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La Casa dei Miglianichesi: presentato il progetto del nuovo Municipio. Ingegno, modernità, bellezza e fruibilità senza sprechi. Davanti al nuovo il vecchio ha scelto la fuga

Sarebbe tutto da raccontare, minuto per minuto, il fine mattinata di sabato 31 ottobre in Sala Civica, nell’occasione sala consiliare del Comune. Ma la cronaca minuta potrebbe portarci lontano e comunque non sarebbe forse capace, da sola, di evidenziare note, curiosità e sensazioni che stanno nei fatti ma che i fatti da soli non possono illustrare. Convocato per le 11,30, il Consiglio Comunale urgente per approvare il progetto del nuovo Municipio, è iniziato in realtà con un po’ di ritardo, alle 11,50 circa, con il civico consesso presente al gran completo. La sedia del consigliere Di Sipio, dopo aver sostato qualche minuto, vuota, a centro sala, si è ritrovata sul luogo d’origine, laddove l’hanno collocata gli Elettori, cioè a fianco di quelle della maggioranza. Ma è stato solo un dato geografico: il suo occupante, nel momento qualificante della seduta, ha nuovamente seguito le direttive della minoranza del M5S, senza nulla spiegare. Ma di questo si dovrà parlare in altra data, come già annunciato.

Non era ancora terminato l’appello dei presenti da parte del Segretario Comunale che la dott.ssa Catia Giovina Mattioli Stella ha confusamente chiesto di poter fare una dichiarazione, ha cercato di passare il foglio al segretario, si è alzata per andarsene e poi si è riseduta, tutto in pochi secondi. Il nervosismo evidenziato è l’unica spiegazione per un comportamento che, altrimenti, denoterebbe una grave e incredibile impreparazione al ruolo di consigliere comunale, che pure la suddetta ha già svolto per cinque anni, anche se in una stagione consiliare del tutto diversa. Alla agitata oppositrice è stato pacificamente spiegato che era indispensabile avviare i lavori consiliari per poterle dare la parola. Il che è stato fatto dopo un paio di minuti serviti al Sindaco per presentare al Consiglio le motivazioni della convocazione d’urgenza. A quel punto, la dott.ssa Catia Giovina Mattioli Stella,ha letto un testo che è sembrato autorevolmente dettato o etero-scritto tanto era evidente lo stile di un ex-sindaco, elencando dubbi su date e provvedimenti dell’iter amministrativo che avrebbero preceduto quella seduta consiliare. Evidentemente già sicura o timorosa di risposte diverse da quelle che avrebbe voluto ascoltare, ha comunicato che la minoranza di “Progetto Miglianico” avrebbe abbandonato la seduta. Così è stato. Il non ascoltare la replica a quanto gettato lì con affannata fretta, è stata decisione ben studiata nel breve pre-consiglio tenutosi a metà mattinata a palazzetto Martinelli. Ora la disciplina di gruppo è comportamento ammirevole ma, a volte, fine a se stessa. È triste vedere il buon Fabrizio (il dott. Papponetti) obliterare tutta la sua positiva potenzialità di consigliere comunale chiamato a fare opposizione con la prospettiva del futuro; spiace vederlo mortificare la sua giovane età interpretando un ruolo inappropriato, quello di chi difende il passato amministrativo e le scelte che altri hanno fatto quando lui non era consigliere comunale. A cosa gi serve difendere un passato già giudicato dai Cittadini!? Sono trascorsi quasi venti mesi dal maggio 2014 e non si capisce ancora quale prospettiva politico-amministrativa insegua o persegua, schiacciato com’è nell’arroccamento della difesa del vecchio, che è sempre più vecchio e non un valore d’epoca.
Comunque l’opposizione, quella poi più attenta e rigorosa, è rimasta molto ben rappresentata con i 2+1 del gruppo M5S.
Il Consiglio Comunale ha così potuto rapidamente procedere all’approvazione dell’unica delibera all’odg, passata coi voti della maggioranza e con l’astensione del M5S, un’astensione determinata però non da una sostanziale e dura presa di distanza rispetto al provvedimento ma solo dal non condividere la premessa che parlava di tempestiva messa a disposizione dei documenti. Quel che il Consiglio ha approvato sabato mattina è, dunque, il progetto del nuovo Municipio che ha comportato la variante al piano urbanistico vigente. Era questo il nodo politico-amministrativo sussurrato e mai esposto. Era questa la trappoletta che callidamente ex-amministratori, attuali oppositori di Progetto Miglianico e loro sodali a vario titolo e interesse, avevano teso nei giorni passati. Infatti lo strumento urbanistico prevedeva che se si fosse, per qualunque motivo, proceduto ad abbattere il Municipio non sarebbe stato possibile riedificarlo nello stesso sito ma sarebbe stato necessario farlo altrove. Ecco perché l’ex-maggioranza (ispirata forse anche da qualche pezzo di ex-maggioranze) ha minacciato problemi e contenziosi. Ecco perché sui social qualcuno ha provato a rilanciare l’opportunità di spostare il Comune! Il giochetto non è riuscito. Chi è fuggito dalla seduta consiliare potrà sempre far ricorso alla Magistratura o sperare che altri lo facciano.
Il Sindaco ha spiegato che l’inghippo era conosciuto, anzi, che inghippo non era perché, all’atto della richiesta del finanziamento, fu scritto chiaramente ed in forma più che ufficiale che “l’opera non contrasta” con il piano urbanistico vigente. È stato scritto nel 2013, quando la dott.ssa Catia Giovina Mattioli Stella era assessore plenipotenziario e il buon Fabrizio era impegnato a costruire il proprio futuro come i suoi coetanei di “Miglianico Cambia” e di “M5S”. Se per “Progetto Miglianico” allora la condizione di legittimità era così, visto che la normativa urbanistica locale non è cambiata, perché la dott.ssa è scappata dal Consiglio? Perché non ha avvisato prima, quantomeno per assumere il merito di una soluzione data alla Cittadinanza evitando il rischio di problemi a cantiere aperto? Eppure poteva essere l’occasione per vantare qualcosa di buono, avendo fato anche lei la richiesta di quel finanziamento. Poteva giocarsi tutte le carte che la demagogia le avrebbe consentito di metter sul tavolo. Poteva e doveva restare in Consiglio per essere partecipe, seppur senza gioia, per far la propria parte, per capire meglio, per dare il proprio parere, per esserci comunque nel momento solenne nel quale si dava avvio a un’opera che servirà la nostra Comunità per almeno cento anni. Doveva esserci e far restare il buon Fabrizio perché probabilmente è stata la prima volta nella nostra piccola storia locale nella quale un progetto è stato presentato ai Cittadini prima di iniziare i lavori, senza riservarsi il vecchio giochino del colpo a effetto del cantiere che apre e delle promesse che lo avvolgono e che coprono anche certi maneggi. La consigliera di minoranza, dott.ssa Catia Giovina Mattioli Stella, poteva e doveva esserci. Invece è scappata davanti alla responsabilità civica e al rintocco della storia.


