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La letterina del sabato 11 febbraio

Care Amiche e Cari Amici,

questo appuntamento si apre con l’invito, rinnovato e pressante, a voler partecipare alla prima riunione per la costituzione del Gruppo comunale di Protezione Civile. L’appuntamento è per giovedì prossimo, 16 febbraio, alle ore 21,00, presso la Sala Civica. Occorre esserci. Bisogna ricordarlo a chi può esser interessato. Lo si deve sollecitare a chi, tra amici e conoscenti, ha per mestiere, per competenza, per sola passione o anche per abitudine alla partecipazione alle attività civiche, la capacità di operare in uno dei tanti settori che costituiscono lo svolgimento di un adeguato servizio di protezione civile.

È bene ricordare e far presente quel che può fare di utile la Protezione civile oltre agli interventi di emergenza, che speriamo non debbano mai esser attuati a Miglianico: la vigilanza del territorio segnalando quel che potrebbe divenire un pericolo in determinate condizioni, la conoscenza dettagliata delle realtà locale così da avere sempre presente chi-si-trova-dove in certe evenienze, il censimento delle risorse non istituzionali utilizzabili nelle emergenze (mezzi, scorte, etc.), il supporto alla gestione degli eventi più partecipati (feste, sagre, grandi eventi sportivi) e tante altre cose che non occorre ora dettagliare. Questi esempi, infatti, servono solo a far capire che ciascuno di noi può dare una mano al Gruppo di Protezione Civile, purché si abbia passione e generosità di impegno per i propri Concittadini e per il proprio territorio. Gli spettatori, soprattutto la sottospecie dei “criticoni”, non rivestono alcuna utilità, se non quella di farsi individuare per essere messi in condizione di non dar fastidio ogni volta che entra in azione la Protezione civile.

 

Indennizzi e rimborsi per le recenti calamità: possibili ma difficili.       

Giovedì scorso, sempre nella Sala civica, c’è stata l’annunciata riunione informativa per la richiesta di indennizzi e risarcimenti conseguenti alle recenti calamità naturali. Nessun consigliere di opposizione è stato presente in quel momento pur importante per la solidarietà verso chi ha subito danni piccoli e grandi. L’associazione Codici, con due suoi avvocati, si è messa a disposizione, così come il Talentfor per altro verso quello della formazione degli addetti a vario titolo del mondo agricolo. Ma, prima di queste disponibilità, ciascuno degli intervenuti ha spiegato come stanno le cose. Profondo e generoso è stato l’intervento dell’Amico, architetto Ferdinando (Nando) Di Clerico, sul fronte dei danni all’agricoltura. La sintesi: non sarà facile riceve più di quanto l’Enel, eventualmente – ripeto, eventualmente, perché neanche questo è certo - restituirà direttamente in bolletta ai singoli utenti secondo le tabelle predisposte dall’Autorità competente, il che dovrebbe avvenire entro i sette mesi successivi all’evento. Per i casi più seri e più complessi, “Codici” sarà probabilmente presente a Miglianico, presso la sede della Pro Loco, una volta a settimana con dei suoi esperti, secondo un calendario che verrà reso noto da Sindaco e Pro Loco. 

L’arch. Nando Di Clerico, come sempre ha fatto, s’è messo a disposizione di tutti coloro che avessero bisogno di un consiglio, di un chiarimento o di altro aiuto tecnico e burocratico. 

Una notazione a margine va fatta. Nonostante si parlasse si danni e di soldi da prendere, la presenza non è stata certo numerosa. Evidentemente tanti sanno già tutto da soli e qualcun altro, forse e purtroppo, non nutre più speranze. 

 

I “progettisti” parlano nel sonno? 

