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2 giugno 2013. Festa della Repubblica dimenticata. A Miglianico c’è la monarchia?

“Al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, i voti per la repubblica furono 497, quelli per la monarchia 1.801, le schede bianche 76, i voti non validi 157.”

Questa informazione storica è contenuta nel (poco) trasparente sito del Comune di Miglianico.

Da noi, rectius nelle stanze del potere locale, deve esser rimasto qualcosa di questo risultato in controtendenza rispetto a quello nazionale che il 2 giugno del 1946 decretò la scelta istituzionale del Popolo Italiano, che decise di avere come forma dello Stato la Repubblica e non più la Monarchia, quello, in specie, della dinastia sabauda.

Il 67° anniversario della Festa della Repubblica, che cade il 2 giugno di quest’anno, come ogni anno da quel 1946, a Miglianico è stato semplicemente dimenticato.

Nessuno pretendeva cerimonie con inni e alza bandiera nella pur rinnovata piazzetta antistante il Municipio. Nessuno chiedeva sprechi di parate e di altre manifestazioni pompose.

Ma non ricordare proprio per niente questa data che, diciamo così, è il compleanno della nostra Repubblica, è un cosa ben diversa dal risparmio. È un po’ troppo in termini di mancato rispetto istituzionale. Il rispetto va dato non solo a quella forma di Stato che è la nostra Repubblica, ma il rispetto, soprattutto, va dato a quelle persone che, tra i nostri genitori e progenitori, l’hanno scelta la Repubblica, dopo aver vissuto il dramma della guerra, della guerra civile e del disfacimento dello stato fascista. 

Il rispetto va dato a quelle Donne, a quelle Miglianichesi che, per la prima volta nella storia unitaria, hanno potuto votare, divenendo cittadine a pieno titolo.

Il rispetto va dato ai martiri della resistenza, non ultimi i nostri Carlo e Aldo Zannolli, che non son morti per gioco o per errore. Il rispetto va dato a quelli che la Repubblica l’hanno consolidata con impegno e anche con sacrificio personale, i nostri genitori nel primo caso, le tante vittime del terrorismo nel secondo.   

Ma a Miglianico questo viene dimenticato.

Neanche un manifesto tra i tanti che se ne fanno, neanche un semplice 70x100, non dico un più appariscente 6x3, è stato affisso per ricordare questa data. Niente.

Il Sindaco e la sua scolorante maggioranza hanno stravolto altre volte il calendario istituzionale, sbagliando ma comunque avvicinandosi alla data prescritta, ricolrdandola in un qualche modo. Questa volta potevano approfittare del sabato (ieri, 1 giugno)  con la presenza delle nostre vivaci scolaresche per un Inno di Mameli registrato, un alza bandiera e due parole di opportuna celebrazione (il ghost writer del sindaco non avrebbe faticato molto a preparare quattro frasi di circostanza).

Viene il sospetto che la tentazione egemonica da operetta di questa esperienza amministrativa cominci a esser venata da un’anacronistica tentazione monarchica.

Del resto, sindaco e assessore plenipotenziario operano nello stesso studio medico; il vice sindaco è parente del sindaco.

La monarchia, nella sua essenza, in cosa differisce da questa gestione del potere familiare e a dimensione di piccola corte?

Viva la Repubblica, Viva l’Italia…..VivaMiglianico!

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