La letterina del sabato 24 agosto 2024
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- Pubblicato Sabato, 24 Agosto 2024 15:23
- Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,
ancora una festa, una festa bella e carica di tanti significati è quella che potremo vivere (vivere, sì) stasera in piazza, a Miglianico.
La “Festa di fine Estate”, organizzata grazie alla collaborazione tra Amministrazione Comunale, CFU-Italia odv, la nostra super Pro Loco e “Kadò Bar”, vivrà su due momenti diversi. Alle 19:00 ci sarà la Tavola rotonda, sul tema “Uniti per la Fibromialgia”, con la partecipazione dell’on. Guerino Testa, del Sindaco di Miglianico, Fabio Adezio, del dr. Dino De Marco, consigliere comunale ma nella veste di Internista-Medico di medicina generale, della dottoressa Daniela Paolucci, Farmacista Galenista territoriale, del dott. Francesco Di Clemente, Fisioterapista e Conselor relazionale, e del dott. Marco Di Giovanni, Psicologo e Psicoterapeuta ad indirizzo bioenergetico.
Per quel che so ma so di non andar lontano dal vero, il merito, se non tutto, il primo merito di questa iniziativa, che ha uno straordinario valore civico e solidaristico oltre che di approfondimento scientifico e sociale, va all’ottimo e carissimo Giuseppe Volpe, Referente Abruzzo-Molise dell’Associazione di volontariato “Comitato Fibromialgici Uniti” (Cfu Italia-odv), al quale sarà devoluta parte degli incassi della serata. Quindi, da subito e con tutto il cuore, “Grazie” a Giuseppe Volpe per l’occasione che ci offre e l’impegno che mette anche in questa attività di volontariato. Oltre al grazie, quanto appena scritto significa che l’esserci stasera sarà due o tre volte importante: per il valore già detto dell’iniziativa, per il momento di allegria che seguirà e, in particolare, direi soprattutto, per la possibilità di dimostrare concreta solidarietà verso una Associazione che tanto si impegna su un fronte così difficile, che vede in prima linea milioni di malati con le rispettive Famiglie. Quindi mettiamoci in tasca applausi e soldini. E, stasera, tiriamoli fuori, i soldini e gli applausi, con gioia.
A seguire, come annuncia la locandina diffusa in questi giorni, la piazza sarà animata dalla “Festa della Birra con Karaoke” in collaborazione con “Kadò Cafè”, una serata di svago e di buona gastronomia, che, spero, raccolga tante parsone con voglia di divertirsi allegramente, bevendo buona birra, ascoltando gioiose esibizioni canore a volume salutare e con un lento, dolce ma non troppo tardivo sfumare dei volumi amplificati dopo la mezzanotte, quando poi dovranno essere i discorsi e gli abbracci tra Amici e conoscenti a colorare la notte.
I miei eroici ventitré Lettori (+24°) sanno benissimo che la Festa di stasera, di fatto, non chiuderà l’estate. A Miglianico ci sarà ancora qualcosa e ci sarà sicuramente la Festa della Madonna delle Piane, che, da più di 150 anni, cade l’8 settembre, ancora in estate.
Intanto torna la politica attiva. Ed è un ritorno importante, eminentemente politico. Si tratta di una iniziativa di parte, ma non è destinata a suscitare polemiche locali e reazioni scombinate da parte dei soliti sedicenti lettori che interpretano a modo loro, pregiudizialmente le cose lette (quando le leggono davvero) o mostrano voluta incapacità di comprendere tra quelle lette, riferite o ascoltate, le cose più inconfutabili facendolo per puro spirito di avversione.
Venerdì prossimo, 30 agosto, alle ore 21:00, presso l’aula consiliare del Municipio, il circolo PD della Val di Foro (quello di Miglianico forse non è ancora tutto rincollato, ndr.) organizzerà un incontro dedicato alla illustrazione dei motivi che sostengono la richiesta di referendum abrogativo e la relativa raccolta di firme (in corso in tutta Italia) della Legge Calderoli sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, uno degli eufemismi dell’italica politica per mascherare i veri intenti di prossima secessione e le prospettive di concreta lacerazione dell’unità nazionale. L’incontro, da quel che mi dice il mio Amico Silvio De Lutiis, coordinatore del Circolo PD Val di Foro, non sarà però di propaganda ma tutto dedicato alla analisi e all’approfondimento della legge approvata dal Parlamento e delle conseguenze che la sua applicazione comporterà nella vita delle Regioni, dei territori e dei Cittadini. Ad illustrare questi temi, con la sua competenza e la sua chiarezza espositiva, ci sarà il professor Marcello Salerno, docente di Diritto pubblico presso l’Università degli Studi ”Aldo Moro” di Bari.
