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8 marzo 2015: toponomastica al femminile da zero alle proposte. E AUGURI alle Donne, ma non a tutte

Un Amico, arguto, attento e appassionato Concittadino, m’ha fatto notare che Miglianico, secondo un’indagine fatta per verificare la toponomastica al femminile dei Comuni d’Italia, non ha nessuna strada intitolata a una donna. E va detto che nella toponomastica al femminile vanno ricompresi anche nomi di Sante, della Madonna innanzitutto, di suore, benefattrici, personaggi delle arti e della storia. Pare che da noi non ce ne sia neanche una. Vado a memoria ma penso che sia così.
Del resto, non se n’era accorto nessuno, soprattutto nessuna Concittadina.

 

Forse alla cosa non ci si è pensato; forse non interessa; forse le Donne, le nostre Donne, amate, rispettate, venerate ogni giorno e non solo l’8 marzo - festa più di fiorai e pizzerie che di uomini che rispettano le Donne e di Donne che si fanno rispettare - non ci hanno fatto mai caso, perché, probabilmente, non è dalla toponomastica che si parte per affermare certi valori, casomai ci si arriva o ci si passa dopo un bel po’. La vita è un’altra cosa.
Il fatto è che eroine locali, grandi personaggi passati alla storia anche solo regionale, Sante, Donne di eccezionale evidenza pubblica non ne annoveriamo. Tutte le Miglianichesi, secondo me, meritano monumenti e citazioni toponomastiche per il loro impegno quotidiano, per il loro lavoro, spesso faticoso ma non apprezzato, per la capacità di mandare avanti le nostre Famiglie, per la loro partecipazione alle attività associative, ognuna di queste cose condita e colorata di sorriso. Ma di grandi nomi non ne son stati individuati.
Se si dovesse costituire, com’è giusto che sia, una commissione civica per la nuova toponomastica, oggi le invierei qualche suggerimento.

Inizierei dalle Sante. C’è la Madonna delle Piane, prima di tutte, che ha una sua strada e un largo vicino la chiesetta in riva al Foro. Poi c’è Sant’Anna. C’è da intitolare il largo lungo l’asse di via Sud, che potrebbe essere dedicato sia a alla Santa sia alle Suore Figlie di Sant’Anna, che hanno tenuto all’asilo centinaia di piccoli Miglianichesi. Poi ci sarebbe la Duchessa Valignani che, com’è riportato nel libro “Miglianico nella storia e nella letteratura (di Giorgio Panunzio – edizioni “Il Baule” 2004) dimostrò, ai suoi tempi, una straordinaria capacità di coraggiosa guida della famiglia oltre che di tutela dell’onore del nome dei Valignani.
Ma la cosa che mi piacerebbe di più sarebbe intitolare la piazzetta antistante la Scuola Media, dov’era lo stabilimento dei Foppa-Pedretti, alle “Operaie della Filanda”, casomai scegliendo anche una denominazione diversa o ricavata da come venivano allora chiamate, il che si può fare facilmente perché non son poche quelle che dovrebbero essere ancora vive e lucide di memoria. Del loro impegno in quella che era la più grande realtà manifatturiera dell’intera zona, credo resti anche una testimonianza particolare: la statua, bellissima, del Sacro Cuore che si trova nella nicchia di destra entrando nella Chiesa di San Michele Arcangelo - Santuario di San Pantalone, commissionata all’artigianato tirolese e pagata appunto dalle Operaie della Filanda. Ma resta, soprattutto, lo straordinario ricordo di una esperienza di lavoro femminile che, per numero ed importanza territoriale, forse è ancora ineguagliata a Miglianico e nell’intero circondario. Intitolare qualcosa a loro, come simbolo del lavoro femminile, ma anche a quella pagina di storia locale sarebbe decisamente appropriato, o no?
Sarebbe bello poter fare questa o altre intitolazioni l’8 marzo del prossimo anno. Ci sarebbe tutto il tempo per ricerca storica e per ogni altro approfondimento.
In attesa che la toponomastica si colori di rosa, gli auguri alle Donne anche quest’anno sono una piacevolissimo dovere per Viva Miglianico.
I nostri auguri sinceri e festosi sono per tutte le Miglianichesi, la nostra forza, la nostra tenacia, la nostra gioia.
Sarebbero da estendere a tutte le Donne del mondo, soprattutto a chi non è davvero nelle condizioni di festeggiare, perché è oppressa, perseguitata, discriminata, violentata, uccisa, umiliata, sicuramente non amata.
Sono uomini malvagi, maschilisti senz’anima e senza dignità quelli che ci fanno vergognare per quelle offese, milioni di offese verso le Donne.
Ma ci sono donne che i nostri auguri non li meritano. E, comunque, non li facciamo loro.
Sono quelle che tacciono e non denunciano non tanto la violenza subita personalmente, che per loro a volte è un trauma che le chiude comprensibilmente verso tutti, ma non denunciano le violenze subite da altre donne per complicità, per convenienza, per quieto vivere, non per paura di ritorsioni.
Sono quelle che si riempiono la bocca di femminismo, di pari opportunità, di tetto di cristallo (l’impalpabile ma insuperabile ostacolo alla carriera delle donne, ndr.), conciliazione dei tempi di lavoro, di discriminazioni di genere, di quote rosa e di altri slogan simili, ma lo fanno solo per promuovere sé stesse nei sindacati e nei partiti politici.
Sono quelle che accettano i compromessi nello spettacolo, che addirittura invidiano le varie “olgettine” perché hanno saputo far fruttare certe doti non intellettive o di curriculum scolastico a 3/4mila euro a sera.
Sono quelle che vogliono ributtare a mare le Mamme, le donne incinte, le bambine che sbarcano a Lampedusa.
Sono quelle che sono indifferenti rispetto a certe espansioni non religiose ma di settori intolleranti che, dichiarandosi obbedienti a una religione, dichiarano l’inferiorità naturale della donna, la sua naturale inadeguatezza alla parità con l’uomo: incredibile nel XXI secolo, ma è così.
Sono quelle che hanno praticato quelle che chiamo “le carriere orizzontali”, non per il passaggio di funzione lavorativa ma per le posizioni di certi passaggi prodromici, che scavalcano senza merito non solo i maschietti ma anche le colleghe Donne che, invece, hanno puntato sullo studio e sulla serietà della formazione e dell’impegno personali.
Ce ne sono altre? Aggiungetele Voi, care Amiche e anche Cari Amici di Viva Miglianico. Sono tutte indegne di essere le Donne alle quali devono andare i nostri Auguri, sono le vere nemiche della emancipazione delle Donne, della loro pari dignità, che, per noi, è un valore assoluto.
A loro gli auguri per l’8 marzo non mi sento di farli. Offenderei le Donne.
Offenderei anche e soprattutto le Miglianichesi, quelle che sanno essere lavoratrici senza mettere in secondo piano l’essere madri e spose ventiquattr’ore al giorno, quelle che sanno rinunciare al riposino o a un’ora di svago e accudiscono anziani e non-autosufficienti senza compenso, quelle sanno rinunciare a uno stupida soap-opera in tv e escono di casa per partecipare a attività sociali o a fare volontariato o a fare le catechiste.
Alle Donne tantissime Donne che lo meritano, in particolare a quelle alle quali nessuno lo farà, va il nostro augurio cordiale, cioè col cuore.
Il nostro augurio per loro non è fatto di vuota festosità. È amore, è, soprattutto, rispetto: non si può amare chi non si rispetta.
Viva le Miglianichesi.

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