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La Domenica della gioia. Quattro chiacchiere con Dino e Catia: un regalo della Provvidenza

La Divina Provvidenza non è mai stata avara con me. Domenica scorsa - chi è andato a Messa lo sa - era la “domenica della Gioia”, più propriamente la “domenica Gaudète”, che, nel calendario liturgico, cade appunto nella terza di Avvento. 

In una bella giornata di sole, con tutte le cose piacevoli di una domenica tranquilla che sarà resa ancor più gioiosa dal Derby della Mole, cosa poteva mai riservarmi la Provvidenza per stupirmi? Una chiacchierata niente-poco-dimeno-ché con il duo Dino De Marco-Catia Giovina Mattioli Stella, pronubo l’Amico Roberto Paolucci e testimoni addirittura Lorenzo Antonelli e Giovanni Scioli. Li ho trovati lì in piazza. Sembrava un caso ma non lo era, ecco perché il pronubo riferito al mio Amico, Roberto Paolucci, che mi ha accolto in quel piccolo cerchio magico provando poi a farvi entrare anche Nicola Mincone, che invece ha preferito tenersi a distanza. Erano almeno due anni che non avevo l’onore di parlare insieme con quel duo, protagonista del peggiore quinquennio amministrativo della nostra storia recente. Ed ecco che questo si è avverato.

 

La chiacchierata di allora avvenne nello studio del mio Amico e Medico curante. Durò pochi minuti. Li lasciai convinti di dover provare nei miei confronti quasi una commiserazione, perché "…quando scrivi certe cose dimostri di non aver metabolizzato la sconfitta (quella del 2009, ndr)", mi disse compunto il mio Amico dr. Dino De Marco in quello studio, silente fino ad allora e tornato tale dopo quel pomeriggio. "Comunque tu scrivi cose troppo precise per non avere dei dossier" insistette, sospettosa e furba, la dr.ssa allora collaboratrice del mio Medico curante. Confessai che andavo a memoria, scrivevo quel che ricordavo senza alcuna pretesa di affermare dati storici, anche se nessuno dei protagonisti citati mi aveva mai corretto. Non riuscii a convincerli della mia decisione che, lasciata la militanza politica, era giunto per me il momento di praticare l’otium, caro agli antichi romani. Avrei faticato a spiegar loro questa visione e l’ho sintetizzata con un più franco "ora mi sto divertendo". La cosa, ripeto, non li convinse e, credo, abbia dato loro fastidio.

Dopo quel siparietto ci furono solo “avvisi” da parte del mio Amico e Medico curante. "Stai attento a quello che scrivi". "Se uno scrive certe cose deve stare attento" et similia. Fino all’apoteosi, con l’onore della citazione in occasione del comizio di chiusura alle comunali del 2014, che fece con toni ancora più gravi. Ma, allora, a stare attento doveva esser lui. Sulla sua testa si stavano rovesciano i voti dei Miglianichesi. Dopo tanti “avvisi”, prima o poi, il mio Amico e Medico curante mi querelerà o, più probabilmente, lo farà fare a qualcun altro e penserà di aver raggiunto la felicità vendendomi condannare. 

Nell’attesa di vedermi entrare da imputato in un’aula di Tribunale, cioè domenica scorsa, ha attaccato da par suo.

"Mi dicono che hai scritto…".

"Te l’hanno detto o l’hai letto? – l’ho interrotto – Se non hai letto non puoi commentare, per sentito dire non va bene".

"Me l’hanno riferito" - ha abbozzato.

Alla mia terza insistenza ha ammesso: "L’ho letto". Bene.

"Ti fa bene leggere Viva Miglianico". Nonostante una così buona lettura non si è ancora abituato a evitare queste piccole furbate, indegne di un uomo potente e importante come lui. 

