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La letterina del sabato 24 agosto

Care Amiche e cari Amici,

c’è un rilassante silenzio sul fronte della polemica locale. Sono praticamente fermi divisori e amministratori.

Quelli dell’insieme-che-divide sono in vacanza evidentemente. Forse già da stasera o dalla prossima settimana torneranno a muoversi e a riapparire in attesa della campagna di autunno che stanno elaborando e mettendo a punto nelle loro prestigiose sedi.  

Miglianico Cambia invece sta semplicemente prolungando il relax post-elettorale, ormai lungo quasi cento giorni. Il suo sito è fermo e anche poco resettato visto che segnala come sede ancora quella di via Ettore Paolini, 5, dove da molti mesi è presente una realtà non associativa. L’attività amministrativa ovviamente non è ferma ma neppure mostra segni di particolare attivismo, eccezion fatta per il Sindaco che, a parte qualche giorno di ferie, è stato sempre sul pezzo.  

 

Potrebbe essere la quiete prima della tempesta o l’avvisaglia di un nuovo clima, casomai più sereno e costruttivo, casomai tutto votato alle attività consiliari, casomai con un confronto indirizzato al fare, casomai non impegnato a dividere da parte di quelli che parlanoconcalrlo e casomai senza che parte del Sindaco e dei suoi ci debba esser un supplemento di impegno nell’evitare ulteriori divisioni. Le prossime settimane ci consentiranno di avere una risposta.

Chi non si ferma è la nostra Pro Loco. Questo fine settimana è segnato da tre appuntamenti consecutivi: il primo, ieri sera, con lo spettacolo teatrale “Nisciue è sante Nisciune è diavule” della compagnia Lu Passatempe, il secondo, questa sera, con la rassegna di canti folcloristici “Miglianico ‘n folk”, il terzo, domani sera, con la tradizionale “Festa del paesano”. Chi ha detto, chi dice e chi ha likeato e likea che la Pro Loco è ferma e che a Miglianico non si fa niente forse sbaglia, forse è in malafede, qualcuno forse è bene che si faccia vedere da uno psichiatra.

C’è una curiosità che non vuol essere polemica ma solo allegra. Per la prima volta, lodevolmente, l’insieme-che-divide ha pubblicato un suo avviso per amplificare l’invito alla partecipazione allo spettacolo teatrale di ieri sera, del quale vanno ringraziati, prima di tutti Adelmo Wilson D’Onofrio e Antonio Marcone. Oh, non lo hanno mai fatto quelli dell’insieme-che-divide a dare una mano alla nostra Pro Loco. L’hanno fatto ieri e che è successo? Ha piovuto, tant’è che lo spettacolo alla fine è stato spostato nell’Auditorium “Mons. Vincenzo Pizzica” con un eccellente concorso di pubblico, nonostante qualche distrazione per non pochi Concittadini organizzata - penso non volutamente - in contemporanea con lo spettacolo. Ci chiedevamo con un Amico attento e capace di giusta ironia: “Ma non è che a forza di iettare e di gufare quelli dell’insieme-che-divide alla fine portano pure sfiga?”

Torno all’impegno ammirevole della nostra Pro Loco e a quel che dobbiamo dedicarle.   

Alla Pro Loco occorre lanciare applausi e offrire sostegno, sempre. Non si può avere attenzione per la Pro Loco solo per criticarla o, peggio, solo in vista del rinnovo delle cariche sociali nel tentativo di andare ad occupare posti da dove proseguire attività divisive o tentarne di nuove.

Occorre portare contributi capaci di migliorare le cose già egregie che si son fatte e si vanno facendo. Occorre offrire tempo e riflessione per individuare e attivare quegli elementi che ancora mancano per dare maggiore forza a certe manifestazioni, per recuperarne alcune se vi sono, per inventarne altre ove possibile, per far sì che si vada oltre il molto, molto buono che già si fa. Soprattutto occorre sostenere chi questo molto molto buono lo fa affinché non si stanchi o, peggio, non si demotivi trovandosi ad essere bersaglio di polemiche strumentali. 

Mentre la nostra estate vive questo intenso fine settimana a livello nazionale è in pieno svolgimento la crisi di governo, la prima che potrebbe portare gli Italiani alle urne in autunno per le elezioni generali, cosa che, non casualmente, mai è accaduta nella storia repubblicana.

Non sono all’altezza di giudicare vicende tanto importanti anche perché tanto complesse. Non faccio il tifoso di parte. Faccio il tifo per l’Italia, affinché qualunque cosa venga decisa sia la migliore per tutti, soprattutto per i più deboli.

Ma non posso rinnegare certo i valori che ho provato a seguire in tutta la mia vita. 

Non la faccio lunga. Ricordo, come pochi hanno fatto, che il 19 agosto è stato il 65° anniversario della morte di Alcide De Gasperi, incontestabilmente il più grande e lungimirante, se non il solo statista della nostra storia recente. De Gasperi ha guidato l’Italia nella fase difficilissima della ricostruzione materiale e morale del dopoguerra, della sua collocazione nel quadro internazionale, della sua prospettiva verso il progresso socio-economico in uno scenario di libertà democratica, un valore che a volte si dimentica di mettere bene in alto e adeguatamente protetto sopra gli altri. De Gasperi  ha contribuito in modo decisivo alla idea di un Europa che forse oggi non è proprio o non è ancora quella che lui, Schuman e Adenauer hanno sognato hanno provato a realizzare, ma che comunque, per la prima volta nella storia dell’umanità, ha preservato questo continente dalle guerre e dalle distruzioni. Non facciamo finta che sia una cosa normale, scontata, dovuta casomai a coincidenze fortunose. È una conquista importantissima che va difesa e potenziata.

Torno al giudizio che non posso dare sulla crisi di governo, nata come è nata ed ora affidata alla guida saggia e competente del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Alcide De Gasperi ha affermato, anzi ha sintetizzato in una frase quello che è stato il suo impegno come uomo di governo: “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”. 

Questo è il criterio che dovremmo usare per fare le nostre libere valutazioni su chi mandiamo a rappresentarci. Questo è quello che dobbiamo e possiamo augurarci per noi e per i nostri figli al di là delle nostre personali idee e posizioni. 

Questo è quello che serve all’Italia.

Buona Domenica.

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