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Ma che calendario adotta il sindaco?

L’Amministrazione Comunale, cioè il sindaco (gli altri in queste cose contano meno del poco che sono), ha fatto affiggere un pubblico manifesto con scritto in un bel rosso contornato “4 novembre”. E, sotto l’immagine che ritrae di tre quarti il monumento ai caduti, è posta una scritta tricolore “Il ricordo dei caduti in guerra ci stimoli a lavorare ogni giorno per la pace”.

Belle parole, non c’è che dire. Ma manca il titolo o, se vogliamo lasciare come titolo “4 novembre”, manca il nome della festa che s’annuncia, cioè la “Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”. Una dimenticanza? Può darsi, nella fretta di tante scadenze può succedere.

 

Ma nel testo del manifesto le belle parole vergate in tricolore non centrano come si deve l’oggetto della festa. Anzi, sembra che sia frutto di un brillante e copia incolla buono per tutte le occasioni. O, forse, nell’evoluzione dell’autore, cioè il Sindaco o suo delegato, ci si è fermati a metà strada nella storia repubblicana. Infatti il 4 novembre, fin dal 1919 in Italia s’è celebrata la Festa della Vittoria (quella della Prima Guerra Mondiale) e poi è stata trasformata, in ossequio allo spirito costituzionale, in quella che ora è prevista e di fatto festeggiata in tutta Italia. Se fosse rimasta solo Festa della Vittoria, il riferimento principale ai caduti in guerra e l’auspicio che quel ricordo stimoli azioni di pace sarebbe stato comunque accettabile, ma mai sarebbe stato espresso senza richiamare l’evento storico ispiratore della ricorrenza, cioè la Vittoria. E questo riferimento nel manifesto non c’è.

Ora, non parlare delle Forze Armate, ignorarle del tutto, è grave e andrebbe spiegato. Siamo tutti vicini e sosteniamo con passione l’attività che le nostre Forze Armate vanno svolgendo in diversi e lontani luoghi del pianeta operando a tutela della pace. E ogni tanto, purtroppo, dobbiamo provare il dolore che la morte di qualche nostro connazionale che veste la divisa italiana ci arreca. Nonostante questo sentimento condiviso da tutti, alle nostre Forze Armate, nel manifesto del sindaco niente, neanche un titoletto o un qualunque segno grafico.

L’altra dimenticanza lascia comunque interdetti se non proprio contrariati: l’Unità Nazionale non è un gingillo d’altri tempi. E’ un valore civico di assoluto rilievo costituzionale, per niente secondario, anche perché è frutto di tanto sangue versato in quel tempo dai nostri soldati ed è frutto anche di coraggiose e tenaci lotte politiche molto più vicine al tempo odierno.

Ma la cosa che sconcerta è questa ed è anche il motivo che ha fatto scaturire questa riflessione. Il sindaco scrive e fa affiggere un manifesto sul quale chiaramente si richiama il 4 novembre. E lui che fa? Celebra la ricorrenza il giorno prima, sabato 3 novembre. Se non fossero  stati chiamati un po’ di alunni delle nostre scuole (presenti anche se per loro era giorno di vacanza) la cerimonia sarebbe stata una cosa per i pochi che si son accorti di qualcosa girando per il mercato. Tutti, infatti, anche a Miglianico sanno che alzabandiera, deposizione di corona d’alloro al monumento, inni e canti, il “silenzio” e i discorsi di circostanza si devono tenere nella data fissata a livello nazionale: il 4 novembre.

Il Sindaco ha avuto fretta di anticipare tutti perché il 4 novembre ha già in agenda altri impegni e non ha voluto fare il discorsetto al vice sindaco?

Ha deciso di adottare più un fuso orario tutto suo, anzi un vero e proprio calendario locale, esaltandosi nell’autonomia municipale?

Il sindaco non ha tenuto conto non di quello che accade in tutta Italia il 4 novembre?

Ignora o non gli importa, ad esempio, che l’on. Giorgio Napolitano, il nostro Presidente della Repubblica, che rappresenta l’Unità Nazionale ed è il Capo delle Forze Armate, il 4 novembre lo celebra proprio il 4 novembre?

Sicuramente ci sono importanti e inattaccabili motivazioni per una spesa fatta per stampare e affiggere un manifesto che annuncia una data quando poi la festa la si fa in altra data (trattasi di annuncio ingannevole?). Temo che il sindaco darà la colpa a qualcun altro, chissà anche a chi ha stampato quel manifesto, che per lui è abitualmente la cosa più facile.

Se non ci fossero queste motivazioni, il consiglio che diamo ai Cittadini è di non tener conto dei  manifesti fatto affiggere dal sindaco, eccetto quelli che, ahinoi, segnano le scadenze di tasse e balzelli comunali. Quando usciranno quelli per gli auguri di Natale non dovremo pretendere, noi Cittadini contribuenti, che a Miglianico Natale sia proprio il 25 dicembre. Il capodanno potremmo festeggiarlo insieme a Sidney, con un bell’anticipo sul resto d’Italia. E per Pasqua, che viene un po’ bassa nel 2013, possiamo aspettare il 2 giugno - l’importante è che Pasqua non venga di maggio - tanto la Festa della Repubblica cadrà di domenica e lui, il sindaco, probabilmente la festeggerà il sabato prima, che è pure mercato.

L’avete pensato? Sperate che il sindaco usi un calendario tale che Miglianico si possa liberare di lui e dei suoi prima, molto prima della scadenza?

Io no. Non lo penso e non lo spero. Il tempo è galantuomo.

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