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Informazione e vecchia propaganda, le sorprese della democrazia

Che mi son perso, che ci siamo persi, care e Amiche e Cari Amici di Viva Miglianico!
Il primo tour della nuova Amministrazione Comunale nel territorio per incontrare i Cittadini è stato un successo inatteso per molti, una piacevole sorpresa per alcuni, una cocente esperienza per altri (i soliti).
Pensavo che ogni appuntamento dovesse essere sostanzialmente uguale al primo, quello tenuto nella Sala Civica, cioè con la stessa scaletta e gli stessi temi. Così era nelle intenzioni del Sindaco e dei suoi collaboratori.
Invece non ho tenuto conto che potesse esserci la sorpresa.

 

Come tanti ho dato per scontato che la sera della Candelora, il lunedì 2 febbraio, fosse naturalmente più utile accogliere l’invito del nostro Parroco, don Gilberto, e partecipare a un rito non tanto suggestivo, quanto di fondamentale significato e di grande importanza.
Altri non la pensavano così.
Le riunioni fuori orario a Palazzetto Martinelli, il via vai dei soliti noti, quasi fuori orario, in certe stanze del Municipio, il lavorio di telefonini e di smartphone erano indirizzati a quello che doveva essere, nelle loro intenzioni, un colpo micidiale: “la notte delle Piane”, rivelatasi poi nella sintesi fatta dal Sindaco, Fabio Adezio, come “frizzante”.
Confesso d’aver sopravvalutato in quelle ore alcuni soggetti, quelli che fan riferimento alla conservazione locale radunatasi, in vario modo e non sempre apertamente, attorno a “Progetto Miglianico” e, oggi, asserragliata dentro palazzetto Martinelli e in qualche altra postazione cittadina. Li ho sopravvalutati perché pensavo che la lezione ricevuta dai Miglianichesi il 25 maggio scorso avrebbe dato loro il tempo e il modo di capire alcuni errori, precisare strategie, migliorare le proposte, mutare gli atteggiamenti, quindi, di ottenere un complessivo giovamento. Invece, sorda e cieca, come sa essere la conservazione, ha preferito rimanere nel suo fortino, attuando mezzi di guerra politica locale decisamente fuori dal tempo, come lo era la cavalleria dopo l’introduzione dei carri armati e dell’aviazione.
L’attacco è stato, infatti, quello vecchio stampo, che residua ormai solo in qualche stanco talk-show televisivo, basato sulla continua interruzione del dire altrui senza nulla dire, sperando di diminuire l’effetto di un messaggio non gradito, al quale non si ha da opporre nulla di alternativo e di migliore neanche in termini di pura dialettica.
L’inefficacia di questa guerriglia arrugginita e improduttiva si è tradotta in quella di un boomerang mal utilizzato. Il Sindaco - m’han raccontato - non ha dovuto neanche affondare nel bastonare i “disturbatori” ancor di più, con notizie e dati pesanti che ha poi deciso saggiamente di non mettere in campo. È stato un Concittadino, che tutti consociamo per la sua schiettezza che è pari alla sua genialità imprenditoriale, alla sua capacità di lavoro e alla tenacia nelle prove sportive, a farsi portavoce degli altri presenti bollando con espressioni colorite ma di impareggiabile efficacia il comportamento poco corretto, improduttivo e intollerabile portato avanti dalla candidato sindaco sconfitta alle elezioni comunali. “Non ho votato per loro - questa è la sintesi del suo dire, seguito alla colorita espressione utilizzata per sanzionare la suddetta – ma questi in otto mesi hanno fatto tanto mentre voi in cinque anni non avete fatto niente”. Una riunione politica vera, dopo un intervento del genere, si chiude lì, il resto è spettacolo, come si diceva una volta.
Ma, pare, che spettacolo non sia stato il seguito. Infatti, dopo quattro incontri pubblici e, soprattutto, un paio almeno di Consigli comunali, sembra che il vero problema che allarma, irrita, preoccupa e assilla l’opposizione che fa capo a “Progetto Miglianico”, sia quel 5/8% teorico del progetto denominato “6000 Campanili”: cioè la strada comunale Cremona, con la sua densità abitativa prossima allo zero, ma con interessi fondiari evidentemente di più di un esponente di quella opposizione.