L’invito che faccio, senza se e senza, è di partecipare all’incontro perché sarà utile a tutti, davvero a tutti, sia a chi appoggia la richiesta referendaria, così capirà meglio perché lo fa, sia a chi sostiene la “riforma Calderoli”, così si rafforzerà in una convinzione che probabilmente non basa certo sulla esatta conoscenza del testo di legge, sia soprattutto a chi, non sapendone ancora nulla, potrà farsi una idea compiuta di questa riforma e del referendum che la vuole abrogare, provando così a comprendere i pro e i contro della vicenda.
Care Amiche e cari Amici, ai miei eroici 23 Lettori (+24°) avevo promesso di condividere oggi commenti e riflessioni su due fatti, appena accennati sabato scorso e che hanno segnato la cronaca recente locale.
Sul primo c’è poco da dire. In verità ci sarebbe molto da dire, da dirlo in modo molto energico, chiamando alle rispettive responsabilità civiche, politiche ed etiche alcuni personaggi locali. Si tratta, come molti sanno, della prossima querelle sulla titolarità di una delle nostre manifestazioni più importanti. Non posso né dire né commentare compiutamente la vicenda, perché la materia è delicata e molto complessa sul piano tecnico-giuridico. Affrontarla solo sul piano civico ed etico potrebbe indurre in errore. Sarebbe un errore anche dire poco non solo dire troppo. Insomma, dobbiamo tutti attendere che la vicenda sia chiarita ufficialmente e, poi, sulla scorta delle decisioni che saranno adottate e che conosceremo tra 10/15 giorni, ciascuno di noi potrà proporre commenti e dichiarare prese di posizione. Ci sarà una Letterina a suo tempo, questo è certo, ordinaria o speciale ma ci sarà. Per ora, resta validissimo lo spirito dell’accenno fatto nell’ultimo capoverso della Letterina di sabato scorso che, chi vorrà, potrà andare a rileggere, trovandovi elementi interessanti e anche qualche anticipazione volutamente non esplicita ma molto comprensibile.
Il secondo fatto che era rimasto un po’ in sospeso sabato scorso, riguarda la strana vicenda di tre stendardi di San Pantaleone, le pregevoli opere realizzate dalle nostre impareggiabili “Signore-del-fare” per addobbare meravigliosamente i balconi della nostra Cittadina in occasione delle Feste Patronali.
La vicenda, nei fatti, è presto detta. Si badi bene, non la voglio ingigantire né farne un “caso”, perché tale non è e ha importanza solo per i Miglianichesi devoti di San Pantaleone.
Nelle notti de “Le Contrade del Piacere” tre stendardi sono stati strappati da altrettanti balconi, il che, almeno in un caso, è stato segnalato nei commenti anche su questo spazio di libertà. Poco più di una settimana fa sono stati visti, “riconosciuti” nella loro palese unicità di fattura, da più persone in un lido di Francavilla sud, adibiti ad usi tutt’altro che consoni, sfacciatamente esposti a dispetto della loro indubbia provenienza furtiva. A seguito di puntuale e doverosa denuncia, le Forze dell’Ordine stanno verificando i fatti per accertare eventuali responsabilità di singoli soggetti. Di questo, ovviamente, non posso dire nulla, perché nulla so e nulla comunque si potrebbe rivelare ad indagini in corso. Confermo la piena fiducia nelle Forze dell’Ordine, in questo caso particolare, verso la benemerita Arma dei Carabinieri.
Ciò non impedisce, però, che si possano fare alcune considerazioni sulla vicenda. Sinceramente che ci sia una persona o un gruppo di persone che vengano identificate e condannate - poi a quale pena? - per furto, appropriazione indebita, vilipendio della religione, danneggiamento di opere d’arte o altro, non ci interessa. Sapere che ci sono in giro soggetti capaci di simili bravate non aggiunge nulla, men che mai sorpresa, allo stato di fatto della nostra società. Quel che lascia amareggiati, rattristati, sconsolati - in questo condivido pienamente i sentimenti e lo stato d’animo di Olivia Sarra - è la vicenda nei suoi rivolti locali, non penali, ma in quelli civici, devozionali, campanilistici se vogliamo, cioè nei comportamenti di chi avrebbe potuto prima, e nelle reazioni di tutti gli altri poi, cioè sempre dei Miglianichesi. Assenti i primi, assenti le altre.
