 1920, cento anni fa, nasceva nella vicina Ripa Tetatina, Vincenzo Pizzica, che sarà poi il nostro don Vincenzo, il Parroco che per circa mezzo secolo è stato la guida spirituale di questa nostra comunità, nella quale è stato figura importante anche come insegnante, come animatore sociale e sportivo nonché quale promotore e realizzatore di quella che è una se non la più importante realtà economica locale, cioè la Cantina Sociale. 

Avrei dovuto scrivere, avevo scritto “indimenticato Parroco”. Ho prontamente cancellato l’aggettivo. Non possiamo e non stiamo dimenticando don Vincenzo, il nostro don Vincenzo. Abbiamo dimenticato di dirgli grazie, di rendere visibilmente imperitura la nostra gratitudine con almeno un atto, un gesto che non sia la memoria affidata alla preghiera, che pure penso sia per lui la più gradita. 

Non devo e non voglio presentare all’attenzione dei miei ventitré lettori tutto quel che don Vincenzo ha fatto. Non sono state cancellate da questo spazio di libertà le testimonianze già rese. Ripeterle non sarebbe certo fuori luogo. Però ora non serve. Loro sanno benissimo di chi sto parlando. Ora non c’è necessità di aggiungere particolari.

Occorre, invece, che chi può decidere lo faccia, senza scuse e, men che mai, senza comode dimenticanze. Non vale come giustificazione del non decidere neppure la pandemia. Si tratta di adottare atti. Si tratta di assumere delibere e decisioni che non richiedono quel concorso di popolo che verrà poi a far cerimonia quando sarà possibile. 

Spero che il Consiglio comunale, su proposta ampiamente condivisa e con voto unanime, decida di intitolare una strada a “don Vincenzo Pizzica”. Quale strada? Faccio una proposta che deve essere valutata senza tener conto di chi l’ha fatta. La strada da intitolare potrebbe essere quella che dalla provinciale per Montupoli/via San Giacomo accede alla Cantina Sociale e al campo Sportivo “F.lli Ciavatta” e si collega alla S.P. Chieti-Tollo passando davanti al “Pala Miglianico”. In questo modo la memoria civica ricorderà don Vincenzo in uno dei luoghi dove ha profuso in diverso modo il suo impegno, perché oltre ad aver fondato la Cantina Sociale è stato anche dirigente della Società Sportiva Miglianico Calcio. E comunque è molto bello che il suo nome stia vicino a quei luoghi dove ci sono giovani che stanno insieme. Inoltre questa sarebbe una soluzione che non creerà praticamente nessun problema a chi dovesse modificare i propri documenti in conseguenza della nuova denominazione che arriva al posto di quella attuale, tra l’altro generica e per niente indicativa di quel tratto di viabilità cittadina. La proposta potrebbe avere come primi firmatari Fabio Adezio e Carlo Biasone, cresciuti ambedue all’ombra del campanile e che penso abbiano conservato affetto e riconoscenza per don Vincenzo. Il Consiglio comunale per approvare la delibera si potrebbe tenere proprio il 17 giugno, che sarà di mercoledì. Poi saranno i nostri consiglieri comunali a decidere quando fare una piccola cerimonia pubblica preceduta, seguita o accompagnata da una Santa Messa e da qualsivoglia altra iniziativa da parte della Parrocchia, dell’Azione Cattolica di Miglianico, della Cantina Sociale, della Miglianico Calcio, dell’associazione “don Vincenzo Pizzica” e di chiunque altro vorrà contribuire a ricordare questa figura di grande sacerdote che resta meritatamente indimenticabile. 

Qualche occasionale visitatore di questo spazio di libertà si starà chiedendo o si è già chiesto, interrompendo stizzito la lettura di questa Letterina: “Ma tra tanti guai che abbiamo ‘sto cretino sta a pensa’ all’anniversario di uno che è morto da quindici anni?!”. 

Ci sarebbe da obiettare che la gratitudine verso persone come don Vincenzo - una gratitudine ancora non dimostrata come avrebbe invece dovuto essere - non può avere data di scadenza. 

La riflessione che ha sorretto questa Letterina è più ampia ma la posso sintetizzare in una sola frase.    

Chi non ha memoria del proprio passato non è degno di alcun futuro. 

Buona Domenica.

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