La letterina del sabato 27 luglio 2024
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- Pubblicato Sabato, 27 Luglio 2024 08:33
- Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,
non è frequente che accada una coincidenza così bella: la Letterina che esce il 27 luglio, nel giorno della nostra Festa Patronale. Se non vado errato, è la seconda volta che accade nella piccola storia di questa nostra corrispondenza. Appunto perché il nostro è un piacevole incontro, checché ne dicano certe persone, per la Letterina non c’è giorno di ferie, di riposo, di assenza. Esce e raggiunge i suoi eroici 23 Lettori (+24°).
È l’occasione, quasi il richiamo più forte a ritrovarci per aggiungere qui, proprio oggi, un momento dedicato alla devozione verso San Pantaleone, alla tradizione legata alle feste che lo onorano, all’inevitabile evoluzione dei costumi. Questa evoluzione, oggi, renderebbe irriconoscibile il nostro modo di festeggiare il 27 luglio se, con la macchina del tempo, tornassero in piazza i nostri Nonni e Bisnonni. Nulla di negativo, nulla di straordinario. Il trascorrere del tempo comporta questi cambiamenti. Non ho documenti per avere contezza di cosa fossero le Feste Patronali due secoli fa o ancor prima. Probabilmente anche quegli avi, i Miglianichesi di 2/300 anni fa, se fossero stati portati a vivere le Feste dell’immediato dopoguerra o anche quelle di inizio ’900, non le avrebbero riconosciute o comunque apprezzate.
Dobbiamo vivere il tempo che ci è dato, questo dobbiamo fare. Lo dobbiamo fare con questa consapevolezza. Gli specchietti retrovisori servono, però chi guida verso la meta successiva deve guardare avanti, sapendo cosa ha dietro di sé ma senza fisare quel che ha superato, sennò va a schiantarsi.
In questo tempo che ci è dato, va detto grazie al Comitato Feste 2024, alla sua Presidente, la vulcanica Olivia Sarra, al Direttivo e a tutte le Concittadine e i Concittadini che molto lodevolmente, ripeto, molto lodevolmente, hanno dato una mano nella questua e in ogni attività utile alla riuscita delle feste. Aver mantenuto la nostra tradizione ha in sé un grande valore ed è, quindi, da sé stesso, un valore assoluto. Non dimentichiamolo.
Ogni anno ci cono osservazioni, critiche più o meno delicate, recriminazioni per quel che si vive durante le Feste Patronali. Poi ci sono buoni propositi per l’anno successivo, impegni futuribili, sfide a far meglio. Anche questo c’è sempre stato. Come ci son sempre stati i Cittadini che, per uno dei motivi che è inutile elencare, sfuggono alla partecipazione, anche all’offerta o alla sponsorizzazione. E poi, parlano, parlano, parlano, senza curarsi del fatto che si stanno sputando in faccia.
La Festa è la festa, non è una persona, non è un gruppo di persone, “la festa siamo tutti noi”, ha scritto molto efficacemente Olivia Sarra. “La festa è fatta di festa”, ha sintetizzato. La festa, lo ricordo, è dei Miglianichesi.
Tutti questi elementi, le tante parole, quelle buone e quelle acidamente salivate, i pensieri e i propositi che si riesce a raccogliere possono servire alle persone di buona volontà pronte a farsi avanti. È vero, son sempre meno e sempre più esposte a questo martellante scontento “a prescindere”. Anche per questo son sempre meno. Però, fortunatamente, ci sono ancora e ci consentono di sperare che la tradizione, con i suoi piccoli cambiamenti, proseguirà ed avremo altre Feste Patronali, altri giorni di devozione, altri momenti di incontro con Miglianichesi che tornano per la Festa, altre occasioni di spettacolo, di convivialità e di gioia popolare.
