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Acta Meridiana - 3

Una differenza continua a segnare la distanza vera tra le due liste in lizza per le prossime Comunali del 26 maggio prossimo. La differenza è solo apparentemente piccola, quanto sono piccole le due lettere su quattro che cambiano nella costruzione delle due diverse parole. Ma è grande nello spessore di quel che queste parole possono significare. La differenza tra l’insieme-che-divide e “Miglianico cambia” è quella che passa tra il “dire” e il “fare”.

Oltre lo stato delle cose che connota il ruolo dei due schieramenti, c’è l’agire che ciascuno di essi sta mostrando.

Candidati e sostenitori dell’insieme-che-divide girano come trottole di casa in casa, presidiano bar e ogni altro luogo come fossero agenti della Stasi, fermano macchine, incrociano “volontariamente” persone fingendo che sia casuale, telefonano annunciando visite, chattano, messàggiano, schizzano di qua e di là: fanno la loro propaganda.

Quelli di “Miglianico Cambia” continuano a fare. Ci sono lavori in corso da seguire e anche lavori che, in gruppo o singolarmente, fanno direttamente, come la posa del prato nel parco giochi di via Paolini o come le manifestazioni programmate ogni anno in questi giorni, che giustamente vanno fatte, non possono esser accantonate sol perché tra un po’ si vota. Il primo maggio scorso c’è stata la passeggiata lungo il Foro. Una bella e riuscita manifestazione, ben organizzata dall’ADES, che è stata possibile grazie in un comune amministrato bene, dove perciò certe cose si possono fare e riescono come si deve.      

Ieri sera c’è stata una manifestazione bellissima, molto, molto emozionante: il Premio di Poesia “Paride Di Federico”. Sono andato lì, nella Cripta di San Pantaleone, per Paride e per quello che ogni anno, da undici anni, lui riesce ancora a trasmettere attraverso le sue poesie che ogni anno ispirano le tante poesie che concorrono al premio a lui intitolato. Confesso senza difficoltà che quest’anno ho avuto più volte i lucciconi di commozione, perché non mi è stato possibile rimanere osservatore distaccato nel sentire testi, a cominciare da quello di Paride che ha ispirato il tema proposto, che arrivano a toccarti il cuore senza che tu possa far altro che sentirti sconquassato dall’emozione.  

Nell’attesa che l’evento iniziasse mi hanno ricordato e ho richiamato alla memoria il fatto che perché si possa realizzare una serata di straordinaria bellezza come quella di ieri sera, occorre impegno, lavoro, passione e grande generosità del proprio tempo. Mi hanno fatto notare e ho ricordato facilmente che se anche quest’anno tutto è stato possibile il merito è di Massimo Sulpizio, consigliere sempre presente, sempre attivo, sempre attento, con o senza incarico di giunta o di altro genere. Certo hanno dato il loro importante contributo la famiglia di Paride Di Federico, scintilla cordiale ed energia inesauribile dell’iniziativa, le bravissime componenti la giuria, coloro che tra i dipendenti comunali, i dirigenti della Pro Loco e tanti altri fanno ogni anno la loro parte egregiamente e, soprattutto, disinteressatamente. Ma chi si carica l’organizzazione sulle spalle, assumendone tutta la complessa e difficile responsabilità è il mio Amico, Massimo Sulpizio. È lui che convoca il comitato per la scelta del tema, attiva le procedure per il concorso, contatta e convoca la giuria mettendo poi a disposizione luoghi e materiali, è lui che sovrintende o direttamente cura stampa, inviti, contatti per lo staff artistico, la realizzazione dei premi e tutto il resto. È lui che sa rendere funzionante l’impegno di tanti.  

Chi glielo fa fare? “Carmina non dant panem”, la poesia non porta benefici concreti. L’impegno appassionato per organizzare un premio di poesia non porta neppure un voto, neanche a Massimo che di impegno ce ne mette davvero tanto, come in ogni altra cosa che fa. Eppure lui ha fatto tutto senza fare calcoli elettorali che altri in questi giorni inevitabilmente fanno. Quelli dell’insieme-che-divide, ad esempio, hanno fatto una loro presenza pressoché simbolica all’inizio della manifestazione per far veder che stavolta c’erano. Vabbè, si vota.

Quest’anno per Massimo Sulpizio c’è stato qualcosa di speciale, una emozione che a me avrebbe schiantato il cuore: la poesia che la moglie, Andrea Buccini, gli ha dedicato.

Tornando a casa, benché ancora molto emozionato, ho pensato di dedicare queste quattro righe finali al mio Amico, Massimo Sulpizio, un Amico leale, capace di grande passione e di una onestà davvero rara. È uno dei miei Amici, fortunatamente non pochissimi, che mi fa sentire indegno dell’onore che mi fa essendomi Amico.

Tra tutti e 26 i candidati che si sono presentati negli ultimi due giorni all’attenzione dell’elettorato locale, Massimo è stato l’unico ad aver ringraziato Dio. Lo ha fatto per il tempo in più che gli ha concesso e che lui, anche stavolta, ha deciso di mettere al servizio della nostra comunità locale. Lo ha promesso anche cinque anni fa. È stato di parola in modo esemplare. È stato il consigliere comunale più presente, il più attento e quello più disponibile in ogni momento, capace di una tolleranza tenace e ammirevole. 

Chi dice che questi amministratori non hanno parlato con la gente bestemmia. 

Chi dice questo evidentemente non sa cosa dice. Chi dice questo non è stato a Miglianico negli ultimi cinque anni. Chi non sa quanto tempo, ogni giorno, in ogni condizione di tempo e di salute, Massimo Sulpizio ha dedicato a parlare con ognuno, senza fare differenze tra amici e avversari, senza fare calcoli di opportunità elettorale, senza mai negare quel che poteva fare, facendolo subito, ebbene costui non può parlare senza coprirsi di penosa ridicolaggine. Non dovrebbe parlare se non per dire "grazie" a Massimo Sulpizio. Casomai poi non lo vota, casomai non vota neanche per “Miglianico Cambia”. Però sputare su un microfono o andare in giro dicendo che i nostri attuali amministratori comunali, e Massimo in particolare, non hanno parlato con la gente è più di una bugia, più di “nu pallòne”, è qualcosa che sta tra il vergognoso ed il ridicolo. Sono abiti che alcuni purtroppo stanno indossando con una certa disinvoltura, Dovrebbero fare questo calcolo: la campagna elettorale tra un po’ sarà già finita e non sarà facile togliersi quei costumi di scena così in fretta.

3 - continua.

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