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Numeri di carnevale. Piovono soldi, ma solo dai manifesti

Un mare di denaro sembra aver allagato Miglianico. A leggere gli ultimi due manifesti sembra che sui nostri bei colli stia piovendo carta moneta.
Invece non è così.
Nessuno ha fatto caso che erano i giorni del carnevale.
Sarebbe superfluo ricordare quanto siano disinvolti nella lettura dei numeri quelli di “Progetto Miglianico”, conservatori per niente illuminati, neanche ora con le tremolanti fiaccole della “neo-carboneria” locale. Ma superfluo non lo è, anche perché sono loro stessi, nel manifesto che annuncia un lascito di quattro milioni di euro, a mettere le mani avanti. Scrivono che si tratta di “opere ritenute idonee per essere finanziate e appaltate”.

 

Se fosse stato un fatto pacifico non avrebbero dovuto scrivere quella premessa, che, invece, serve proprio a mettere le mani avanti.

È politichese, Care Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico. Si annuncia qualcosa, ma prima di scriverlo si avvisa che non è proprio così.

“Opere ritenute idonee” non è una frase adatta a un manifesto che serve a divulgare con efficacia un qualche messaggio. Si dovrebbe scrivere “finanziamenti ottenuti” o “progetti finanziati” o anche “opere avviate e che vanno solo completate”. Invece si usa il politichese con “opere idonee…”. I finanziamenti sono una cosa, e, se sono stati intercettati, è cosa buona. Che poi siano reali e sostenuti da tutto quel che occorre è altra cosa. Ad esempio, sappiamo dalla relazione che il Sindaco, Fabio Adezio, ha fatto nei recenti incontri con la Cittadinanza, che i 750.000,00 euro del progetto denominato “6000 Campanili” erano tali solo sulla carta, poiché il progetto della vecchia amministrazione non avrebbe consentito di accedere al finanziamento a meno di rischi e intrecci, tutt’altro che virtuosi e trasparenti, e di tutti i conseguenti problemi della fattispecie. 
Probabilmente una spiegazione è questa. A Miglianico si parlano due lingue, almeno quando si deve trattare di denaro pubblico. L’aritmetica sarà ancora esatta da queste parti. E c’è una distinzione di base che il manifesto in questione nasconde capziosamente: i finanziamenti (ammesso che siano tutti veri e buoni) sono una cosa, il bilancio comunale, con le sue entrate (tasse) le sue uscite e eventuali debiti per eccesso di spesa rispetto alle entrate, è cosa assai diversa. Le cifre dei bilanci comunali appaiono, infatti, come testi arcaici che necessitano di traduzioni particolari e con almeno due scuole di pensiero. Già il distinguere i finanziamenti promessi, quelli legati a progetti da fare o quelli ripartiti agli enti locali in conseguenza di provvedimenti nazionali (ad es. la sicurezza antisismica) o altro ancora dai soldi del Comune è un’operazione di chiarezza che va fatta parlando la stessa lingua, traducendo anche gli artifici degli esperti. Ancora maggior chiarezza va fatta sul bilancio interno. Il Comune ha entrate e uscite, può avere bilancio a consuntivo zero, o avere residui attivi o debiti, dopo aver incassato tasse e speso quel che decide per le attività di propria competenza.

Quelli di “Progetto Miglianico” continuano a dire che hanno lasciato “il Comune senza debiti”. Tutti gli altri invece continuano a dire che i mutui fatti da “Progetto Miglianico” e la loro rinegoziazione decisa tre anni fa, hanno indebitato al massimo il Comune, fino al 2040 o giù di lì.