Ci sarà il tempo per fare un consuntivo di queste Feste Patronali 2024 nei prossimi giorni o con la prossima Letterina. Oggi va registrato un fatto che, se non fosse comico, sarebbe desolante, perché desolante è lo spirito di chi ha agitato una polemica che alla fine è meglio accogliere nella sua lettura comica. Ieri sera si è tenuta la seduta del Consiglio Comunale. Cosa c’è di strano? Nulla. La polemica, però, pare ci sia stata lo stesso. La minoranza o parte di essa - questo è un elemento che andrà indagato e ben capito e non per curiosità di cronaca… - ha ritenuto inaccettabile convocare il Consiglio Comunale la sera del 26 luglio. È stato fatto volutamente, accuratamente senza alcuna sovrapposizione, tra la fine del rito religioso della intronizzazione di San Pantaleone e l’inizio dello spettacolo in piazza, Lascio perdere certe motivazioni addotte, che davvero non si possono ripetere. Il Consiglio comunale si è svolto regolarmente e, nel suo svolgersi, ha svelato i motivi della sua convocazione: l’adempimento di scadenze, la ratifica di atti che hanno una scadenza, una normale attività amministrativa che andava fatta entro una certa data. Se fosse stata una forzatura, se ci fosse stato abuso o sviamento delle procedure, la minoranza avrebbe potuto appellarsi al Prefetto o “alle competenti autorità”, cosa che pare faccia sempre anche per controllare se il Sindaco si è fatto la barba la mattina. Se ci fosse stata una forzatura della legge, la minoranza avrebbe potuto disertare il Consiglio in segno di protesta e organizzare un sit-in davanti al Municipio o incatenarsi ad esso. Invece, nulla. Polemica sciocca all’inizio e non solo, Consiglio serio nella sostanza. Se i quattro amici dal volto triste della minoranza avessero voluto dare davvero prevalenza alle Feste, avrebbero potuto intanto partecipare alla presentazione del libro “Rime sbauttite” di Gino Bucci “l’Abruzzese fuori sede”, il 25 pomeriggio alla Casa delle Monache, dato che quell’evento è nel programma delle Feste Patronali. Si son preoccupati della devozione a San Pantaleone, che sarebbe stata ostacolata dalla convocazione del Consiglio comunale. Ma dai! Lascino in pace i Santi e non scherzino neppure con i fanti, che continuano a fare figure meschinissime. Se, al posto di fare polemiche senza costrutto avessero letto il Saluto del Parroco, quel “Chiedimi se sono felice” breve ed illuminante, non avrebbero fatto i “picci” in Consiglio e vivrebbero meglio anche queste Feste patronali oltre a tutti i giorni che stanno scorrendo dopo il 10 giugno scorso.
Se avessero partecipato alla presentazione di GiovaMi, avrebbero forse potuto capire quanta distanza c’è tra il loro vecchio modo di fare e il futuro che sta arrivando, che oro non possono più fermare né occupare mascherandosi da nuovi. Dico avrebbero potuto perché Antonio Di Sipio, bravo, c’è stato e non ha capito o, probabilmente, ha ben capito ma non ha fatto in tempo a spiegarlo ai suoi Amici dal volto triste.
I miei eroici 23 Lettori (+24°) sanno, come tutti gli altri Concittadini, che l’aria è ancora troppo frizzante perché chi ha perso non ha ancora mandato giù tutto, non ha ancora fatto una serena analisi del voto, non ha ancora capito che andare a sfriculiare i Cittadini non eletti né candidati, come continuano a fare in modo sgangherato, li rende penosamente ridicoli.
Hanno anche ricevuto sferzanti bacchettate da alcuni Dirigenti della nostra super Pro Loco che meritano applausi a scena aperta per quel che hanno scritto, e loro, gli Amici dal volto triste, non hanno ancora capito. Lasciamo loro il tempo di rasserenarsi, anche “quello/quelli fuori controllo”, come ha dichiarato uno di loro provando a sfilarsi a modo suo dalle polemiche.
La scusa del Consiglio è passata e spero che passi anche la volgare tentazione di mettere in mezzo i Santi per far polemica.
Hanno tutto questo 27 luglio per “andare a pregare il Santo” secondo l’invito fatto loro dal Sindaco a fine Consiglio, per andare a Messa, per seguire la processione in preghiera, per fare opere di carità come intenzione di devozione verso San Pantaleone, che la nostra devozione la merita davvero, visto che protegge tutti noi con il suo sorriso. Abbiamo tutti i 365 giorni dell’anno per la devozione verso il nostro glorioso Santo Protettore. E, soprattutto, abbiamo tutto il tempo per adorare Dio, l’unico vero Dio, il Dio dell’Amore e della misericordia, che tutto perdona.
Possiamo pregare in ogni momento, in ogni posto, anche nella Sala consiliare del Municipio se li facciamo bene quel che dobbiamo fare.
San Pantaleone, quando facciamo cose buone, ci vede ed è pieno di gioia celeste.
Buona Domenica