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La sfida alla conservazione: primi elementi di analisi

Care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico,
chi, ieri sera, non ha partecipato alla “sfida-confronto” ideata e lanciata dal sindaco, Fabio Adezio, ha perso una grande occasione per avere elementi importantissimi di valutazione sulle cose che si vanno svolgendo a Miglianico da non pochi mesi a questa parte.
Ci sarà il tempo per raccontare ogni dettaglio. Aspettiamo l’inondazione dei commenti che tracimerà dai social prima di fare il resoconto puntuale di quanto s’è potuto vivere con crescente gioia e soddisfazione personali, visto le conferme che quasi ogni parola detta facevano arrivare alle tesi sempre sostenute su questo spazio di libertà.

Tralasciamo anche il fatto che il Sindaco ha puntigliosamente e con dettaglio di documenti e di cifre contestato le “sette bugie” che ha rilevato nel manifesto fatto affiggere dal Gruppo di “Progetto Miglianico”.
Vanno segnalati piuttosto tre elementi di immediata analisi sulla serata e sul dibattito che ha visto tra i protagonisti Nicola Mincone e Dino De Marco, ex-sindaci della nostra bella Cittadina, oggi ambedue contro l’attuale sindaco, Fabio Adezio.
Il primo elemento riguarda l’assenza degli sfidati: i consiglieri Catia Giovina Mattioli e Fabrizio Papponetti. Tutti da giorni la davamo per certa. È stata un’assenza istituzionalmente sbagliata e politicamente inaccettabile. Non possono accampare scuse e giustificazioni di alcun genere. Hanno sbagliato come consiglieri comunali, il ruolo assunto dopo le elezioni imponeva la loro presenza. Eticamente, lo “squagliamento” (si chiama così l’astensione in Senato) dei due è stato però opportuno. Sapevano in coscienza di non esser loro a dover andar a difendere quel manifesto, benché firmato coi loro nomi. In fondo andare a prendere sberle davanti a tutti quando si può evitare di farlo per conto terzi non è da condannare. Ma un’altra volta prima di firmare rileggano bene il frutto di tanta consultazione…
Il secondo elemento è l’affermazione di una visione “Mincone-De Marco-centrica” della vita amministrativa locale, che loro stessi e alcuni Cittadini, anche nelle stanze pubbliche, ritengono un dato ineliminabile. Il buonsenso dice che non è possibile. La storia ha detto altro. Il tempo presente afferma il contrario. Il futuro non può avverarsi sotto un simile giogo. Il sindaco ha chiaramente detto al “buon Nicola” che scambia la democrazia per “Minconecrazia”.
Pensate, Care Amiche e Cari Amici, che il “buon Nicola”, da semplice cittadino, ha candidamente ammesso di essere andato più volte negli uffici della Giunta Regionale nelle scorse settimane per provare a far modificare quello che era il progetto approvato dall’Amministrazione comunale, liberamente eletta dal popolo di Miglianico e che amministra in nome e nell’interesse dei Cittadini. Un cittadino senza interesse diretto come può interferire in una fase progettuale pubblica anche quando si è in sede di gara di appalto? Misteri locali.
Il terzo elemento è quello che forse meno ha colpito i presenti ma che ha più peso specifico dal punto di vista civico. Il Sindaco non ha voluto affondare nella polemica con i suoi due predecessori. Forse ha fatto male, forse ha fatto bene. Ora non importa. Ha voluto stoppare la facile polemica ed è tornato accoratamente e insistentemente sul messaggio della campagna elettorale: tutti insieme possiamo farcela; Miglianico può farcela, perché ha risorse, occasioni e potenzialità che consentono di inseguire grandi prospettive ottenendo il massimo. Manca però la volontà comune, che è quella che il Sindaco ha ancora una volta invocato. Lo ha fatto rivolgendosi direttamente ai due ex-sindaci, in particolare a Nicola Mincone. Il Sindaco Fabio Adezio ha detto che da chi ha amministrato prima si aspettava e si aspetta ancora aiuto, sostegno, consiglio, incoraggiamento. Invece ha trovato e trova ostilità, acredine, ostacoli. “Perché?” ha chiesto a Mincone. Nessuna risposta. Poco dopo Mincone ha salutato ed è andato via.
Elemento di analisi fuori elenco lo presento come l’ho raccolto da non pochi Concittadini al termine della bella serata civica. A sentir parlare Nicola Mincone e Dino De Marco non pochi dei presenti hanno colto lessico, ritmo, argomentazioni, cadenze e spirito presenti e portanti almeno degli ultimi due manifesti di “Progetto Miglianico”.
È un elemento che consente di leggere meglio anche la stagione elettorale del 2014 e, per qualcuno che ancora non ha approfondito, anche quella del 2009.

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