A parte le altre voci di spesa sul bilancio, bisogna intendersi almeno su questo, se cioè i mutui sono debiti. Se quelli che fa un Comune sono come quelli che fanno i Cittadini. Quando uno di noi va in banca e accende un mutuo, prende una somma e deve restituire una somma decisamente più grande in un determinato periodo, offrendo garanzie certe, come sono le ipoteche sulle case. Quindi si indebita per la quantità di denaro che deve restituire oltre il capitale ottenuto (interessi e spese varie) e si priva della possibilità di disporre del bene o dei beni che dà in garanzia: la casa o il quinto dello stipendio o altro. Chi compie questa operazione fa un debito o guadagna denaro? Fa un debito. Siamo concordi su questo? Bene! Il Comune che prende uno o due o tre milioni di euro dalla Cassa Depositi e Prestiti per finanziare lavori pubblici o altri interventi e si impegna a restituire quella somma più gli interessi e le spese, si indebita per quella somma pari agli interessi e alle spese che accetta di pagare? Se mette come garanzia quelli che si chiamano “cespiti delegabili”, cioè le entrate (le tasse comunali) che può legittimamente impegnare, ad esempio la quota IRPEF che spetta a Comune, vincola quelle entrare al pagamento del mutuo e quindi del debito e non può farci altro? Pare di si. Cioè anche il Comune si indebita e si priva della possibilità di usare una sua ricchezza perché deve pagare i ratei del mutuo, che, come tutti sappiamo, sono somme composte da quota capitale e da quota interessi. La cosa sembra pacifica, ma c’è chi ritiene che così non sia. Per fortuna non governa più a Miglianico.
Ora tutte le spiegazioni del mondo sono sicuramente più valide di queste povere considerazioni. Ma a noi Cittadini contribuenti interessa solo sapere come stanno le cose, nel modo più chiaro possibile.
Un altro manifesto è poi apparso nei due formati 6 x 3 (metri) e 70 x 100 (centimetri). È la precisazione, a caratteri cubitali, fatta da “Forza Italia per Miglianico” sul finanziamento pre-elettorale di 550.000,00 euro, destinato al nostro Campo Sportivo “Fratelli Ciavatta”. La comunicazione è seria e asciutta, con l’ovvio riferimento polemico di chi fa opposizione in Regione: non promette soldi né lasciti, richiama solo la paternità di un determinato provvedimento regionale: è una precisazione. Il finanziamento era stato promesso, prima della campagna elettorale, dalla Giunta Chiodi. Era stato annunciato, in campagna elettorale (con scarso effetto), dal consigliere uscente e candidato alle regionali, Nicola Mincone. Era stato poi effettivamente tolto dalla nuova Giunta Regionale, a guida D’Alfonso. Pare però che è stato, di fatto, ottenuto poiché effettivamente rintracciato, recuperato e fatto assegnare non solo sulla letterina delle future promesse ma tra i finanziamenti utilizzabili, dalla nuova amministrazione Comunale, grazie ad un lavoro intelligente e tenace, attuato con discrezione e rapidità. È vero, la campagna elettorale è finita e le promesse pre-elettorali svaniscono o si devono ristampare.
Inciso. Vi è qualcuno che sappia chi è il referente di Forza Italia a Miglianico? Era un insospettabile, lo è ancora, se, nel caos azzurro, non lo hanno cambiato nottetempo… -
Una cosa intanto è certa. La polemica lanciata dal manifesto di “Progetto Miglianico” è tutta indirizzata all’attuale Amministrazione Comunale. Questo è indubitabile. In verità, fa sorridere il titolo dato al manifesto dagli strateghi di Palazzetto Martinelli: “La campagna elettorale è finita. Basta con le bugie e gli insulti”. Ma che, si accusano da soli? Sono proprio loro che, da maggio in poi, hanno parlato e agito (apertamente e meno apertamente…) da soli o attraverso incursioni di “insperate truppe cammellate”, come se fossero ancora nel parossismo della campagna elettorale! O, forse, c’è un cambio di strategia e di toni, perché sono cambiati i ruoli dentro “Progetto Miglianico”? O, forse, sono cambiati certi sostegni? O, forse, sono cambiati alcuni suggeritori? O, forse, l’accusa, benché palesemente infondata e beffarda, tende a nascondere qualche altra trovata geniale? Vedremo
