Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Parigi, o cara. La strage che ci tocca da vicino

Tutti siamo rimasti sconvolti dalla strage del 13 novembre scorso. Sono andato a letto alle 4,05 la mattina del 14 per seguire in televisione le varie dirette soprattutto per capire cosa stesse accadendo quella notte a Parigi. Non serviva certo la solenne proclamazione del Presidente francese Hollande per sapere che siamo in guerra. Il Papa, che molti fanno finta di ascoltare solo per estrapolare le tre parole che sono utili ai loro interessi, ha parlato di terza guerra mondiale in atto già da alcuni mesi. E da più tempo ancora ci sono stragi in diverse parti del mondo che hanno come vittime i Cristiani, ma questo sembra non interessare tanti anche se sono tantissime le vittime innocenti trucidate spesso in modo atroce.
Come insegna una delle vecchie regole del giornalismo, il fatto è avvertito come importante non per un valore assoluto ma per la vicinanza che sente il lettore.

 

Un terremoto in Italia per noi Italiani è più importante di un terremoto anche più sconvolgente ma avvenuto in Asia. Una strage di centinaia di Cristiani in Nigeria colpisce meno che pochi morti di un attentato terroristico vicino a noi. E gli esempi potrebbero continuare anche se l’orrore non si conta con le unità ma è orrore sempre.
La strage di Parigi ci ha colpiti perché la Francia, pur con tutte le differenze che possono esserci, è un paese occidentale, alleato da qualche decennio, parte dell’Europa che non riusciamo ancora a far diventare quel che vorremmo che fosse già. La Francia è un Paese vicino. Non è Italia ma non è neanche così straniero come alcuni possono pensare.
Miglianico è gemellata con Noiselle (oggi credo si chiami Noisel), Comune dell’area metropolitana di Parigi, che dal centro della capitale dista in tempo di spostamento quel che Pescara dista dai nostri amatissimi colli. Il gemellaggio, un po’ artigianale come l’altro fatto con Caluso, fu attuato negli anni ’80 del secolo scorso. La nostra attività di gemellaggio, in verità, non ha avuto alcuno degli sviluppi che in quelle occasioni (i due gemellaggi) vennero prefigurati e strombazzati nelle visite di andata e ritorno delle delegazioni comunali. Ma gemellati lo siamo. E qualcosa conta. Se non conta il gemellaggio come scambio continuo, in questo caso deve contare il richiamo che viene dal fatto che ci siamo legati ad un’altra Comunità, che ora vive un problema più da vicino di quanto lo viviamo noi. Più che gemellati va anche detto che siamo legati a Parigi dalla presenza lì o nei dintorni di non pochi Concittadini. Una volta il loro ritorno a Miglianico nei mesi estivi era più evidente per le targhe gialle delle auto francesi. Oggi si nota di meno, ma non sono meno gli affetti. Non son state minori le preoccupazioni, non è stata assente l’angoscia di attendere la risposta a una telefonata o a un messaggio inviato quella notte per sapere di quei cari.
Siamo stati colpiti direttamente anche noi Miglianichesi, perché ci sono Concittadini a Parigi e in tante altre parti del mondo dove il terrore sconsiderato è arrivato o può arrivare. Fortunatamente non dobbiamo piangere vittime, ma dobbiamo esser consapevoli che sarebbe potuto toccare anche a noi, che non era un film, non è stata una cosa che ha riguardato altri.
Le guerre di questo secolo sono state e saranno sempre mondiali, perché i popoli sono in movimento, perché i giovani studiano fuori dal proprio Paese d’origine, perché si è tornati a cercare e a trovare lavoro lontano da casa, perché il turismo è diventato fenomeno di massa planetario.
Non siamo una nazione chiusa e non ci sono mura a cingere i Comuni né filo spinato e sbarre a marcare moltissimi confini nazionali.
La guerra sarà sempre mondiale, anche perché persino quelle cosiddette regionali sono fatte per procura o con l’aiuto più o meno dichiarato di tutte le grandi potenze spinte da interessi quasi sempre meno nobili di una normale trattativa diplomatica. Il terrore non ha obiettivi mirati ma punta a farci paura per farci cambiare quel che siamo e quel che facciamo. Il terrorismo vuole renderci arrendevoli, più deboli di quel che siamo non perché siamo fisicamente deboli né tantomeno disarmati, ma perché non siamo forti delle nostre convinzioni. L’Europa, disconoscendo madri e padri, non ha voluto riconoscere le sue radici cristiane, ma non ha messo altro a suo fondamento alcunché che possa darci un’identità solida a profondamente radicata, infatti l’Europa dei Popoli stenta a divenire tale. Abbiamo poco. Dobbiamo recuperare il valore plurimillenario della nostra civiltà per non temere la violenza gratuita e spietata di chi non ha Dio, di chi bestemmia contro ogni Dio. Odiare, terrorizzare, massacrare, uccidere innocenti è una bestemmia, la più brutta. Dio è padre buono, ma, come disse Papa Luciani, è padre ma ancor di più è madre. Nessuna madre insegna a uccidere. Nessuna madre accetta che il proprio figlio venga ucciso soprattutto dal fratello.
La nostra Comunità, a suo modo, è disseminata un po’ ovunque nel mondo: a Parigi più che in tante altre parti e meno che in altre ancora.
Ma la nostra pena, la nostra costernazione, il coraggio di non farci spaventare e di costruire con tenacia un mondo migliore sono gli stessi, qui a Miglianico e, coi Miglianichesi e i loro Amici, in tutto il mondo.

Joomla templates by a4joomla