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Miglianico Tour 2015: ancora un’emozione

Sono ormai asciutti i passi sudati che hanno danzato sul percorso della “Miglianico Tour 2015”, la quarantacinquesima edizione di fila da quando è nata, l’8 settembre del 1971.
Le novità che si sono affacciate quest’anno e che hanno accompagnato gli elementi più solidi di questa manifestazione podistica, che è tra le più longeve d’Italia, non riescono ancora a far intravedere quale sarà il suo futuro da qui alla 50^ edizione.

La prima novità è quella che riguarda l’organizzazione. Non c’è più, dallo scorso, anno il GS ADES, ora c’è l’ASD ADES, con un suo presidente, Giuliano Orlandi, e un direttivo che conta, tra gli altri (non li ricordo tutti), Roberto Terenzio (l’inventore della “Miglianico Tour”), le bravissime figliole di Nicola Mincone, Carmela e Francesca, Giovanni Scioli, Nando Di Clerico e Matteo Nanni. Questa società sta coordinandosi con quel gruppo che ha gestito le passate edizioni e che, genericamente, fa riferimento al patron della corsa, Nicola Mincone. Inevitabilmente dovrà procedere e concludersi, ed anche abbastanza rapidamente, il processo di riordino organizzativo basato sulla titolarità di chi è legittimato, secondo regole federali e non solo, ad organizzare il tutto e che determinerà ruoli e spazi per chi ha sempre dato una mano ad allestire la “Miglianico Tour”.
L’altra novità che si va consolidando è quella della gara che non insegue più i campioni, quelli a gettone di presenza, ma si apre alla partecipazione di massa, in linea con il trend internazionale del podismo.
C’è un’altra novità che, m’han raccontato, è stata annunciata in tv per la 46^ edizione: dovrebbe svolgersi in notturna con il seguito di una notte bianca tra l 14 e il 15 agosto dell’anno prossimo. L’idea non è male, non sempre ripetibile probabilmente in altri anni e non priva di un ulteriore sforzo organizzativo che non può prescindere dalla disponibilità dell’Amministrazione Comunale che non si è ancora pronunciata. Ma potrebbe essere una cosa interessante.
Poi ci sono tante cose che, per fortuna, rimangono e che sono tutte incarnate da quelle Concittadine e da quei Concittadini che vediamo attivi nel punto iscrizioni, nella organizzazione del percorso, nell’allestimento delle coreografie pubblicitarie, nei punti ristoro e nel pasta party, oltre che nelle mille altre cose che sono comunque indispensabili per far sì che la “Miglianico Tour” possa esistere ogni anno. Senza i loro instancabili sorrisi non ci sarebbe la nostra corsa d’agosto.
La cosa che caratterizza questo evento per noi Miglianichesi è l’emozione che viviamo sin dai giorni della preparazione, scanditi dal progressivo crescere dei podisti lungo le nostre strade, dall’arrivo di transenne e striscioni in piazza, da un crescente viavai di persone che chiedono per le iscrizioni. C’è poi l’emozione nel vivere tutta la manifestazione con un’attenzione particolare, appunto emozionata. C’è emozione nel mini-tour e nelle gare delle categorie riservate ai più giovani, perché ci son figli e nipoti o figli e nipoti di amici che s’affannano dietro i pettorali. C’è ancora l’emozione degli affetti e dell’amicizia quando la gara parte con la colorita folla dei mille atleti e torna snocciolata con magliette e canotte sudate dopo 9 o 18 km. Purtroppo questa emozione è senza voce, o quasi. L’impianto di amplificazione appena allestito dall’Amministrazione Comunale ha dimostrato egregiamente la sua validità, ma non ha portato notizie sul passaggio di chi ci è più caro o che meglio conosciamo. Gli speaker ufficiali, anche quest’anno, ci hanno fornito ogni sorta di notizia sui tempi e le prestazioni di questo o quell’atleta, perlopiù sconosciuti oltre il ristrettissimo contorno degli addetti al settore; ci hanno informato sulle prossime gare che si vanno svolgendo vicino o lontano dai nostri bei colli. Ma non hanno speso parole per la maggioranza relativa dei concorrenti. Ho visto arrivare coppie di coniugi sorridenti, amici, persone che animano Miglianico con il proprio lavoro e con la propria passione civica senza che fosse annunciato il loro arrivo. Mezza parola è stata detta, credo quasi casualmente, all’arrivo di Roberto Terenzio che ha voluto fare il suo giro dei 9 km. Non doveva essere osannato (tra l’altro non è il tipo) ma certo non era un concorrente come tanti altri. O no? Un accenno, inevitabile forse, è stato riservato all’arrivo del gruppo walking (che non s’è capito se era o no in corsa, poiché nessuno aveva un pettorale d gara) per citare il sindaco. E ci sarebbe mancato pure questo!
