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La letterina del sabato 26 ottobre

Care Amiche e cari Amici,

a beneficio di chi non ha potuto esserci e a scorno di chi non ha voluto, mi fa piacere raccontare il grande successo che ha riscosso la presentazione della prima raccolta di poesie della nostra carissima e bravissima Concittadina, Andrea Buccini. Domenica scorsa la Casa della Monache era colma di persone che hanno scelto di passare così splendidamente un eccellente pomeriggio di metà ottobre. Ès tata una bella pagina della nostra piccola storia locale.    

Un noto quotidiano locale ha riportato una bella notizia nei giorni scorsi: l’annuncio della possibilità da parte dell’Amministrazione comunale di realizzare un nuovo parcheggio grazie alla disponibilità di Poste Italiane che ha concesso il terreno antistante il nostro ufficio postale in via Dante Alighieri.

 

Non si tratta di un grande parcheggio ma di un parcheggio utilissimo, perché insiste in un’area del centro cittadino che in meno di cento metri ha: Caserma dei Carabinieri, Ufficio Postale, fermata dell’autobus, bar, minimarket, due studi medici e non poche abitazioni. Il Sindaco ha segnalato che questa opera pubblica scaturisce dal suggerimento di alcuni Cittadini. Ha fatto bene a sottolineare questo valore aggiunto perché questo è uno degli elementi che possono aiutare a far crescere sempre meglio la nostra Comunità. È vero, ne sono testimone diretto, il suggerimento è venuto dai Cittadini, non è una trovata social del nostro carissimo Sindaco. In particolare sono stati due Miglianichesi, solitamente molto attenti e sensibili alle possibili iniziative che portano a migliorare la vita locale, a segnalare già dalla scorsa consiliatura questa come una delle soluzioni possibili per migliorare il traffico trovando spazi per parcheggi dove solitamente uno non pensa di andare a realizzarli. Uno dei due Cittadini meritevoli di questa attenzione civica è il mio Amico Donato Antonelli, che quasi quotidianamente segnala cose piccole e grandi che vanno o non vanno e lo fa quasi sempre facendo proposte, non protestando. Penso e spero che anche qualcuna della altre segnalazioni fatte da tempo e sempre ripresentate all’attenzione dei nostri amministratori locali possano essere accolte. Spero e penso che se questa propensione a indicare soluzioni possibili senza fermarsi a segnalare problemi sia il comportamento migliore per stimolare chi guida la civica amministrazione, avendo così elementi per poterne giudicare consapevolmente i risultati quando sarà il momento delle elezioni senza farsi strumentalizzare da acchiappavoti di turno.

Care Amiche e cari Amici,           

siamo alla vigilia della Venuta di San Pantaleone. Come ben sapete, è forse la festa più miglianichese tra quelle che ogni anno la nostra tradizione locale ci presenta. Il momento forte, che resterà tale anche quando forse non ci saranno più mercato, spari di artifici e banda, è quello della solenne reposizione della statua di San Pantaleone nella sua teca. In quei pochi minuti la preghiera si scioglie in commozione. È un’emozione che i Miglianichesi sentono nel ricordo anche quando sono assenti fisicamente in chiesa. È quel sentire, insieme ed oltre la tradizione, che rende questa festa speciale, unica, tutta miglianichese.

C’è un altro aspetto, sempre o quasi sempre dimenticato. Questa ricorrenza segna il ricordo di un evento storico che è legato alla nascita di Miglianico. Chi andò a recuperare la sacra effige nella fornace di località Caramanico a Piane San Pantaleone erano i primi Miglianichesi, gli abitanti di quelle case devastate dagli invasori turchi poco prima del 1500. Per ripartire in “sede più secura”, quei Cittadini trovarono ospitalità attorno al Castello dei Valignani, nato, secondo la leggenda, come dono di Diomede alla sposa Rosalba Comneno di Bisanzio che aveva scelto quel colle affacciato sul mare come il posto ove edificare il loro nido d’amore. Nata per amore e cresciuta come luogo dell’accoglienza di chi fuggiva dalla barbarie della guerra, questa è Miglianico. Non dimentichiamolo mai. Di questo dovremmo essere romanticamente felici e civicamente orgogliosi. Questo dovremmo insegnare ai nostri Figli, con i fatti e con le parole. 

Un altro particolare passa attraverso i secoli e illumina il tempo presente. I soldati che distrussero quelle case della antica Sauria nella piana del Foro, che costrinsero a nascondere la stata di San Pantaleone, che uccisero probabilmente soldati e civili nella loro terribile scorribanda erano turchi. Erano uomini nati e cresciuti in una terra che oggi ancora chiamiamo Turchia. È la stessa identica porzione di creato dove mille e duecento anni prima era nato ed era stato martirizzato il giovane medico Pantaleone, il nostro Santo Protettore, San Pantaleone. Non è la terra dove si nasce che segna la differenza tra buoni e cattivi, tra giusti ed ingiusti, tra privilegiati e discriminati. È l’egoismo che alza le frontiere dell’odio, della discriminazione, del prima io e dopo, casomai tu, della opulenza e della povertà. 

Anche se domani non andremo in Chiesa e la nostra Festa della Venuta la esauriremo tra bancarelle e pranzi in famiglia, ricordiamoci che siamo Miglianichesi. Proviamo a ricordare che siamo i Cittadini di un luogo nato per amore e cresciuto per spirito di accoglienza, dove i buoni e i cattivi non si distinguono per la lingua o dal luogo di nascita ma per il saper essere degni di San Pantaleone, martire, cioè testimone generoso di questi valori. Lui è patrono e amico in cielo di chi ha fede e anche di chi preferisce credere solo in se stesso illudendosi di essere il proprio dio.

Buona Domenica.

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