Insomma, tornando ai margini della cronaca consiliare, c’è stato, c’è ancora chi ragiona col “tanto peggio tanto meglio”: cioè chi pensa che un’eventuale grana giudiziaria fatta esplodere in sede di Tar o di Tribunale civile o addirittura penale sia più importante che avere un nuovo Municipio, sicuro sismicamente per tutti, adeguato per chi ci lavora e per chi lo deve frequentare come Cittadino proprietario-utente, più bello e funzionale di quello che c’è e che nessuno vuole più. Per certi soggetti il male dell’avversario è l’unica cosa che conta, sicuramente conta più del bene comune.
L’impressione avuta è che, invece, è stato fatto un buon lavoro. Il progetto è piaciuto ai tanti che erano presenti perché raccoglie le idee dei gruppi di studenti universitari attivato con la convenzione a suo tempo attuata con il Corso di Laurea in Architettura dell’Università “G. d’Annunzio”. Sintetizza quelle idee con le esigenze proprie della nostra vita civica; le armonizza con le necessità legate ai fondi disponibili; le esalta con scelte estetiche e funzionali di grande qualità e riesce anche a fare quello che molti non avrebbero voluto forse fare, lo colloca in un percorso di lettura filologica della nostra storia locale, poiché la piazza fu realizzata perché li troneggiasse il Municipio. Del resto non ci sono pareri concordi su dove eventualmente si sarebbe dovuto allocare un nuovo edificio. Il Sindaco ha rivelato che hanno lavorato su due progetti paralleli, quello presentato in Consiglio e quello relativo allo spostamento del Municipio nel palazzo della Duchessa obiettivo per il quale è andato venti volte a L’Aquila per convincere i funzionari della Regione, inutilmente. Aggiungo, per fortuna perché quella soluzione sarebbe stata sicuramente prestigiosa ma poco funzionale in termini di viabilità e fruibilità dei Cittadini a meno di opere in grado di stravolgere l’assetto del borgo antico. A margine di questa “confessione” il Sindaco ha anche annunciato il prossimo recupero dell’ex asilo infantile “la Casa delle Monache”, in via Sud, bloccato da un appalto contestato, con il Comune che non ha vinto la causa e con lavori lasciati incompiuti per anni.
Torniamo al nuovo Municipio e alla sua presentazione.
Il progetto, la sua storia, la sua fatica positiva e propositiva piena di generosità del tempo dato da non pochi soggetti, la sua modernità, la sua potenzialità e la sua cifra civica sono stati illustrati, nel corso dell’incontro che ha seguito la seduta consiliare, dal capo dei progettisti, l’arch. Di Zio, il quale ha dimostrato, oltre le sue doti di valente tecnico e di uomo di profonda e sapiente cultura, una passione che lo ha coinvolto e travolto nell’accettare una sfida quasi impossibile quale quella che l’attuale amministrazione comunale gli ha affidato poco tempo fa: fare il massimo coi pochi soldi disponibili, e farlo anche velocemente perché il bando scadeva il 31 ottobre. Il pubblico ha salutato con un caloroso applauso l’intervento dell’architetto Di Zio, più fragoroso di quello che ha suggellato quello del Sindaco poco prima: un’approvazione popolare senza riserve.


