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La letterina del sabato 14 dicembre

 

Care Amiche e cari Amici,

ho atteso, insieme ai mei ventitré lettori, che ci fosse una solidale ed entusiastica lode, un grande ed aperto apprezzamento da parte dell’insieme-che-divide sul nostro Albero di Natale, frutto della passione e della geniale generosità delle Concittadine che hanno eseguito il monumentale lavoro all’uncinetto, della SICMA, della eccellente Pro Loco, dell’Amministrazione comunale e di tanti altri che hanno dato una mano. È stata un’attesa vana. Purtroppo quel non-gruppo sembra ancora avvinto dal suo vizio di origine, sa solo dividere, non riesce a pensare positivo in termini di comunità senza divisioni. Non bisogna mai perdere la speranza. 

 

Intanto ciascuno di noi ha potuto ascoltare i giudizi e soprattutto le critiche di chi non sa mantenersi la lingua collegata al cervello, o almeno alla parte del proprio cervello non ancora bacata dall’odio e dall’avversione preconcetta. Non entro nei dettagli delle tante cose dette. Il gusto di ciascuno va rispettato. La stupidità no. Discutere con stupidi-spara-sentenze è inutile e dannoso. Non lo faccio, perché chi assisterebbe ad una tale discussione alla fine non riuscirebbe più a distinguere chi dei due è stupido. Ora si sa che sono loro. Il gusto è il gusto, va bene. Ma i fatti sono i fatti e su quelli bisogna esser un po’ più seri. Si può non apprezzare il nostro albero di Natale, anche se è un capolavoro. È successo tante volte che i capolavori, all’inizio e per non poco tempo, non sono stati apprezzati, soprattutto da certe persone. Ma ci sono aspetti che vanno considerati alquanto obiettivamente e che accrescono il valore di quel capolavoro. Sono stati in tanti a venire a Miglianico e a fermarsi in piazza appositamente per venire a vedere l’albero all’uncinetto. Non è mai successo, anche quando l’Amministrazione ha realizzato alberi grandi e belli, che ci sia stato qualcuno che si sia mosso da fuori Miglianico per venire a vederlo. Non pochi di quelli che son venuti appositamente e si son fatti selfie per i post sui social hanno poi approfittato dell’occasione per prendere un caffè o consumare qualcosa qui a Miglianico. Non è poca cosa, sempre se si ha un cervello in funzione nel lobo del ragionamento senza avversione preconcetta.

Se una polemica poteva esser fatta, costruttivamente, è che manca il Presepe, tanto caro a Papa Francesco e segno identificativo della nostra tradizione. Non è facile realizzarne uno in piazza tenendolo al riparo dall’oltraggio gratuito di qualche cretino o dei cani i cui proprietari continuano a considerare piazza e strade cittadine come la più costosa toilette per animali mai realizzata: parlo della ripavimentazione del centro ad opera di “Progetto Miglianico”    

Mi fa piacere segnalarvi che in piazza, nei locali che sono stati per noi quelli storici della Caserma dei Carabinieri, ha aperto la “Pasticceria Lolita”, una nuova realtà commerciale, frutto di coraggio imprenditoriale e segno di voler credere al futuro di questa Cittadina. Alla signora Lolita e ai suoi collaboratori va un forte augurio di successo e un grazie sincero. Ha riaperto con un felice impatto, frutto di offerta e di cortesia, la macelleria di via Martiri Zannolli, ora gestita dal signor Gabriele e dai suoi familiari. Dopo alcune iniziative e in attesa di altre, queste novità segnano forse un punto a favore sulla scelta di mantenere il Municipio in Piazza che sta ridiventando un punto di attrazione. Questo non risolve i problemi strutturali del nostro centro storico, già descritti e analizzati, ma significa qualcosa, che non è poca cosa.

Non è poca cosa, infine, la tradizione rappresentata dal Calendario della Confraternita di San Pantaleone. Mantiene il suo assetto grafico. I testi hanno la prestigiosa firma di don Gilberto, del prof. Antonello Antonelli, della dottoressa Annalisa Palladinetti, della dottoressa Simona D’Aversa e di Massimo Italiani, membro della Confraternita. Segnalo l’omaggio all’Amico Benito D’Aversa i cui capolavori artistici sono presenti da anni in più luoghi del nostro Comune. Ogni anno ho segnalato ai miei ventitré lettori il valore simbolico di questo calendario. I fatti che si sono registrati nei mesi scorsi, che hanno un valore assoluto, non modificano il giudizio su questo segno importante per la nostra Comunità. Occorre saper distinguere. Non si può trascinare nella parte negativa creata da certuni quel che è elemento positivo a sé stante. San Pantaleone è una cosa, noi un’altra. Il calendario, cartaceo, poco pratico, probabilmente non fruibile, in quanto soppiantato dalla tecnologia veloce e a portata di mano, sembra un oggetto fuori dal tempo. Lo è, probabilmente lo è. È proprio quello il suo fascino. Questo esser un oggetto fuori dal tempo lo rende interessante, capace di essere elemento simbolico e significativo proprio perché non deve essere valutato come oggetto utile per cose di poco conto. Acquistarlo, averlo in casa, possibilmente esporlo negli esercizi commerciali, qui e altrove, è importante. È bello.

Buona Domenica.   

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