Care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico, potete immaginare quale onore ho sentito nel sapere che personaggi così prestigiosi e così impegnati su tanti fronti dedicano costantemente tempo e attenzione per leggere “Viva Miglianico”! Chissà se qualche volta avranno anche apprezzato e saranno stati tentati di dire almeno su una cosa che fosse una: "Sono d’accordo!". Oh, avrebbero fatto solo bella figura, soprattutto in certi casi…. 

  • (inciso) La cosa sorprendente sapete qual è? Il mio Amico e Medico curante mi ha rimproverato di non essere sintetico quando scrivo. La stessa cosa me l’ha detta anche il Sindaco, Fabio Adezio. Qualcosa in comune ce l’hanno! (chiuso  l’inciso) -      

Vabbè. Però ora Voi, care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico, vorrete sapere di cosa m’ha parlato veramente l’illustre personaggio. Ve lo racconto. Anzi, vi racconto le accuse che ha lanciato, quel che allora ho potuto dire con la pochissima voce che avevo e quel che molto più diffusamente ora va replicato.  L’ex-sindaco De Marco ha finalmente dato per scontato che il giudizio negativo sul suo ultimo quinquennio è per noi un dato consolidato, storico. Mi ha nuovamente “avvisato”, stavolta è stato perché, secondo lui, non avrei dovuto scrivere quel che ho messo nella letterina del 10 dicembre, sotto l’ipotesi “fantapolitica” (clicca qui per rileggerla). Ho provato a spiegargli che se uno annuncia che sta parlando di fantapolitica di quello poi va a trattare. Lui ha detto che lo si può dire ma non scrivere, intercalando il suo dire con "Stai attento"…"…devi stare attento"… "...dovresti fare attenzione".

S’è lamentato del fatto che continuerei a scrivere (a lui ha dato fastidio ma è stata una sola volta nell’ultimo anno, ndr.) dei celebri incendi. Gli ho ricordato che su quella vicenda, che ora lui racconta, ovviamente, a modo suo, non mi stancherò mai di chiedere com’è andata allora, non perché mi interessino le responsabilità penali ma per poter capire cosa è successo in quel periodo a Miglianico, visto che qualcosa cambiò.

"Non è vero", ha interrotto lui.

"Lo ha detto questo signore qui (gli ho indicato Lorenzo Antonelli accanto a lui) - ho replicato - Ha detto in Consiglio comunale che dopo quegli incendi nel tuo modo di amministrare è cambiato qualcosa". Sa che non è finita lì.

Circa le cose scritte su “Viva Miglianico” e che lui non condivide (tutte) l’ho invitato a un confronto pubblico da farsi però su quel che è scritto e non sulle chiacchiere. Io ci spero. Male che vada, ammesso che lui possa avere ragione su tutto, virgole comprese, ci saranno chiarimenti documentati utili a tutti, utili alla nostra piccola storia. Ci sarà anche un aumento esponenziale dei nostri visitatori, il che per lui sarebbe un dramma.  

Poi in un simpatico duetto, lui e la sua collega, hanno provato a convincermi che loro hanno sempre dialogato con la gente e che fare le assemblee pubbliche, come fa ora l’Amministrazione comunale, non significa confrontarsi con i Cittadini "perché il Sindaco - ha detto la dottoressa Catia - dice quello che ha fatto ma non chiede cosa deve fare". S’è capito che non ha mai partecipato e che le cose le son state malamente raccontate da qualcuno. Loro, presumibilmente, ricordano di aver fatto il contrario, cioè ricordano di aver parlato con la gente, chiedendo alla gente cosa fare e poi di aver fatto quel che voleva la gente. Sognano a occhi aperti.    

Passata questa scaramuccia iniziale, il mio Amico e Medico curante ha avuto modo di dirmi altre due o tre cose, cioè di lanciarmi quelle che per lui dovevano essere delle pesantissime accuse.

(…voglio bene al mio Amico Dino De Marco e, visto che non ama i testi troppo lunghi, lo voglio accontentare. Non mi dilungo oltre).

  • Fine della prima parte - 
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