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La letterina del sabato 12 ottobre 2024

Care Amiche e cari Amici,

ci sarebbero possibili polemiche all’orizzonte dello scenario politico-amministrativo se ci fosse uno scenario con una sua profondità, benché artefatta come lo è nei fondali teatrali o nelle post-produzioni cinematografiche. Da noi non c’è proprio lo scenario, il palco è percorso solo dagli amministratori senza pubblico in sala. 

Il cimitero non ha riaperto i suoi cancelli ai consueti Cittadini ed alle nuove masse di oppositori che bramano di frequentarlo due/tre volte al giorno. E non riaprirà almeno per i prossimi giorni. L’acqua potabile continua ad essere un bene diurno solo per una parte dei Miglianichesi, mentre un’altra parte ci sguazza anche nottetempo e questo accade non a parità di cosi ma a costi invertiti. Le multe stanno piovendo, più che altro gocciolando qua e là, ma non riescono ancora a metter in riga i soliti maleducati, per i quali occorrerà un tempo lungo ed un impegno assiduo proporzionali alla loro faccia tosta. Ne parliamo noi. Me ne parlano, ogni tanto, i miei eroici ventitré Lettori (+24°). Dagli oppositori, dalla minoranza, apparentemente molto più esigua di quel che le cifre hanno certificato qualche mese fa, nulla. Non ci dispiace, sia chiaro. Ma sarebbe divertente sentirli. Tutto qua. 

 

Forse, memori delle (in)gloriose gesta dello scolorante “Progetto Miglianico” last-edition e di “Miglianico Insieme”, suo degno erede, questi aspettano la vigilia di una festa, quella della Venuta, per fare un manifesto o dire qualcosa? O aspettano la inaugurazione del campetto al Colle per tonare a occupare il proscenio? O stanno per farci una sorpresa? Si vedrà. 

Intanto, un leggero sussulto lo si dovrebbe registrare proprio in questo fine settimana. Tra oggi e domani, salvo cambi di programma o imprevisti, dovrebbero andare in ritiro quelli di “Miglianico Cambia”. Nulla di spirituale, neppure un corso di formazione e neanche una mini-Leopolda per calibrare nuovi equilibri o particolari svolte. Alla fine sarà un incontro per decidere quel che li attende da qualche anno, cioè se esistere, agire, operare, esser visibili come associazione o involversi nella sola, seppur molto impegnativa, attività amministrativa. Scegliere di tornare attivi o meno, deciderà anche del futuro di non pochi che aspirano a fare passi avanti nel cursus honorum. Ora si vede una sola prospettiva concreta, un Fabio IV, che sta in equilibrio tra il suo valore di amministratore e la mancanza di una alternativa paragonabile a lui dentro e fuori “Miglianico Cambia”.         

Anche qui, aspettiamo di vedere cosa accadrà in concreto, se qualcosa accadrà.  

Qualcosa accadrà ma sul fronte della cultura e delle attività civiche. Lunedì sera, presso la Biblioteca “Paride Di Federico” (Casa delle Monache), il gruppo che tiene aperto ed attivo quello spazio di cultura e vita sociale, ha organizzato “Porta un racconto breve in biblioteca”. Il titolo nella sua lunghezza non traduce la semplicità e tutta la bellezza dell’iniziativa, veramente lodevole. Chiunque può portare con sé un racconto dell’autore che preferisce e parlarne lì, con gli altri, oppure, può andare anche solo ad ascoltare, che fa sempre bene.

L’altro ieri, la notizia è di quelle importanti per chi vuole far qualcosa per Miglianico, sul sito del Comune è stato pubblicato l’avviso per partecipare al Gruppo di Studio per la Promozione della Cultura, quello che negli ultimi anni ha organizzato convegni ed eventi tutti di grande livello. È l’occasione per lasciare a casa le critiche e mettersi a disposizione, dare una mano, portare il proprio contributo. Lo so, è gratis, ma questo scoraggia solo chi fa le cose per il proprio tornaconto. Leggete il bando e fate la domanda. Fatelo leggere a chi ritenete valido e fategli fare domanda. Non è una commissione che ha poteri amministrativi o politici ma ha il potere di farci vivere mesi e mesi di belle esperienze culturali, artistiche e ricreative. (https://comune.miglianico.ch.it/novita/avviso-commissione-cultura-2024/). 

Care Amiche e cari Amici, ieri pomeriggio sono andato a Messa. Ieri era l’11 ottobre, per la nostra Diocesi la festa della Mater Populi Teatini, per me, per noi l’anniversario della morte di don Vincenzo. Sono passati ventun anni da quell’11 ottobre del 2005, quando don Vincenzo fu chiamato alla vita eterna. Non era la Santa Messa per lui e mi aspettavo molto, sapevo che saremmo stati in pochi e forse nessuno con quel ricordo. Qualcuno avrà poi detto o dirà come accade in certi casi “se l’avessi saputo…”. Vero. Giusto. Non lo sappiamo, non ce lo ricordano (ma perché dovrebbe esserci ricordato come fosse un obbligo formale) e poi abbiamo tante cose da fare ogni giorno che non possiamo certo stare a mettere in agenda una santa Messa, anche se è di quelle che durano poco, che non stravolgono certo i nostri tanti e importanti impegni. Don Vincenzo avrebbe sorriso senza commentare, perché sapeva che noi capivamo quel suo sorridere senza parole.

