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Una strada per un sorriso: ipotesi sulla sicurezza stradale in Contrada Piane San Pantaleone

A tutti sta a cuore la sicurezza stradale. Ciascuno di noi sa o può facilmente capire che l’introduzione del controllo elettronico della velocità, attraverso l’autovelox, risolve solo parzialmente il problema, con qualche piega di sofferenza (giustificata) e anche di dispetto (ingiustificato) in chi s’è trovato o si trova a pagare multe per esser stato “beccato” a 56 o a 60 km/h su una delle nostre strade.
Condivido la preoccupazione dei Concittadini di Piane San Pantaleone, i quali, involontariamente, sono stati poi all’origine della adozione dell’autovelox da parte della vecchia Amministrazione Comunale di Miglianico. La loro petizione dello scorso anno chiedeva sicurezza, consapevoli e, purtroppo, anche esperti dei pericoli introdotti da un traffico, a volte sostenuto quasi sempre troppo veloce, sulla Strada Provinciale che attraversa la nostra ridente contrada.
L’autovelox non risolve quel problema.

 

Se ne sono accorti con non troppo ritardo anche gli Amici del “M5S” che pure si son stati i paladini di una lotta civile, educata, corretta e giusta, fatta nell’interesse di chi abita a Piane San Pantaleone ma anche di chi vi transita, soprattutto a piedi o in bicicletta.
Nell’ultimo Consiglio comunale, il Sindaco ha risposto con cordialità alla mozione del capogruppo dei “grillini”, dott. Carlo Di Federico, ma ha dovuto sospendere ogni ulteriore iniziativa sia per mancanza di soldi sia perché di proposte concrete e realizzabili in quella sede non ne sono emerse chiaramente.
Per ora resta l’autovelox, anzi, resta è un po’ inesatto dirlo perché a Pian San Pataleone, diciamo che non è proprio di casa, ci passa anch’esso qualche volta, ma non sempre. I proventi che scaturiranno dalle sue sanzioni potranno esser utilizzati anche per qualche cartello stradale o altra segnaletica, nuova o di vecchio stile che sia. Ma più di tanto non sembra potersi attendere.
Una soluzione, forse, la si potrebbe intravedere. Non è facile ma, a leggere quel che ho potuto trovare, non è una missione impossibile.
Il Comune dovrebbe chiedere, concordandola e non pretendendola, la declassificazione di quel tratto di strada che attraversa la Contrada Piane San Pantaleone: da provinciale a comunale. A leggere rapidamente il Codice della Strada si percepisce che i motivi ci sono tutti. Infatti le strade vengono definite “Provinciali, quando allacciano al capoluogo di provincia capoluoghi di singoli comuni della rispettiva provincia o più capoluoghi di comuni tra loro ovvero quando allacciano alla rete statale o regionale i capoluoghi di comune, se ciò sia particolarmente rilevante per ragioni di carattere industriale, commerciale, agricolo, turistico e climatico”. Lo stesso codice spiega che quando le strade non svolgono più la funzione che le classificava perché son cambiate le condizioni si può procedere alla loro declassificazione. Basterebbe motivare anche solo che si tratta di una strada da considerarsi meramente parallela alla Val di Foro e che non pregiudica in nessun modo il transito di chi va da Tollo a Francavilla al Mare visto che la bretella fu realizzata dalla Provincia anche per non far passare più il traffico in Contrada Piane San Pantaleone e quindi rende non più classificabile come provinciale una strada che passando per tutta la lunghezza la contrada stessa, ormai collega solo due zone di Miglianico, Collemarino e Cerreto (ex-Cerreto inferiore) che, comincia al ponte sul Foro di località Caramanico.
La richiesta, così motivata o meglio motivata come sapranno fare i competenti Uffici Comunali, va indirizzata al Presiedente della Giunta Regionale che potrà, esperite le verifiche e concluso l’iter previsto, firmare il decreto di declassificazione come prevede l’art 2 del Codice della Strada con i correlati articoli di attuazione.
Ottenuto questo, cioè essendone pieno ed esclusivo proprietario, il Comune potrà adottare tutti i provvedimenti in ordine a sistemazione, razionalizzazione, miglioramento e adeguamento alle esigenze che riterrà preminenti. Potrà, ad esempio, imporre limiti di velocità più bassi, adatti a zone fortemente abitate, potrà realizzare almeno da un lato, se non un marciapiede quantomeno una banchina pedonalizzabile, potrà realizzare dossi che consentano sia l’attraversamento pedonale sia il forzoso rallentamento anche del più sconsiderato, come accade in molte località turistiche di tutto il mondo, tanto per dare l’idea.
Ci sarebbero forse problemi finanziari. Il Comune dovrebbe accollarsi la manutenzione di un ulteriore e non piccolo tratto di strada e dovrebbe anche realizzare queste opere e altre che potrebbero esser compiute molto opportunamente come una pista ciclabile e anche qualche area di sosta o di parcheggio. Come potrà affrontare queste nuove spese?
Intanto di manutenzione per ora ci sarebbe poco da fare visto che quel tratto di strada non sta benissimo ma comunque sta molto meglio di tanti altri tratti stradali.
Per il marciapiede si potrebbe cominciare a coprire il fosso di raccolta della acque che costeggia a tratti la strada. I Cittadini di Contrada Piane hanno saputo realizzare una Chiesa da soli, sapranno fare certamente anche questo, se occorre, e lo farebbero molto bene.
Ne risulterebbe la prima strada comunale di una contrada attrezzata come strada urbana, vivibile, con un traffico accettabile e tanta sicurezza in più. Anche bella se ci si mette un poco di passione.
Senza dimenticare che ci sarebbero i soldi dell’autovelox, che non si possono spendere sulle strade degli altri ma sulle proprie il Comune li potrà spendere, o no?
E, pochi o molti che siano quei denari, son sempre niente rispetto al sorriso di chi, suo malgrado, è stato spento per sempre su quella strada. Per onorare quella memoria tutti sapremo dare un contributo, collaborando in ogni modo possibile.
La strada di Contrada Piane, senza intitolarla, la potremo chiamere poi “il viale del sorriso”.

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