Quel che può interessare ai Cittadini di Miglianico, cioè la risposta alle accuse e ogni altro aspetto riconducibile a quel manifesto (nessuno lo ha strappato, come nessuno aveva strappato gli altri, ndr.) dovrà venire da chi amministra, se riterrà di volerla dare.
Una sola avvertenza possiamo darla, o meglio, suggerirla anche noi da “Viva Miglianico”, perché è semplice e non richiede la scienza e la grammatica del laboratorio politico di Palazzetto Martinelli. All’invito perentorio rivolto dal manifesto di “Progetto Miglianico” alla nuova Amministrazione Comunale: “Vi auguriamo di proseguire sulla strada della buona gestione già tracciata” la risposta che deve essere data è “Non sia mai!!”, meglio “’N zia ma’!”. Seguire, proseguire quel che ha fatto “Progetto Miglianico” è di pessimo augurio, è un augurio di sventura per tutti i Miglianichesi. La strada tracciata da “Progetto Miglianico” e condannata dagli Elettori il 25 maggio scorso, è quella che portava al dissesto, al fallimento, alle tasse, alla paralisi clientelare, ai vecchi metodi, alle piccole e grandi bugie, al vittimismo che prova a nascondere le colpe, insomma, alla cattiva amministrazione, i cui effetti negativi sono stati e vengono ancora scaricati cinicamente sui Cittadini contribuenti.
“Progetto Miglianico”, nel prossimo manifesto che sta già preparando, esponga i conti della sua gestione del Campo da Golf. E scriva senza politichese se ha lasciato capitali o debiti in quella gestione. Senza provare a fare trucchetti dicendo che va computato il valore del Campo da Golf: il campo da golf comunale, come struttura, è un patrimonio che appartiene ai Miglianichesi, è un grande valore creato da altri e che loro hanno immeritatamente ereditato e gestito come l’hanno gestito.
L’Amministrazione Comunale, dal canto suo, confermi o smentisca quel che si va dicendo, che cioè si stanno verificando i debiti lasciati dalla passata gestione e che siamo arrivati quasi a 400,000,00 euro: debiti che ora dovremmo pagare tutti noi, con le nostre tasse, proprio perché il campo da golf è nostro.
Se fosse vera, anche solo in parte, questa indiscrezione, sarebbe una vergogna. Se poi fosse vero anche il fatto che chi ha prodotto quei debiti e li ha accumulati, nascondendoli accuratamente ai Cittadini, non pagherà di tasca sua, sarebbe per giunta beffardo. Ci auguriamo che questa indiscrezione sia infondata. Ma se fosse vera, il Sindaco dovrebbe fare due cose. La prima è far certificare quei debiti dai revisori e spiegare la situazione pubblicamente, nel confronto con le opposizioni. Se si accertasse anche allora un simile debito, fatte salve le salvaguardie di legge, dovrebbe comunicare i nomi dei responsabili, di chi quei debiti li ha fatti.
Tangentopoli ha ubriacato e ipnotizzato troppa gente. È stato un disastro.
Perché l’unica cosa che doveva fare e che nessuno ha ancora fatto è quella che fa andare male ogni altra cosa: in Italia chi ruba, chi utilizza allegramente il denaro pubblico, non paga mai di tasca sua. Dovrebbe essere espropriato dei beni suoi e della sua famiglia, di tutto. Invece, al massimo fa qualche giorno di carcere se gli va male o sta a casa ai domiciliari, ma poi torna libero e ricco e aspetta sentenze di proscioglimento per prescrizione o per derubricazione di altri reati.
