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La letterina del sabato 29 giugno

Care Amiche e cari Amici,

qualcuna di voi mi ha chiesto di scrivere precisazioni definitive su alcuni strampalati commenti seguiti alla pubblicazione dell’ultima nota, “Fiori che profumano di verità”. Penso non sia il caso. Non posso dedicare il tempo, che è preziosissimo, a far capire cose a chi non vuol capire perché vive in una dimensione tutta sua. Non posso sprecare tempo a spiegare che il centro di certe vicende lo metto a fuoco come ritengo vada fatto. Questo comporta inevitabilmente che determinate persone, leggendo, vedano le proprie figure sfocate, irriconoscibili o non si vedano affatto perché oggettivamente hanno poca o nessuna importanza nella vicenda. L’ego di alcuni nostri Concittadini qualche volta è forse un po’ sovradimensionato.

 

C’è chi soffre di sindrome da mancato protagonismo e crea problemi ogni qual volta, quasi sempre, scopre che la sua figura non è al centro della narrazione o nelle prime citazioni dei ringraziamenti. La storia non la sia fa mentendo e neanche il racconto dei fatti. Costoro trovino altrove le cariche di affetto consolatorio, le coccole associative, le gratificazioni sociali, casomai meritandole, che è meglio. E poi mantengano un atteggiamento di consapevole umiltà, che è ancora meglio. De hoc satis.

Ci sono ben altre vicende che ci interessano.

Non è mai esercizio bastevole il rinfrescare la memoria su un recente anniversario, quello appena trascorso della genialata di portare il noto critico d’arte, prof. Vittorio Sgarbi, per farlo affacciare dal balcone di una opulenta magione nella speranza che potesse dar sostegno a certe polemiche locali che si rivelarono da subito artefatte e che il tempo ha dimostrato essere perniciose e nulla più. Il Sindaco, Fabio Adezio, ha voluto pubblicare foto e date della polemica strumentale ideata, organizzata e sostenuta da alcuni Concittadini contro il progetto legittimo, coerente, economicamente efficiente e esteticamente valido della riedificazione del Municipio. Ovviamente ha fatto bene a farlo. Ancor più ovviamente siamo ancora in attesa di conoscere: a) chi faceva parte del sedicente Comitato “Salviamo la Piazza Umberto I”? b) dove e quali sono le famose prove che sarebbe stato possibile spostare il Municipio senza perdere il finanziamento, casomai come hanno fatto a Filetto ma senza che da Filetto o da alcun altro Comune d’Abruzzo siano giunti testimoni o prove? c) quali progetti, quali idee, quali soluzioni erano pronte per far bella, per rendere utile, anzi per rendere attrattiva a livello turistico la piazza resa orfana del suo perno storico, il Municipio? Attendere queste risposte sarà come aspettare la soluzione dei grandi misteri della storia. Dimenticare la vicenda non si può, non si deve. Chi ha creato divisioni e danni deve essere ricordato. Non si può, non si deve far finta che non sia successo niente. La storia insegna molto a chi ha memoria. Nulla può insegnare a chi “màgne le scurdarìlle”.            

Arrivo all’attualità dei prossimi giorni. Ci sono belle notizie per Miglianico, si tratta di feste. 

C’è un piccolo gioiello che ci viene offerto e che non va trascurato. Si tratta di “Note nel Borgo”, una tre sere di eventi musicali di grande interesse. L’organizzazione è dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco. I concerti si terranno tutti alla Casa delle Monache. Lunedì 1 luglio, alle ore 19,00 ci sarà il Saggio di fine anno della Scuola Monteverdi - Sezione di Miglianico. Il successivo 2 luglio, alle 21,00, sarà la volta del “Cuneman 5tet”, un ensemble con Fabio Della Cuna al sassofono, Jorge Ro alla tromba, Francesco Di Giulio al trombone, Giuseppe Iubatti al contrabasso e Luca Di Battista alla batteria. Il programma si chiuderà mercoledì 3 luglio, sempre alle 21,00, con il Concerto de “Gli ottoni di Claudio”, che vedrà la partecipazione straordinaria del tenore Nunzio Fazzini.

Inizierà dunque in musica, con della bella musica, l’estate 2019 a Miglianico.

Nel mentre è partita concretamente l’organizzazione delle Feste Patronali. Il Comitato presieduto dalla bravissima e coraggiosissima Presidentessa, dott.ssa Annalisa Palladinetti, si è riunito mercoledì scorso per perfezionare sia il programma sia le varie fasi della organizzazione di un evento che è il più caro a noi Miglianichesi. 

