La letterina del sabato 9 novembre 2024
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- Pubblicato Sabato, 09 Novembre 2024 10:10
- Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,
siamo nel pieno della sagra “Novello e Castagne - Sapori d’autunno”. È iniziata bene ieri sera e si concluderà domani notte, con la novità, davvero molto interessante non solo per questa festa, dell’apertura degli stand anche domenica a pranzo. A questa sagra ci siamo, con gioia e senza temere affatto che qualcosa possa andarci di traverso. Di uccelli del malaugurio, una specie nefasta non locale, ne abbiamo visti passare tanti sul cielo di Miglianico e altrettanti ne abbiamo visti sparire, a volte accompagnati anche da loro momentanei laudatori indigeni. La manifestazione, giunta alla sua 15^ edizione, è organizzata, anche quest’anno, magnificamente dalla nostra super Pro Loco, guidata da Nicola Santalucia, il Presidente che parla poco e che fa tanto, tantissimo e che merita solo applausi, perché è un esempio di impegno civico, di passione associativa e di amore per la nostra Miglianico. Non amo il cerchiobottismo e i posizionamenti di convenienza, sto con Nicola Santalucia, senza se e senza ma. “Viva Miglianico”, come ben sanno i miei eroici ventitré Lettori (+ 24°), sta dalla parte di chi fa le cose per Miglianico, di chi le fa bene e per tutti i Miglianichesi, senza creare divisioni artefatte e pretestuose. “Viva Miglianico” resta distinta, distante e contraria a chi genera polemiche strumentali e vuol imporre ritorni di vecchi vizi senza virtù.
Farò qui un piccolo commento su questa edizione 2024 di “Novello e Castagne” forse già nella prossima Letterina, se ci sarà tempo e modo. Intanto non perdo tempo e ringrazio cordialmente i Dirigenti della Pro Loco e, con loro, tutte le Concittadine e i Concittadini che con appassionata determinazione hanno reso possibile anche quest’anno la realizzazione di un evento tanto bello e godibile. Resto convinto, che, anche per questa sagra, il mix musica-convivialità sia sbagliato. L’ho sperimentato nuovamente ieri sera quando la musica, pur fatta di belle canzoni è partita e non ho più sentito una parola di chi mi stava davanti. Sono il solo a pensarla così? Fa niente. La gente deve ballare oltre che mangiare? Va bene. Resto della mia idea, che so esser giusta e che alla fine avrà le sue ragioni.
Intanto, conclusa con il Cineforum del 30 ottobre, la prima serie delle iniziative ideate ed attuate da “GiovaMI”, sono già riprese quelle di novembre con l’appuntamento di giovedì sera cui seguiranno altri tre eventi, se non sbaglio. A me gli inviti non arrivano perché non sto sui social che, come per altri casi, non arrivano a tutti e non tutti li porta a ricordare appuntamenti ed impegni pubblici.
Quelli di “GiovaMI”, mi piace sottolinearlo, oltre i meriti che hanno e ho provato a evidenziare quando ho raccontato la loro presentazione ufficiale, meritano un doppio plauso. Il primo è per le singole attività che stano mettendo in campo, tutte belle ed interessanti. Ma ne meritano un secondo, un plauso, speciale, perché stanno facendo quello che hanno annunciato. In uno scenario nazionale e locale popolato di personaggi veri o perlopiù virtuali che promettono di-tutto-di-più e poi non mantengono nulla salvo riaffacciare altri per quel che non hanno fatto, loro, quelli di “GiovaMI”, si distinguono positivamente perché hanno promesso di fare certe cose e le stanno facendo. Bravi. Sembra banale, ma banale non lo è affatto, pensateci. Quindi bravi e ancora bravi a quelli di “GiovaMI”.
Con minor clamore ma sempre con grande spirito costruttivo prosegue il fresco e delicato impegno delle Signore che stanno animano le meravigliose serate con “Porta un racconto breve in Biblioteca”. Non è un format di massa ma è un presidio importante non solo sul piano culturale, che è già tanto. I regimi totalitari e assolutistici, in tutta la storia dell’umanità, le biblioteche le hanno chiuse e i libri li hanno bruciati, perché legger libri rende liberi e questo spesso non piace a chi comanda da padrone assoluto.