Provo a spiegarmi. Gli stendardi, portati “al mare” da chi non sappiamo, sono stati probabilissimamente poi visti e inevitabilmente riconosciuti da più di un Concittadino, assodato che quel Lido è frequentato da non pochi Miglianichesi. Ebbene, non più di due o tre Miglianichesi hanno avuto la sensibilità di avvisare quelle che possiamo chiamare le “autorità locali”, comprendendo tra esse la volitiva presidente del Comitato Feste, la carissima Olivia Sarra, che, di fatto è stata contattata da una sola persona, una sola, letteralmente una sola. Altri (uno o due), hanno telefonato a questo o a quello. Tutti gli altri non hanno mosso un dito, non hanno detto nulla, ma proprio nulla. Tutti si son girati dall’altra parte. Qualcuno forse ci si è fatto anche una risata. Nel nulla comprendo anche la curiosità, che pure è sentimento ben vivo in tutti noi: nessuno ha chiesto cosa ci facessero lì, al mare, opere che tutti sapevano cosa fossero e per quale utilizzo fossero state realizzate e posizionate. Oh, tutti si fanno sempre gli affari degli altri. In queto caso invece: paraocchi, omertà, distrazione. Verrebbe da sospettare: complicità? Evidentemente il sole acceca a Francavilla sud, anche se la sua spiaggia non è di quelle bianchissime dei mai del sud.
È grave quel che è accaduto? In un modo normale sarebbe grave, forse anche gravissimo.
Ma in questo mondo, no, non è grave. Chi volete che attribuisca gravità a questa vicenda? Però è triste, è sconsolante. Deve farci riflettere amaramente e, se ne fossimo capaci, dovrebbe farci vergognare almeno un po’.
Mettiamola in positivo, non perché la cosa in sé sia positiva ma per il buono che può portare. Alla fine dei conti è stata una vicenda che, se ben compresa, potrà tornare addirittura utile. Infatti, è in sé stessa esemplare, perché racconta quanta poca, pochissima devozione abbiamo per il nostro Santo Protettore, che ormai resta più nelle bestemmie di chi ha qualche anno in più che nelle preghiere di noi fedeli, per niente nella scelta dei nomi per i nuovi nati. San Pantaleone se non lo malediciamo lo dimentichiamo: è come se non ci fosse. La stragrande maggioranza di noi Miglianichesi non va più neppure a festeggiarlo quando dovrebbe. Forse non c’è stato vilipendio per la religione ma disprezzo per San Pantaleone sicuramente sì, e non tanto per il Santo in sé ma per quel che rappresenta, anzi che dovrebbe rappresentare per la nostra Comunità di fedeli, cioè per noi, i Miglianichesi protetti da quel Santo. Ma noi siamo rimasti indifferenti. Possiamo dunque noi rimproverare i presunti colpevoli che pure hanno sbagliato? No! Non lo hanno fatto quelli che hanno visto tutto (e che forse sanno tutto) che volete, che lo facciamo noi 15 giorni dopo?! E poi, a cosa servirebbe ora agitare rimproveri, tendere indici accusatori, sentenziare condanne sommarie? A niente, al massimo, cioè al peggio a far commentare queste riflessioni da qualche scombinato negazionista di turno. Ogni commento detto e scritto a nostra giustificazione per questa figuraccia generale aggraverebbe il tutto, offenderebbe il nostro Amico San Pantaleone molto più di quanto abbiano fatto gli sconsiderati ladri di stendardi, che forse erano ubriachi o non nel pieno possesso delle proprie pur non eccelse facoltà mentali. Tra l’altro San Pantaleone da Santo non si sarà certo offeso… Possiamo muovere rimproveri noi, i benpensanti, che abbiamo visto o saputo e siamo rimasti indifferenti, vergognosamente indifferenti? Che titolo abbiamo, in termini di affetto e di devozione verso San Pantaleone, per accusare, rimproverare, correggere o anche per essere noi a perdonare quelli che si sarebbero un tempo chiamati “gli autori del vile gesto”?
Quel che possiamo fare è riflettere amaramente su quel che siamo come Comunità di devoti a San Pantaleone, che non il titolo di tre giorni di festa e luglio, uno ad agosto e uno a ottobre. Questa vicenda, alla fine, è una occasione per farci un bell’esame di coscienza e provare a riprendere o a iniziare un cammino rinnovato e rinvigorito come devoti del nostro Santo Protettore. O ad abbandonarlo definitivamente. Partendo però da una considerazione semplice: non possiamo certo pensare di buggerarlo con due bombe scure, un artificio a colori e quattro marce musicali passeggiando per le vie del centro.
Buona Domenica