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La letterina del sabato 28 ottobre

Care Amiche e cari Amici,

anche oggi poche riflessioni legate ai momenti più interessanti e divertenti di questo fine settimana.

Ieri pomeriggio sono stato ad una manifestazione organizzata a Sambuceto dal Coordinamento dei Democratici Cristiani d’Abruzzo. È stata dedicata a Remo Gaspari, prendendo spunto dal libro scritto dall’Amico Licio Di Biase: “Remo Gaspari - una vita per la politica”È stato piacevole oltre che interessante. Il piacere non è quello struggente del tuffo nel passato, del gongolarsi nella nostalgia. No, il piacere è stato quello di poter riascoltare innanzitutto ragionamenti e riflessioni proprie della politica. Poi c’è stato il piacere di rivedere tanti Amici. Non posso sintetizzare in poche righe l’ora e mezza di interventi ascoltati. Posso però condividere la bella sensazione che ho avuto nel sentire dall’ex-ministro Cirino Pomicino un’analisi lucida non solo sul tempo e sulla vicenda storica di Remo Gaspari ma anche sul tempo presente e sulle sue difficoltà, accresciute e rese più ardue dalla mancanza di politica.

 

L’ex-ministro Cirino Pomicino ha richiamato l’attenzione sulla necessità di avere un politica vera, fatta con competenza politica e non solo professionale, fatta con la discussione che mira ad avvicinare le posizioni diverse, fatta di condivisione consapevole e non di accettazione delle decisioni di un uomo solo, il leader che fa le liste e inciucia accordi di occasione. Sarebbe utile fare un incontro con un personaggio così lucido ed efficace, privo di nostalgie e di rivalse tardive. Chissà che non accada a Miglianico prima o poi. 

Il tema, comunque, era il ricordo non cerimonioso della vicenda di Remo Gaspari, il politico e l’uomo di governo. Oggi anche chi, da diverse posizioni vicine e lontane, gli fu ostile riconosce i meriti che ha avuto. Non occorre esaltare alcunché. I dati della crescita di questa terra al tempo del suo impegno politico sono scolpiti e inconfutabili. Noi quei tempi li abbiamo vissuti.  

Ho apprezzato molto la presenza in sala del nostro Sindaco, Fabio Adezio. Ha fatto bene ad esserci. Gaspari è stato, anzi è, Cittadino onorario della nostra Miglianico sin dal 1961, se non ricordo male. Per Miglianico ha fatto non poco, non poco ha fatto per non pochi Miglianichesi. C’è chi lo ricorda e chi fa finta di non averlo mai saputo. Ma questa è un’altra storia.  

Un storia invece che comincia ad avere particolari cicli vichiani, non lunghi ma cadenzati in modo facilmente prevedibile, è quella dei residui di “Progetto Miglianico”. Ad ogni festa comandata o calendarizzata dalla tradizione, si riaffacciano con un manifesto. Non potevano mancare la Festa della Venuta che, secondo i calcolati i tempi della prima Repubblica, è strategicamente vicina alla solennità di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti. Il ragionamento che si faceva quando c’erano solo i manifesti per la comunicazione politica era quello di occupare gli spazi delle affissioni quando ci sarebbe stata più gente in giro. I tempi della comunicazione sono cambiati ma gli Amici di “Progetto Miglianico” non abbandonano questa vecchia strategia. Ecco allora che è spuntato, puntuale come calendario locale comanda, il loro nuovo manifesto. Hanno fatto riunioni non pochi giorni fa dentro Palazzetto Martinelli e alla fine hanno partorito questo topolino. In verità sembra che anche stavolta il Sindaco li abbia pagati. Attaccare chi sta facendo un’opera che loro non hanno mai fatto è un autogol pazzesco. Attaccarsi alle modalità di realizzazione dell’opera, ammesso che siano criticabili, è un altro scivolone perché attacca chi sta facendo i lavori, che è una impresa di Miglianico non sospettabile di essere amica dell’Amministrazione comunale. A meno che non sia una colpa far lavorare le imprese locali… Non mettere una proposta migliore, pur se demagogica, come elemento di sfida a proprio vantaggio ma riproporre ancora la piccola frana che interessa la strada provinciale come cosa non fatta al posto dei marciapiedi delle Piane e degli altri (tanti) cantieri aperti è un altro svarione. Il Presidente della Provincia, che ha competenza sul tratto di strada (la provinciale Chieti-Tollo) franata in Contrada Cagialone, è uomo del PD come i due consiglieri del gruppo consiliare “Progetto Miglianico”.  Alla fine, chiudono questa caterva di autogol, ciabattate in attacco e lisci difensivi con un perentorio "noi continueremo a vigilare e ad informare". Ma quando mai! Che vigilanza hanno fatto in Consiglio comunale su quest’opera che ora provano a contestare!? Che informazione continuano a dare ai Cittadini se non un manifesto sgangherato da far uscire solo se c’è una festa di mezzo!? Dove sono le controproposte che un’opposizione seria, moderna, senza paraocchi e lanciata a proporsi come alternativa migliore deve fare? 

Da semplice cittadino ho segnalato problemi piccoli e grandi come la mancanza di rallentatori dove il traffico è più veloce o come il disordine nei parcheggi o come i veleni nell’aria e tutto quello che è stato scritto su questo spazio di libertà in cinque anni. Può darsi che un’opposizione che “vigila e informa”, molto più importante, intelligente e attenta di questo poveraccio, parli solo di una frana senza neanche dire cosa ha fatto per avere una risposta dalla Provincia?! 

Miglianico merita qualcosa in più da chi è chiamato a fare il consigliere comunale che deve controllare e far controproposte migliorative. 

Aspetteremo Natale per il prossimo manifesto di “Progetto Miglianico così potranno sfruttare, con una sola affissione, tre o quattro feste. Almeno provano a risparmiare, cosa che da amministratori non hanno saputo fare.

Non è certo questo manifesto il momento importante che vi dicevo all’inizio di questa Letterina.

Il momento importante è la Festa della Venuta di San Pantaleone. Tra tutte le feste, lo abbiamo già ricordato in altra occasione, questa forse è la festa più nostra come storia e come particolarità devozionale. Domani non festeggiamo solo e semplicemente il nostro glorioso Santo Protettore, San Pantaleone. Nel farlo ricordiamo un evento unico: la traslazione della sua antica effige, miracolosamente scampata all’odio turco, da località Caramanico di Piane San Pantaleone a Miglianico. Miglianico, nata per amore e cresciuta accogliendo i cittadini profughi di Sauria, accoglie il Santo venuto da terre lontane e lo elegge suo Protettore. Ho scritto accoglie e non accolse, perché se non rinnoviamo questo accogliere non facciamo festa vera al nostro Santo Patrono.  

È una storia tutta Miglianichese. È la nostra storia.

Domani sera si ripeterà la cerimonia semplice e suggestiva della reposizione della statua nella sua teca. Sono i pochi minuti dominati dall’Inno a san Pantaleone capaci di scuotere anche il semplice e curioso spettatore. Non è il rito folclorico recitato secondo tradizione. È un popolo che accarezza il suo Santo Protettore mentre lo accompagna nel suo viaggio breve solo per la distanza fisica. Nel farlo gli affida le persone care, i bei sogni, il tormento dei sentimenti, il dolore. 

Lo facciamo tutti. Lo facciamo mettendo i nostri occhi velati di lacrime nei suoi che continuano a sorriderci con quella serenità che è il nostro conforto e la nostra gioia.

Buona Domenica.

                 

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