Come fossero in stato di letargo o, meglio, di sonno ipnotico, quelli di “Progetto Miglianico” si son ridestati per un poco dopo che la Letterina di sabato scorso ha segnalato la loro assenza a far data dagli auguri di Natale, assenza e indifferenza ancor più gravi visto quel che è successo a gennaio anche da noi. Infatti, a meno di ventiquattr’ore dalla Letterina, ecco che domenica scorsa, in tarda mattinata, si sono riaperte le porte di Palazzetto Martinelli. In verità s’è trattato di un socchiuderle per farvi infilare i soliti cervelloni con una nuova presenza che deve aver portato addendi di energia alle brillanti meningi che illuminano quelle stanze. A quel punto ci si sarebbe potuto attendere qualcosa di grosso. Invece ci son state due fetecchie. La prima e la più meditata è stata la preparazione della desolante dichiarazione di non partecipazione al voto messa in mano al bravo Fabrizio Papponetti affinché la leggesse il giorno dopo in Consiglio comunale, quando s’è trattato di eleggere il nuovo Presidente di quell’assemblea civica. La seconda è stata la frettolosa pubblicazione sul profilo fb dei “progettisti”, licenziati due anni fa dai Miglianichesi, di qualche foto per segnalare lo stato di incuria della recinzione che delimita il cantiere del nuovo Municipio. Secondo le volpi argentate di Palazzetto Martinelli la colpa non era da attribuire al vento e al maltempo (che erano invece la vera causa) ma a ben altre responsabilità che però non sono state dichiarate. In Consiglio comunale il Sindaco, nelle sue comunicazioni, ha stigmatizzato quella comunicazione e ha replicato, spiegando al contrariato consigliere Papponetti come stavano le cose. Ma forse ha sbagliato. Doveva fare come avrebbero probabilmente fatto i suoi immediati predecessori, dando la colpa o a presunti atti vandalici, casomai annunciando o comunicando una denuncia in tal senso, o ad accidenti comunque non dipendenti né dall’amministrazione comunale né dalla ditta alla quale è affidato il cantiere. Dino&Co non si sarebbero mai presi alcuna responsabilità, l’hanno sempre scaricata su altri. 

Dopo eventi straordinari, davanti ai tanti problemi che abbiamo in Italia, al posto di dire qualcosa di propositivo, i pensatori di “Progetto Miglianico” sono stati capaci solo di questo: due fetecchie. E se non li avessi sfriculiati citandoli nella Letterina di sabato scorso sarebbero rimasti a sognare di esser stati dei bravi amministratori e degli strateghi di grandi mosse politiche. In fondo questo conferma che a loro, più che a ogni altro, fa bene leggere Viva Miglianico. Se non altro, ogni tanti si svegliano. 

Chissà, se non si sono riaddormentati, potranno anche fare qualcosa di propositivo dopo questa Letterina.

 

Il NO che uccide. La Vita deve vincere.

La notizia che emerge dalla settimana appena trascorsa non è legata né al Festival di Sanremo né alle pagine di politica estera e nazionale. È la lettera di addio scritta da un giovane di 30 anni che ha deciso di troncare la sua vita uccisa dai NO ricevuti che gli hanno rubato i sogni. 

Quando un giovane si arrende così perdiamo tutti. Perde l’Italia che non riesce a dare un futuro a chi ne ha semplicemente diritto. Perde l’umanità. Certo ci saranno altre concause che dotti analisti avranno individuato, qualcuno anche facendo ricadere solo colpe su chi si è arreso così tragicamente. 

Invece di affannarci nelle analisi dobbiamo scuoterci. Dobbiamo pensare a cosa ciascuno di noi può fare affinché non ci sia nessun giovane che debba sentirsi irrimediabilmente perduto al punto da preferire la fuga dalla vita alla vita stessa. Da soli non possiamo agire sul sistema economico globalizzato, vero. Da soli non possiamo incidere più di tanto sulle decisioni politiche nazionali e anche locali, vero. Da soli non possiamo far tante altre cose. Ma questo non deve metterci al riparo dalla responsabilità di far qualcosa. Possiamo abbassare i toni delle polemiche inutili contro il sistema, sprecando energie vane. Possiamo dedicare più tempo ad ascoltare chi ha bisogno di aiuto e forse neanche riesce a dirlo; dobbiamo ascoltare quelle richiesta di aiuto anche se non ci son state dette. Facciamolo, se ne siamo capaci, non leggendo sms o WhatsApp o post, ma guardando negli occhi la persona con la quale parliamo, facendo entrare in noi la sua voce incorniciata dai gesti che fa. Sennò che uomini siamo?

Un po’ d’Amore in più, se possiamo provarlo, se vogliamo donarlo, se sappiamo utilizzarlo non egoisticamente, è più di qualcosa rispetto al rimanere attoniti e costernati leggendo su un giornale che un giovane ha visto il proprio futuro e i propri sogni frantumati da troppi NO.

Se Michele, quel trentenne di Udine, avesse ascoltato “Che sia benedetta” la canzone che Fiorella Mannoia ha portato a Sanremo, forse avrebbe avuto modo di capire che la Vita val di più della sua protesta disperata. 

Questa canzone (clicca qui per ascoltarla) secondo me ha già vinto il Festival. Sarebbe triste se non vincesse. 

La Vita vince.   

Buona Domenica.      

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