Care Amiche e cari Amici, nei giorni passati ho avuto poco tempo e nessuna energia per leggere quel che le mie sentinelle del web mi andavano segnalando. Averlo fatto a distanza di qualche giorno ha ingigantito la miserrima pochezza delle cose scritte e pubblicate sul tabellone di quello sgangherato circo che ha provato a illuderci innalzando aerostati colorati (tradotto, “li pallune”) tra la fine di maggio e i primi di giugno di quest’anno. Dopo tutte le brutte figure inanellate da allora, si sono sentiti attaccati perché ho segnalato l’impressione che, quel ne è rimasto sul campo, cioè i quattro campioni dell’opposizione hanno dato, non solo a me ma a tutti, cioè l’esser stati in vacanza ben oltre il ferragosto. Si son risvegliati sotto i morti, manco fossero zombie. La replica, priva di risposte e di costrutto, è stata nervosetta, scombinata, farlocca e contraddittoria. Ma non la voglio analizzare nel dettaglio. Non faccio pubblicità a chi non la merita e non voglio dar loro elementi preziosi, continuino così, continuino a sbagliare, fatti loro. Devo solo ricordare a chi ha scritto e a chi ha pubblicato quelle sciocchezze che “Viva Miglianico” non è parte di “Miglianico Cambia”, non ne è emanazione, non ne è alleata perché non è struttura politica, men che mai ne è portavoce o sostegno d’occasione. “Miglianico Cambia” non ha bisogno di “Viva Miglianico”. Ha battuto per tre volte consecutive i suoi avversari, ha dimostrato che sa far bene e sa far da sola. “Viva Miglianico” pensa solo a raccontare e a commentare quel che accade qui, con la massima libertà ed infischiandosene altissimamente di quel che pensano gli altri, soprattutto certi soggetti. Chi è attento ed onesto sa che abbiamo mosso più critiche da qui all’Amministrazione comunale di quanto abbiano fatto tutte le opposizioni messe insieme negli ultimi dieci anni. Quando abbiamo dovuto valutare e scegliere, abbiano valutato e scelto il meglio che c’era, spiegandolo e accettando di essere criticati, bistrattati, infangati, offesi, derisi senza che questo ci abbia toccato minimamente perché lo scritto resta, si affida al tempo ed il tempo è galantuomo. Questo è innegabile. Lo attesta la storia. I rapporti personali sono personali e non mutano, almeno da questa parte. Il giudizio politico-amministrativo è calibrato sull’interesse della mia Comunità non su quello personale. Fabio Adezio e la sua squadra sono apparsi e si sono rivelati nei fatti di gran lunga migliori dei loro competitori, soprattutto in questa ultima campagna elettorale, sul piano delle capacità amministrative, perché è su quelle che si giudica non sulla simpatia o l’antipatia personale. Tanto per capirci e per non andare per le lunghe, se si rivotasse oggi, non solo voterei ancora “Miglianico Cambia” con Fabio Adezio Sindaco ma andrei anche ad attaccargli i manifesti e a fare da capoclaque se servisse.
Non posso comunque lasciare senza sottolineatura un paio di passaggi di quelle scombinate esternazioni contenute nella penosa uscita riferitami dalle mie sentinelle del web. La prima è solo simpatica: sembra ci sia un’attenzione particolarissima per il doppio abito di determinati Concittadini, quello aziendale e quello con pettorina gialla. “Visite guidate” al cimitero, legna da “smaltire” in loco…almeno sanno esser grati a chi li ha votati, anche a costo del ridicolo.
La seconda è un pochino più seria. Quando ci sarà occasione, se ne avrò voglia e sempre dopo che lo avranno fatto con Silvio De Lutiis che aspetta da mesi, possiamo confrontarci su tutto, anche se mi sembra penoso che una potente armata politico-amministrativa quale quella cacciata all’opposizione dai Miglianichesi, voglia ridursi a confrontarsi con un singolo Cittadino come me. In attesa di un confronto che probabilissimamente non ci sarà, devo chiarire che, se per spirito di avversione al Sindaco, insistono a ritenere che una balconata costata 600 milioni delle vecchie lire nel 1986 (oggi circa 2 milioni di euro) valga meno di 20 alberi “sbagliati”, dimostrano la loro assoluta inettitudine come amministratori pubblici. Davanti a certe affermazioni non c’è luogo dove ci si possa sedere se non a tavola per una buona conviviale tra vecchi Amici o al bar per un ottimo caffè.
Nei giorni nei quali ho avuto poco tempo e nessuna energia per quelle sciocchezze, ho potuto leggere, rapidamente e senza potermi troppo soffermare sui testi, qualche libro accantonato in attesa di una buona occasione. Ho letto, in ordine di tempo, “La Regola” di San Benedetto, fondatore dell’Europa e suo co-Protettore (libro che mi è stato regalato dal carissimo Antonello Antonelli; regalare un libro è spalancare il mondo ad un Amico, ndr.), “Benedetta parola - La rivincita del tempo”, di Ivano Dionigi, autore anche di “Osa sapere”, e un libro simpatico e sconosciuto ai più il “Commentariolum petitionis (Manualetto di campagna elettorale), scritto dal Quinto Tullio Cicerone, fratello del più celebre Marco Tullio, pubblicato anni fa con prefazione di Giulio Andreotti. In appendice al volume c'è la “Pro L. Murena Oratio”, pronunciata dallo stesso Marco Tullio Cicerone nel 63 a.c. . Si tratta della difesa di Lucio Licinio Murena, console appena eletto, da accuse quali l’”ambitus”, cioè quello che oggi potremmo chiamare la corruzione politica. Ma ora non è di questo che conta, anche se conta. Nei consigli per una eccellente campagna elettorale che il fratello meno famoso scrive per il celebre Marco Tullio Cicerone, c’è un richiamo tratto proprio da quella orazione. “Non so come - afferma Cicerone nell’orazione in difesa di Lucio Licinio Murena - avviene sempre così, e lo si può constatare ormai in parecchi casi, non solo in uno o due: non appena un candidato mostra di preparare un’accusa, dà l’impressione di nutrire scarsa fiducia nel raggiungimento della carica”. E ribadisce subito dopo la sua opinione “in un candidato non mi piace l’atteggiamento inquisitorio, che è sintomo di sconfitta, non mi piace che si procuri testimoni in luogo di elettori, che anteponga le minacce alle lusinghe, le denunce ai saluti a chi incontra”. Quinto ricorda a Marco che quando si è candidati non bisogna impegnarsi nel muovere accuse, fare denunce, preparare e raccogliere firme, come allora si faceva, per avanzare richieste di giudizio davanti al tribunale o al senato, perché questo dà la netta sensazione ai tuoi sostenitori che non sei convinto delle tue possibilità, quindi loro non ti seguiranno e andrai incontro alla rovina.
Consigli utili di duemila anni fa. Roba che non scade.
Buona Domenica