Il gruppo walking è stato anche dirottato, facendolo arrivare da via Roma. E a proposito di deviazioni pare che ci sia stata una qualche confusione con oltre cento atleti della 18 km che han tagliato senza passare in piazza al primo giro. Non era mai successo, o quasi. Qualcosa va rivisto.
Ma voglio tornare agli amici speaker, tra i pochi della macchina organizzativa a ricevere probabilmente un compenso seppur sotto forma di “rimborso spese”. È vero che non conoscono tante cose di Miglianico e, quindi, dei Miglianchesi in gara. Ma potrebbero e dovrebbero, visto che c’è chi viene da molti anni a far questo lavoro. Casomai avrebbero potuto essere in tre. Al posto del duetto avremmo potuto avere un trio, con un terzo speaker capace di commentare la manifestazione dal punto di vista dei Miglianichesi, pronto a intervistare il Presidente dl ASD ADES, Giuliano Orlandi, a far parlare casomai, in sua vece, il responsabile della comunicazione dell’associazione, Matteo Nanni, a chiedere cose tecniche a Nando Di Clerico, o a far raccontare i suoi 9 km a Roberto Terenzio, a Pino, Aurelio, ad Antonio, a Andrea, a Mario, al dottore che lavora a Canosa, alla prima donna di Miglianico, alle signore pimpanti e sempre bellissime nonostante la scarpinata, al tizio che nella vita fa un lavoro importante ma che non riconosciamo nella sua canottiera sudata e a tanti altri. Manciate di secondi per narrare quella che è sempre “Miglianico Tour”.
Un rimprovero, amichevole e carico dell’affetto che lui sa, lo vorrei fare poi all’Amico Matteo Nanni, per il ruolo che ha di responsabile della comunicazione dell’ASD ADES, anche se so che non ha avuto alcun potere di decisione né l’avrebbe avuto pur insistendo. C’era in pazza il sen. Antonio Razzi. Non si può non approfittare di una simile presenza. Non è certo il politico famoso che serve alla “Miglianico Tour”. Ma il personaggio sì. Andava sfruttato e anche tanto. Vi immaginate quale spot pubblicitario gratuito ci sarebbe stato se tra le gag che Crozza organizza sul personaggio Razzi ne avesse potuto fare una con un Razzi podista alla Miglianico Tour?!
Insomma certe notazioni, che per altri forse son solo di colore riservate a quelli per noi noti, ci interessano di più di un quindicesimo o trentacinquesimo classificato. Ho già avanzato questa obiezione e m’han detto sostanzialmente che ho solo torto, che gli speaker devono fare così perché e perché e perché. Non sono affatto convinto. Non importa. Diciamo che ho voluto ricordare il colore di padre Remo che alla sera, finite le premiazioni, rimaneva senza voce; non aveva “rimborso spese” ma la Miglianico Tour che la faceva vivere “più informati”.
Da qui alla prossima edizione ci sono altre cose, tutte molto o poco importanti, da raccontare, da discutere, da contestare ma soprattutto da lodare di questa che per noi Miglianichesi è un’emozione: la Miglianico Tour, la nostra corsa d’agosto.
Quest’anno porto come ricordo speciale, come emozione, l’arrivo della prima donna, Eunice Chebet, che, tagliato il traguardo, ha fatto un ampio e sereno segno della croce. Ha potuto salutare una vittoria sportiva, una gioia della propria vita con quello che è il segno distintivo della fede, lo stesso che per altre donne africane, seppellite dal silenzio dei potenti e dei loro media, è il segno di riconoscimento per essere uccise e martirizzate.
La Miglianico Tour è anche gioia di vita.

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