Prima di andare a Messa ho avuto una notizia molto, molto triste, anche se in parte attesa per le avvisaglie che mi erano state riferite giorni fa. È morto Renato Ricci. Eletto nella Sinistra Unita nel 1975 con Francesco Scotti Sindaco, fu Sindaco di Miglianico dal 1976 al 1985, per nove anni, poi consigliere di opposizione, prima durante e dopo, dirigente del Pci locale. Renato Ricci è stato un personaggio di livello storico per la nostra Miglianico. Il tempo, allontanandoci dalla quotidianità vissuta con emozioni e animosità limitate, consente una visione più pulita ed ampia delle nostre vicende, nelle quali lui si staglia come figura di grande rilievo, indiscutibilmente    

Fino all’ultimo ha messo energia e passione nella nostra Comunità, interessandosi delle vicende locali, senza avere ruoli, senza avere “candidati suoi”, soprattutto senza avere un qualsivoglia tornaconto personale, poi e sempre senza avere riconoscimenti se non quelli tributatigli dall’attuale Sindaco ad ogni manifestazione alla quale Fabio Adezio ha sempre inviato gli ex-Sindaci o nelle quali li ha citati e ringraziati per quel hanno fatto. Lui ha sempre risposto “presente”.  Renato Ricci ha avuto un profilo istituzionale rigoroso, ha saputo vestire con sobrietà e grande dignità umana la carica che si è trovato a ricoprire, da Sindaco e da oppositore. Da ex-Sindaco ha saputo esser presente ma mai ingombrante. È stato uno di quei personaggi che, consapevole del proprio passato, non si è arroccato in una vana autocelebrazione ma ha fatto strada a chi poteva garantire il futuro della nostra Comunità, applaudendo, sostenendo, votando il nuovo, senza apparire, senza occupare posizioni, senza pretendere nicchie decisionali o momenti di riconoscenza. E si è ritrovato a sedere a fianco di Mario Amicone, suo grande avversario e poi, dismessi i panni del combattente, suo buon Amico.

Sono stato avversario di Renato Ricci, durissimo. Altrettanto duramente lui lo è stato nei miei confronti quando siamo stati, in campo aperto, a difendere le nostre posizioni politiche, convinzioni e non convenienze. Allora il mondo era diviso in due, come molti ora non possono neppure immaginare, la battaglia era vigorosa, senza soste, ma il rispetto è rimasto limpido. Ci dividevamo e ci ritrovavamo insieme in momenti importanti, come la vicenda Moro o le feste istituzionali. Poi si tornava a battagliare. Finita quella stagione e quella divisione epocale, come accade quando si è spesa passione per una convinzione e non per propria convenienza, i nostri rapporti sono stati meravigliosamente buoni, senza nessuna falsa ammissione di errori passati. Gli incontri sono stati cordiali e addirittura complici e solidali nel sostenere le stesse liste alle comunali, e non solo.      

Avere avversari di quella tempra mi ha aiutato a capire tante cose e a migliorare anche nella capacità dialettica e polemica. Il nostro ritrovarci amici e consonanti sul futuro di Miglianico, ciascuno volontariamente senza più un ruolo attivo, mi ha aiutato a capire quanto contano e quanto debbano essere preservati i rapporti umani con persone di valore.

Anche per questo sono grato a Renato Ricci e da vecchio avversario, oggi da sincero Amico, gli rendo onore e lo saluto con sincera commozione, affidando alla preghiera nella fede comune l’ultimo messaggio che lo accompagna verso il sorriso eterno e chiede consolazione per la sua Famiglia che tanto ha amato.  

Ho appreso che ci sarà lutto cittadino, sicuramente in concomitanza con le esequie. Per fortuna c’è una buona educazione istituzionale a Miglianico, possiamo esserne fieri. Non potrò partecipare alle esequie ma spero che ci sia tanta gente, oltre ai Familiari ed alle autorità. Renato Ricci merita un tributo popolare degno del suo impegno civico e della sua storia di amministratore     

Care Amiche e cari Amici, avete capito che questo 11 ottobre, come ricorrenza, cresce di importanza nella memoria di nostri egregi Concittadini. 

Qualche anno prima di queste nostre struggenti e significative pagine di storia legate all’11 ottobre, era il 1962, Papa Giovanni XXIII, benché non previsto dall’intensissimo programma di quel giorno che segnava l’avvio del Concilio Vaticano II, quando era già notte, si affacciò dalla finestra del suo studio per salutare i tanti che ancora sostavano in piazza San Pietro scaldandola con quelle parole semplici ed indimenticabili:  «Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona…». Dare una carezza ad un bambino, non un cellulare, non un gioco, ma una carezza, non se ne vendono tante in giro, vero? Asciugare una lacrima con una buona parola, anche con un abbraccio senza parole, se quelle non ti vengono. Anche gli abbracci, quelli veri non sono così frequenti in quel che vediamo e viviamo ogni giorno. La dottrina del cuore, esplosa sotto quella luna passata alla storia, in quel discorso dell’11 ottobre 1962, ha reso popolare Papa Roncalli, il Papa Buono. Quel messaggio di semplice vita quotidiana ha segnato la vita di don Vincenzo e accompagna Renato Ricci in Cielo. 

Coincidenze dell’11 ottobre (tra l’altro è il compleanno della mia super-cognata Emma, ndr.) giorno che è la festa proprio di San Giovanni XXIII? Sarà. Però viene da riflettere quando certe coincidenze le notiamo. A me capita. 

Hanno attribuito ad un genio come Albert Einstein una riflessione degna di lui, anche se poi lui non l’avrà mai detta: “Le coincidenze sono il modo di Dio per rendersi anonimo”.

Buona Domenica

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