Tornando ai debiti del Golf, i veri responsabili probabilmente quei debiti non li pagheranno di tasca loro, perché forse ci sarà anche per loro una legge, una sbagliatissima e ingiustissima legge, che questo consentirà. E quindi dovremo pagare noi tutti. Ma almeno sapremo chi sono coloro che ci costringerebbero a pagare 3/400 euro a famiglia per rimettere a posto i soldi che loro hanno sperperato. Sapremo se potremo evitare di salutare, di stringere la mano, di applaudire o, chissà, anche di condividere qualcosa in più, con chi ci ha, di fatto, derubato dei nostri soldi, perché ci farà pagare nuove tasse non per avere nuovi servizi ma per coprire i loro vecchi debiti (per l’ACA, la CONSAC etc. vale la stessa cosa).
Intanto, il Cittadino che legge i manifesti fa liberamente le sue valutazioni, che ci interessano, se non altro per spontanea simpatia, più di quelle di “Progetto Miglianico” e delle pur utili precisazioni di “Forza Italia per Miglianico” .
Alcuni Amici hanno lungamente insistito nel dire che se il Comune ha 4 milioni di euro a fondo perduto, come vuol far intendere il manifesto di “Progetto Miglianico”, allora possiamo pagare meno tasse, perché “basta mettere quei soldi dove serve per non far pagare le tasse ai Cittadini”. “Chi è che dice che non si può fare? - insisteva uno di loro, più degli altri - Si son fatti tanti trucchi per gli altri, si può fare anche un trucco per non far pagare le tasse a noi Cittadini”. Bello ma impossibile, ho risposto: non l’ho convinto. Altri si sono chiesti se i soldi a fondo perduto sono poi dei regali o se qualcosa dobbiamo sempre pagare o abbiamo già pagato, cioè se fanno debito pubblico, quello che paghiamo sempre noi. Altri han chiesto, appunto, se i mutui son soldi da mettere in cassa e basta per farci quel che si vuole o sono debiti da pagare e ci si possono fare solo alcune cose. Altri ancora hanno chiesto perché chi ha amministrato fino a maggio scorso non ha speso quei quattro milioni di euro che vogliono farci crede che son belli e pronti ora che non ci son più loro? Altri ancora, più direttamente, andavano chiedendo perché se ci son tutti questi soldi in cassa il Sindaco dice che non c’è un centesimo da spendere.
Un vecchio aneddoto può chiarire forse qualcosa, anche se è fatto in lire. Certamente è un qualcosa che sarà utile per chi ama la nostra piccola storia locale. Quando la DC perse le elezioni comunali nella primavera del 1975, lasciò nelle casse del Municipio poco più di 120.000.000 di lire di allora, erano bei soldini. Non li spese per contrasti interni e anche per un’effettiva paralisi amministrativa determinata anche da un clima niente affatto pacifico sul piano delle denunce anonime. Erano soldi veri, che stavano in banca, non sui manifesti. Tant’è che la nuova amministrazione, quella della Sinistra Unita guidata dal prof. Francesco Scotti, in poche settimane mise in cantiere tutta una seri di piccoli lavori, come - se la memoria non falla - l’asfalto di via Costa della Forma (la “discese di Armande”), che inorgoglirono i sostenitori dei vincitori e fecero ancor di più male ai sostenitori dello scudocrociato appena sconfitto e li agitarono in più di una riunione nei mesi successivi.
Se il manifesto di “Progetto Miglianico” fosse veritiero, se in Comune ci fossero 4 milioni di euro veri, pronti e disponibili, il Sindaco potrebbe davvero toglierci un bel po’ di tasse, potrebbe aumentare lo stipendio ai dipendenti comunali, potrebbe fare tante altre cose oltre quelle che ha annunciato. Avanzerebbero palate di soldi anche dopo che la nuova Amministrazione ha veramente recuperato finanziamenti e messo a posto certi progetti “farlocchi”.
Ma la verità sconsolante è che in Comune quelli di “Progetto Miglianico” hanno lasciato debiti.
Preferiremmo aver torto su tutto e scoprire che invece le casse comunali traboccano di oro e carta moneta. Saremmo lieti di annunciare che piovono soldi a catinelle.
A Miglianico, invece, i soldi piovono solo dai manifesti di carnevale, buoni forse solo per i coriandoli dell’anno prossimo.

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