Gli aspetti positivi che tutti i Cittadini presenti hanno potuto cogliere riguardano le qualità che il nuovo Municipio avrà, dall’accesso uguale per tutti, abili e diversamente abili, alla sostenibilità economica, e ai servizi, dalla qualità degli ambienti di lavoro alla qualità degli ambienti per la fruibilità dei Cittadini, dal ritorno di una sala consiliare valida per essere polo civico tutto l’anno e non solo per le attività amministrative alla capacità di legare con profilo e scelta estetica spazi vicini già esistenti, per arrivare ai costi di realizzazione contenuti (meno di 670.000 euro per oltre 750 metri quadri di costruito). Poi c’è il colpo d’occhio delle immagini proiettate che ha subito convinto molti. Chi aveva in mente i progetti votati in agosto ha scoperto una soluzione molto più razionale, sempre gradevole e affascinante, contenuta nello stesso perimetro dell’attuale Municipio ma con un aspetto letteralmente invitante, cioè che invita ad entrare, cosa che l’attuale edificio, così come molti altri Municipi, non ispira di certo.
Ci sono anche aspetti non positivi, ci mancherebbe.
Va considerato che si tratta di una scommessa sulle buone volontà. È riuscita quella del pool di progettisti; è riuscita, a questo punto, anche quella del finanziamento; è riuscita l’operazione coinvolgimento dei Cittadini e della trasparenza delle decisioni progettuali. Resta da verificare se le imprese che hanno mostrato interesse - pare siano già più di cento - saranno poi in grado di condividere tanto spirito di buona volontà mettendo in campo le migliorie che l’amministrazione chiederà al posto del semplice e non sempre tranquillizzante ribasso d’asta.
Ci sarà il disagio di uno o due anni per un Municipio “provvisorio” probabilmente il palazzo della Scuola Media nelle sue parti utilizzabili. Ci sarà il disagio di un cantiere che occuperà il centro cittadino. È vero che è meglio vedere cantieri che il niente immobile, ma i cantieri non son sempre comodi come presenze. Ne abbiamo esperienza e ci siamo abituati.
Il problema irrisolto e che forse resterà tale è la piazzetta antistante il Municipio: rimarrà così com’è. Mancano i soldi e demolire quel che è stato appena fatto sono due freni di non poco conto per chi deve metter mano all’opera. La piazzetta antistante il Comune non è bella, non è funzionale, anzi è tutt’altro che funzionale, in quanto ostacola e non accoglie le presenze. Forse non è neanche a norma, visto che ha gradini non tutelati e salti di quasi un metro senza protezione. Si limita a circondare un monumento che non avrebbe dovuto nascere lì, appesantito da una piramide tronca resa anche obsoleta da errori e carenze, che da lì va spostato, dignitosamente e con grande cura del suo valore ma con altrettanta grande velocità.
Insomma, la speranza che il nuovo Municipio fosse completo anche di una sua piazza, così quando è stato ideato e realizzato un secolo e mezzo fa, farà fatica a diventare realtà. A meno che…

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