Fatti salvi i provvedimenti amministrativi, immaginati, progettati, attuati o di futura attuazione, emerge un nervo scoperto che o è stato toccato perché tocca interessi diretti o è stato toccato perché attraversa precise promesse elettorali o para-elettorali. Insomma, questo è quel che appare dall’insistenza su quel piccolo pezzo di strada in terra. Di tutto un progetto non si realizza proprio quello che più stava a cuore (usiamo un termine sentimentale) a pochi ma irriducibili soggetti. Questo, in fondo in fondo, ma proprio in fondo in fondo, ci sta, lo vogliamo concedere. Ma è possibile che su due ore di illustrazione fatta dal Sindaco sulle cose fatte e su quelle da fare, su progetti avviati e su ingenti finanziamenti pubblici recuperati, soprattutto su criticità di bilancio e di tasse per i Cittadini, l’opposizione di “Progetto Miglianico” abbia a cuore solo il destino della strada comunale Cremona?
Sarebbe forse il caso, se questo le leggi lo consentono, di pubblicare la mappa catastale dei terreni serviti da quella stradina che, per “Progetto Miglianico”, è un’ importantissima arteria stradale, seconda per importanza forse solo alla autostrada A14, per capire finalmente perché genera tanta agitazione in determinati soggetti. Sarebbe il caso di procedere a far stimare il costo e i tempi degli interventi possibili per la salvaguardia delle abitazioni che vi si trovano. Così capiremmo se costi e tempi siano maggiori o minori di quanto preventivato dalla vecchia amministrazione per quella parte progetto che nessuna imprese tra quelle interpellate - questo ha riferito il Sindaco - ritiene invece sia realizzabile, almeno così come immaginato nella prima scheda del progetto “6000 Campanili” quello, per intenderci, allora fatto male.
Ma, a voler concedere tutto, ma proprio tutto, all’opposizione di “Progetto Miglianico” su questo singolo aspetto che sembra essere l’unico di vitale importanza a livello locale, la constatazione che viene da fare è un’altra. E l’hanno rilevata chiaramente non pochi tra i presenti ai vari incontri.
La constatazione è questa: l’opposizione di “Progetto Miglianico” non ha nient’altro da dire.
I suggeritori hanno perso i fogli del loro vecchio canovaccio; hanno esaurito le parole della propaganda.
O qualcuno è rimasto a bocca aperta e le parole gli son rimaste nel gargarozzo.
A qualcuno invece no, purtroppo per lui. C’è sempre uno che fa lo spavaldo o si offre con coraggio e va alle riunioni promettendo agli altri del gruppetto che lui certe cose ha il coraggio di dirle. Poi commette tre errori esiziali. Il primo è che non si è preparato bene il pistolotto e manca di chiarezza nell’esporlo. Il secondo errore è che la mancanza di chiarezza rende ancora più inconsistenti e pretestuosi certi argomenti. Il terzo errore è un’aggravante contestuale, perché diventa temerario e passa a lodare il nemico di una vita non per un proprio ravvedimento ma perché gli ha dispensato non attenzione amministrativa ma piaceri personali (dei quali guarda caso si ricorda solo ora…). Sicché, l’incauto si espone alla stroncatura di quel Concittadino che con altrettanta coloritura dialettale gli certifica la sopraggiunta insopportabilità sua e di certi vecchi soggetti nonché delle loro chiacchiere per alcune parti del corpo umano del genere maschile.
Ma di tutto questo l’Amministrazione Comunale può esser solo parzialmente soddisfatta. Avere esplicitamente o, come in questo frangente, implicitamente il consenso della stragrande maggioranza dei Cittadini che hanno seguito il tour territoriale e di quelli da essi rappresentati non è un risultato da mettere in cassaforte e basta. L’opposizione è necessaria, ha la sua vitale importanza in democrazia, è indispensabile per controllare quel che si va facendo, è utile a chi deve amministrare. Una buona Amministrazione è tale soprattutto se ha una buona opposizione. Altrimenti deve lavorare il doppio. Metà dell’opposizione consiliare che abbiamo oggi, cioè “Progetto Miglianico” non fa quel che potrebbe e dovrebbe: sembra sempre più interessata alla conservazione del vecchio, sembra mal consigliata, sembra ancora frastornata dalla sconfitta, sembra impegnata più nella dietrologia distruttiva che in quello che è il ruolo affidatole dai Cittadini, che è di controllare, contrastare, fare chiarezza e, soprattutto, avanzare proposte alternative e possibilmente migliori.
Questa frangia dell’opposizione, forse, si illude che certi nuovi apporti possano improvvisamente ridisegnare quelli che, nel ventennio, si definivano “i destini della Patria”.
La nuova “Carboneria” è la loro speranza?
Ahiloro, sperano proprio male.

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