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La letterina del sabato 16 novembre

 

Care Amiche e cari Amici, 

riflettere prima di scrivere, così come è nel parlare, aiuta sempre, soprattutto consente di non mettere a rischio certi rapporti che, per altro verso, si rovinano perché chi ascolta/legge, la sua riflessione non l’ha messa prima di reagire. 

Vedendo il report sulle reazioni seguite alla pubblicazione della Letterina di sabato scorso il primo istinto è stato quello di riservare l’incipit di questa Letterina ad un rimprovero verso i miei ventitré lettori. Avevo chiesto, ovviamente a loro, che sono gli unici che mi leggono, di manifestare espressamente “adesioni e condivisioni” sulla posizione di aperta solidarietà alla senatrice Liliana Segre, che, tra l’altro, è Professore onorario della “d’Annunzio”. Non l’ho mai fatto. L’ho chiesto una volta sola in tutta la piccola storia di questo spazio di libertà proprio perché era, è importante. Non c’è stata praticamente alcuna espressione di adesione né c’è stata condivisione, non ci sono state neppure avversione o distinzione che pure erano nel conto. Nulla. È grave.

 

Perciò avrei voluto rimproverare i miei ventitré lettori, perché è triste constatare che tutti loro sono rimasti indifferenti davanti a quel che sta subendo una Donna che ha una sola colpa: esser stata una bambina sopravvissuta alla prigionia in un campo di concentramento. Non posso rimproverare chi ha scelto di stare con l’insieme-che-divide e si guarda bene dal farsi annoverare tra i miei ventitré lettori. Da quel lato, in questi giorni, oltre a stantie polemiche e a nuove uscite sugli stessi temi, la dignità umana, la libertà e la democrazia si sono fermate a seggiolini e autovelox.  Non posso rimproverare quelli che spendono larga parte della loro giornata a essere “social de noantri” ma non animali sociali. Ma ai miei ventitré lettori il rimprovero potevo farlo visto che proprio a loro ho chiesto di non essere indifferenti. Poi, riflettendo ho deciso di non rimproverare nessuno. Ci mancherebbe. Sarebbe anche tempo perso. Ho capito che sono in schiacciante minoranza. Penso che certi valori siano importanti, che senza di essi si può scivolare in regimi peggiori di quelli che hanno devastato questo mondo nel secolo scorso perché più pervasivi e potenti sono gli strumenti di indottrinamento e stordimento delle persone. Sono solo a pensarlo? Siamo in pochi, pochissimi? Bene. Non mi adeguo alla maggioranza, che è indifferente e accetta che ci siano odio razziale, intolleranza, discriminazione, sopruso e violenza verso chiunque soprattutto perché è giudicato diverso o straniero, alla maggioranza che protesta solo per il suo orticello materiale o, al massimo, va a rimorchio ma senza sapere nulla o quasi. Non sono certo felice di sapere che la situazione è questa. Non abbiamo un grande futuro per noi e soprattutto per i nostri figli se l’indifferenza è il sentimento che pervade il nostro animo di cittadini. 

In questi giorni ho avuto la possibilità di leggere rapidamente (lo farò di nuovo con più attenzione) un libro straordinario: “Osa sapere - Contro la paura e l’ignoranza” del prof. Ivano Dionigi, già Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, ora Presidente dell’Alma Laurea e della Pontificia Accademia di Latinità. Leggetelo; leggetelo agli altri e con gli altri; regalatelo a Natale; dormite con quel libro accanto. Se non volete farlo almeno rileggete la storia dell’impero romano, ab Urbe condita, senza far esercizio di memoria su date e battaglie ma sullo spirito che ha consentito ad una insignificante città-stato di diventare la più grande comunità culturale della storia umana. C’è tanto da capire e da imparare da quello che, non a caso, è stato per un paio di millenni il pilastro della civiltà occidentale e non solo.

A proposito di capire e di imparare torno a quanto promesso nella Letterina del 5 ottobre scorso. A proposito della seduta del Consiglio comunale di due giorni prima (3 ottobre) mi ero riservato di leggere il resoconto ufficiale per farmi un’idea di cosa fosse veramente accaduto. Nel mentre è ripresa l’attività social dell’insieme-che-divide centrata perlopiù, fatti salvi i successivi caffè e cicche, sui temi che sono stati oggetto del contendere tra maggioranza e opposizione proprio in quel Consiglio comunale. Prima di entrare nel merito occorre riconoscere ancora una volta che l’opposizione fa bene a postare commenti e a pubblicare video per attaccare la maggioranza. Ciascuno legge, vede, ascolta e si farà una sua idea.

