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La letterina del sabato 11 aprile

Care Amiche e cari Amici,

da ormai non pochi giorni seguo in diretta streaming le Sante Messe e le azioni liturgiche che si svolgono nella nostra parrocchia. Facendolo e meditando ciò ho avvertito quel sentimento misto di desiderio e di tristezza che forse devono aver provato e che ancora provano i cattolici che vivono dove la professione della nostra fede non è libera o è carica di pericolo per la sicurezza personale e anche per la vita.

 

Ho pensato alla “Chiesa del silenzio, come veniva definita quella costretta dai vincoli dei regimi totalitari marxisti o alle chiese “tenute d’occhio” da altri regimi egualmente illiberali o a quella oggi vivissima nei luoghi dove l’estremismo islamico e non solo ogni domenica semina morte durante le Sante Messe. Certo quel che ho provato è probabilmente un milionesimo o anche molto meno di quanto hanno vissuto o vivono quelle sorelle e quei fratelli in Cristo di cui ho appena detto. Ma anche il pochissimo che mi ha colpito è servito a farmi capire qualcosa. 

La vita della Comunità è un valore straordinario. 

Ora posso appena immaginare quale sia stata la forza che hanno potuto trovare i primi cristiani quando essere seguaci di Cristo era davvero difficile. Posso capire, per converso, quanto a noi sembri scontato quel che invece è tutt’altro che scontato o banalmente riducibile a poco più di una consuetudine sociale. 

Come per la libertà, bene supremo della vita civile, la mancanza imposta anche di una sola Messa fa capire quanto sia importante fare la propria esperienza di fede nella Comunità ove lo Spirito Santo non casualmente ci fa vivere. 

Chissà, questa Santa Pasqua di Resurrezione dell’anno 2020 sarà ancor più carica di doni celesti e di significati terreni se riusciremo a capire questo. 

Se, con questo, capiremo anche che occorre rifondare la comunità locale. Se capiremo che occorre rinvigorirla di nuova linfa. Se capiremo che occorre sostenerla la nostra Comunità, promuovendo lo sforzo delle nuove generazioni. Se capiremo che è necessario recuperare per essa un senso del dovere comunque nuovo. Se capiremo  che bisogna saper respirare umanità, profondamente ma senza affanno. Se capiremo che dobbiamo ricordarci di quelle comuni radici cristiane che sono l’unico vero e possibile collante dell’Europa e non solo di essa. Se capiremo che bisogna pensare la solidarietà come energia di una scelta positiva e non come lo sforzo da profondere da eroi di ogni emergenza. Se capiremo che tutto questo vale a partire dalla nostra Miglianico. 

Se capiremo anche questo allora la Santa Pasqua del 2020 non sarà arrivata e non passerà solo per una narrazione episodica benché storicamente importante ma sarà motivo di potercela augurare con tutto il cuore perché avremo un cuore nuovo.

Buona Domenica!

Buona Pasqua di Resurrezione. 

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