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L'insieme che divide (quinta parte)

Cosa sta per accadere, cosa leggeremo sfogliando le pagine patinate del programma di “Miglianico insieme”?

Inutile fare previsioni. 

Inutile perché la trama è stata anticipata. L’associazione che sta per esser presentata, con la gran pompa che serve a stupire e con le belle parole che vogliono affascinare e stordire, altro non è che la base che si va costruendo, la cornice che si sta decorando, il pretesto civico individuato per giustificare un’operazione scontata: l’allestimento della lista da presentare alle prossime comunali e/o eventuali altre candidature, anche il modo di rendere presentabili i meno presentabili dei candidati.

 

Non ci saranno sorprese particolari o di rapido effetto. L’attesa sarà solo quella legata alle cose che più intrigano: cioè i nomi dei futuri candidati, a partire da quello del candidato Sindaco, fondamentale per ogni successivo sviluppo. 

Questi nomi non verranno svelati ora, anche se sono stati quasi tutti già scelti. Se fossero annunciati subito si darebbe loro la forza di poter operare una più lunga e penetrante campagna elettorale. Si toglierebbe però loro la possibilità di sviluppare alcuni effetti che sono ritenuti importanti, come il fatto di entrare in non poche singole case per dividere i voti. Questa è una vecchia tecnica elettorale, portata al massimo dell’efficienza dal mio Amico Roberto Angelucci a Francavilla al Mare alcuni anni fa, attuata alla bell’e meglio da Progetto Miglianico nel 2009. È difficile da mettere in campo se non lo si fa coi tempi giusti.  

L’attesa quindi non c’è su questo fronte.

Il gossip locale non mi interessa.

Ho una curiosità tutt’altro che gossippara: verificare se è vera una anticipazione che mi è stata data da persona che ritengo seria e ben informata.

La mia è una curiosità interessata, è la curiosità che interessa ogni Cittadino di Miglianico, particolarmente quelli di buon senso.

Spiego perché.

Se l’anticipazione si rivelasse vera, l’attuazione dei piani strategici di Miglianico insieme comporterebbe gravi divisioni.

Il primo passo che la nuova associazione dovrebbe compiere, inevitabilmente, sarà quello di fare proselitismo. In questo caso la campagna acquisti è elemento indispensabile. È vero, la lista dei candidati è sostanzialmente pronta nella sua ossatura. È un’operazione che hanno fatto e stanno facendo i pochi grandi strateghi con i piedi in due staffe. Ma la lista ha bisogno di una base che le dia credibilità oltre che forza.

Nei piani degli confluiti nello studio professionale ove sono stati poi elaborati ci sono le adesioni di Concittadini che, al di là del loro valore personale e del fatto che aggiungono voti, dovrebbero essere presentati e poi utilizzati particolarmente per il ruolo che attualmente ricoprono o stanno per ricoprire. 

Il senso di questa operazione sarebbe quello di dire: la nostra società locale, soprattutto quella organizzata, sta con noi. Il Sindaco e la sua maggioranza non hanno saputo mantenere i contatti con la gente, quindi sono isolati. Meglio stare con noi perché i migliori stanno con noi. Falso ma detto bene e ripetuto spesso, nel breve periodo funziona. La prova dei fatti arriverebbe a risultato acquisito.  

Il giochetto propagandistico deve essere messo in atto senza dare il tempo, non poco, di andare a verificare la legittimità e l’autorevolezza dei soggetti che si iscrivono aggiungendo il ruolo che ricoprono.

Se fatto bene potrebbe avere gli effetti sperati, ma ne porterebbe inevitabilmente anche altri, quelli che mi interessano, almeno per una o due situazioni contingenti.

Se un Cittadino si iscrive liberamente ad una associazione fa una cosa inappuntabile.

Se un Cittadino che ha un ruolo particolare, quello di presidente o legale rappresentante di un’associazione, di un partito o di un qualunque altro sodalizio organizzato si iscrive a un’altra associazione, non c’è nulla di male. A meno che i fini statutari siano compatibili e le due entità non siano concorrenziali tra loro, questo è pacifico.