Ai miei ventitré lettori segnalo solo alcuni piccoli aspetti. Il primo è che su risultati oggettivamente positivi come quelli relativi alla raccolta dei rifiuti è penoso cercare scuciture. Si possono fare proposte migliorative, casomai anche provocatorie, ma sfruculiare a casaccio tanto per attaccare è controproducente. Il secondo è che il video è un’ottima soluzione comunicativa, certamente meglio dei manifesti pre-festivi elaborati strampalatamente da quelli di “Progetto Miglianico”, i co-progenitori dell’insieme-che-divide. Evidentemente la preziosa e molto competente consulenza attiva durante la campagna elettorale non c’è più nella prestigiosa sede dell’insieme-che-divide. Mettere davanti alla telecamera tre consiglieri che leggono con pochissima disinvoltura messaggi scritti probabilmente dal solito ghost-writer uno-e-trino, per poi far fare la chiusurina dello spettacolo al mio Amico Carlo Biasone, quasi nascosto dietro il ruolo di signorina buonasera, non è la scelta più efficace. Meglio l’imperfezione della spontaneità che la finzione costruita a tavolino; meglio una indecisione naturale che far fare l’attore a chi attore non è. Ma, lo ripeto, questa scelta di comunicazione è molto, molto meglio di quanto veniva invece scritto ma poi solo affisso dai “progettisti” nello scorso quinquennio. E meglio anche della pagellina con “zero in condotta” fatta affiggere ieri. Più delle domande, legittime, pertinenti, incalzanti e in attesa di adeguata risposta, che appartengono al potere di controllo e di stimolo che l’opposizione deve giustamente esercitare, essa evidenzia il pregiudizio; fa indossare l’abito di scena da professorini dell’avanspettacolo a chi supera il limite amplissimo della critica e della satira. Meglio il video. Il terzo aspetto è relativo alla strategia dell’insieme-che-divideÈ un’opposizione ancora un po’ rintronata dalla sconfitta elettorale del maggio scorso. È sempre più evidente che non ha l’ha digerita perché non se l’aspettava; era davvero convinta di stravincere. Quel che resta come linea di condotta è la scelta polemica che, secondo loro, deve aver portato più frutti: dipingere il Sindaco, Fabio Adezio, come arrogante, presuntuoso, saccente e poco simpatico. Forse ha funzionato nel raccattare voti a maggio. Ora non serve più.  

Segnalati questi piccoli e insignificanti particolari, in attesa di vedere le nuove carte della querelle sulla nuova scuola media, consiglio ai miei ventitré lettori di leggersi la delibera di Consiglio n. 26 del 3 ottobre 2019. La si può trovare facilmente sull’albo pretorio del Comune, ma per facilitare il lavoro dei miei ventitré lettori, per leggerla basta cliccare qui. È un documento ufficiale redatto dal segretario generale del Comune. Racconta come è andata. Soprattutto contiene le domande e le risposte vere, non quelle delle rispettive propagande, sulle polemiche di questi giorni sollevate attorno al cantiere della nuova scuola media e alla sicurezza della palestra scolastica che pare sia sicura, a dispetto di chi vive ormai per far dispetto.

Chi ha interesse a capire le questioni amministrative del Comune deve seguire i Consigli comunali, direttamente o leggendone gli atti. Chi vuole capire i pro e i contro proposti da maggioranza e opposizione deve sperare che ci siano presto e con una certa regolarità confronti, basati sui documenti e anche animati dai diversi punti di vista. E deve uscire di casa per andare di persona ad ascoltare. E, se vuole, deve fare domande dirette per avere risposte dirette. Poi ognuno coltiva la propria opinione, ma lo fa con maggiore consapevolezza ed evita, ad esempio, essendo un ex candidato, di commentare come se fosse il portavoce di 1400 Cittadini, cosa che legittimamente può affermare invece solo l’Amico Carlo Biasone. 

È la gioiosa fatica della democrazia. Di meglio, per ora, gli uomini non hanno inventato.

Buona Domenica. 

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