Il programma, benché noto a molti, lo presenterò quando sarà reso ufficiale alla Cittadinanza. Sapere oggi quale banda suonerà o quale artista allieterà le serate di festa ha relativa importanza. Ci sarà sempre chi gradirà e comprenderà quale miracolo verrà fatto anche quest’anno. Ci sarà chi invece avrà da criticare. Questa fetta di Cittadinanza è fatta da tre componenti principali. Ci sono, avanti a tutti, quelli che non hanno fatto mai parte di un Comitato Feste e quindi non sanno di cosa parlano né sanno cosa proporre concretamente come alternativa migliore. Ci sono, subito dietro di loro, “i filosofi” i fini ragionatori che, in piazza o nei bar ma anche nei negozi cittadini, hanno sempre qualcosa da segnalare, perché loro hanno visto questo o quello, lì o in qualunque altro posto del mondo, senza però avere consapevolezza che si tratta di feste tradizionali e che, quindi, ogni luogo ha una tradizione plurisecolare che sorregge quel che ogni anno vi si realizza. Ci sono infine, sparpagliati avanti, in mezzo e ben nascosti dietro, i criticoni a prescindere, quelli a cui non va mai bene nulla e che hanno il massimo piacere della vita nel farsi passare aria tra i denti pensando di dire cose intelligenti e interessanti. Costoro non vanno ascoltati, sperando che capiscano quanto sono sciocchi, sciapiti, socialmente neutri.

Quest’anno, secondo alcuni, si sta affacciando una nuova componente che si andrebbe ad aggiungere alle tre appena tratteggiate, minacciando di assorbirle e sovrastarle. Si tratterebbe di quelli che sono stati (giustamente, ndr.) sconfitti alle recenti Comunali, soprattutto quelli tra loro con una maggiore e inesausta carica di rancore e di rabbia. In altre parole si starebbe preparando, in modo più o meno coordinato o organizzato, una sorta di boicottaggio del Comitato Feste, perché costoro lo riterrebbero – del tutto erroneamente - a marchio “Miglianico Cambia” e quindi oggetto di vendetta a prescindere. 

Non ci credo. Non posso crederci. Non voglio crederci.

Mi ostinerò fino alla fine a non credere che ciò possa accadere a Miglianico nel 2019. 

Sarebbe una piccola tragedia civica.

Innanzitutto questo presunto boicottaggio si baserebbe su un assunto sbagliato, quello che il Comitato Feste sia emanazione di una parte a dispetto dell’altra. È un errore. Un errore di base è portatore di conseguenze tutte sbagliate. 

In secondo luogo, anche se vi fosse qualche idiota (nel senso classico del termine) che si incaponisse a volere ritenere il Comitato una espressione di parte, strumentalmente voluta e gestita, va detto che, al di sopra di ogni valutazione del genere, deve esserci quella molto alta e infinitamente più decisiva che il Comitato organizza le Feste Patronali. Il Comitato non le possiede. Le Feste Patronali sono un patrimonio della tradizione, della devozione, della storia di tutti i Miglianichesi. 

In terzo luogo, giova ricordarlo a chi non era ancora nato e a chi lo ha dimenticato, che questo errore di valutazione e di conseguente comportamento è stato già commesso. Ci son voluti anni per superare quei disastri. Fortunatamente la tradizione ebbe la forza di resistere, anche grazie al buon senso di tanti. Ora la nostra tradizione, benché ancora solida, non ha più la forza di quel tempo neppure troppo lontano. Potrebbe rompersi definitivamente qualcosa. E chi dovesse farlo si assumerebbe una gravissima responsabilità davanti alla storia.

Aggiungo che, nel caso di questo sciagurato comportamento e nel caso esso avesse delle conseguenze ad esempio nella raccolta delle offerte, il rischio è che si potrebbe innescare un effetto domino. Esso potrebbe travolgere non solo l’attuale Comitato, non solo le Feste Patronali ma anche altro. La divisione non porta il bene.  

Penso, posso pensare, voglio pensare che l’organizzazione delle Feste Patronali sia una delle migliori occasioni possibili per dimostrare, subito e con i fatti, quel che si è predicato in campagna elettorale. Dare una mano anche una sola sera a fare la questua se i “deputati” non arrivano, aiutare come si può, anche solo incoraggiare senza criticare sono cose che tutti possiamo e dobbiamo fare, senza pensare a chi ha vinto o a chi ha perso le elezioni. Al di là dei ruoli rivestiti da chi si è proposto quando ha dovuto farlo, cioè mesi fa, in tempo per avviare le feste tradizionali che cadono in primavera, il Comitato Feste è il luogo ideale per ritrovarsi subito, a stare, a fare cose buone per Miglianico, senza stupide divisioni. 

E, non dimentichiamolo, lo si fa per mantenere viva quella tradizione di devozione festosa verso San Pantaleone, l’orgoglio genuino che un vero Miglianichese ha nel sangue. 

Buona Domenica.                 

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