Se un Cittadino con un ruolo di vertice e di rappresentanza della sua associazione si iscrive ad un’associazione per utilizzare lì il ruolo che ha e non con il ruolo che ricopre la cosa è diversa. Se un tale Cittadino si iscrive ad un’associazione come questa, che è un partito mascherato, cioè è il gruppo che si trasformerà in lista politico-amministrativa, la cosa non comporta gravi conseguenze sul piano della divisione. Non è affatto pacifica. Non è una cosa buona.

Il Presidente, proprio per il ruolo che riveste, impegna anche come immagine l’associazione della quale è a capo. Per chiarire ulteriormente anche se può sembrare astruso, il caso opposto non è la stessa cosa. Il tesserato del PCI che diventava Presidente di qualcosa a Miglianico non impegnava quella cosa a collocarsi politicamente. Il Presidente di qualcosa a Miglianico che si iscriveva ad un partito facendosi “utilizzare” propagandisticamente per la carica che rivestiva creava inevitabilmente imbarazzo in chi lo aveva eletto e non la pensava come lui. L’esempio preso dalle categorie della storia passata serve a far capire il concetto senza farsi distrarre da casi specifici attuali.          

Potrei fare un esempio che mi riguarda direttamente. Non lo faccio. E voglio essere leale. Se lo facessi non cambierebbe nulla nelle intenzioni di quel personaggio che sta per iscriversi all’associazione promotrice della prossima lista di minoranza alle comunali. Ma farei emergere una polemica, una nuova e più forte polemica all’interno di un sodalizio che, per ora, non voglio coinvolgere. Il personaggio, con un curriculum di tutto rispetto sul piano delle divisioni, ha già partecipato come promotore a tutte le fasi preparatorie di questa operazione, mantenendosi formalmente estraneo perché non ha firmato, esponendosi ogni tanto in modo inequivocabile come nell’occasione del sopralluogo notturno al locale prescelto quale comando operativo, cioè la sede di via Roma 90.     

Insomma, se davvero è questa la strategia di lancio della nuova lista - mascherata per ora da associazione di brave persone, ricolme di spirito positivo e tutte immancabilmente innamorate di Miglianico (di più ovviamente quelli che non sono Miglianichesi) - va messo un modesto ma sincero avviso.

Imbarcare personaggi famosi va bene. Convincere all’adesione potenti Concittadini va bene. 

Il problema sorge, permane e fa danni nella coesione sociale se la scelta strategica è veramente quella di mostrare i muscoli schierando presidenti, capi e rappresentanti di associazioni, gruppi sportivi, movimenti e così via elencando.

Sapere che il mio presidente parteggia per una lista che si contrappone al M5S, a Miglianico Cambia e a qualunque altra lista, significa provare a trascinarmi da una parte che potrebbe essere quella che non mi piace.

Alcuni di questi eminenti Concittadini, che hanno il grave onere e anche l’onore di rappresentare associazioni ed altro, sanno probabilmente che fare mosse improprie significa svilire il valore delle associazioni che si rappresentano facendole diventare una parte in contrasto con altre parti. L’associazione, nella sua stessa parola, deve essere il contrario di una parte contro altre parti. In nessun oggetto sociale delle nostre associazioni può esserci scritto che quel sodalizio può o deve addirittura diventare protagonista di contrapposizioni politiche e, peggio, politico-amministrative.

Forse questa divisione locale è scritto o è leggibile nelle carte fondanti di Miglianico insieme. La teoria esposta coi toni soft dei salotti buoni di chi, come diceva Flaiano, “più è di sinistra e più abita in centro”, è in fondo semplicemente manichea: loro sono i buoni, il meglio, i più bravi, quelli che vogliono più bene a Miglianico, gli altri sono brutti, sporchi e cattivi. 

Ma questa associazione, si sa, è stata fatta appositamente per sembrare altro e operare quella perversa alchimia chiamata “L’insieme che divide”. 

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