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La letterina del sabato 6 luglio 2024

Care Amiche e cari Amici,

ieri sera la musica, col concerto della Fisorchestra “Antonio Di Leonardo, diretto dal maestro Vincenzo De Ritiis, è tornata a cullare il nostro ricordo, affettuoso e sempre grato, di Massimo Sulpizio ravvivato da un gesto di solidarietà per l’AIRC. La musica accarezza il cuore e può salire in cielo, libera da pesi e da distorsioni, divenendo sottofondo di parole e di ricordi che mantengono vivo il legame con persone speciali, Amici indimenticabili, come Massimo. 

La Musica torna anche a colorare Miglianico con le attività dell’Accademia Musicale, presieduta dall’Amico, Orfeo Patrizio, rivolte al progetto Orchestra Sinfonica Giovanile Europea 2024.

E, sempre la Musica, nei prossimi gironi, tornerà a farci riabbracciare nel ricordo e nella solidarietà un Amico indimenticato, un grande Concittadino qual è Nevio Cetrullo.

 

Intanto, nella Casa delle Monache, sono in piena attività le nostre “Signore del fare-cose-belle”. Ora sono impegnatissime a realizzare i meravigliosi stendardi per San Pantaleone che possono, anzi, che devono esser acquistati ed esposti da tutti con il più bell’orgoglio miglianichese, ovunque, non solo dove passa la processione, ma dovunque c’è devozione per il nostro Santo Patrono. 

Miglianico è viva, eccome. 

Oggi è tempo di condividere con i miei eroici ventitré Lettori (che comprendono ogni specialissimo 24esimo Lettore) l’analisi delle elezioni comunali.   

Ad un mese dalle votazioni dell’8 e 9 giugno scorsi e prima di entrare nel vivo delle manifestazioni estive, è questo il momento di fare un rapido commento analitico del voto che ci ha consegnato la vittoria del Sindaco, Fabio Adezio, e della lista di “Miglianico Cambia” con la contestuale sconfitta di Federico Anzellotti e dalla sua lista. 

Il primo dato che emerge è, ovviamente, la distanza tra vincitori e sconfitti, significativamente più marcata, praticamente doppia rispetto alle elezioni del 2019. Questo deriva da una serie di motivi che stanno racchiusi in quello principale. Il candidato sindaco e la lista che hanno perso queste elezioni hanno confermato di essere complessivamente meno convincenti, meno affidabili, meno attrattivi, più deboli rispetto ai vincitori. Una notazione che balza al primo controllo dei numeri, divisi per sezioni elettorali, è che Fabio Adezio, che ha vinto comunque in ognuna delle quattro sezioni elettorali, ha però quasi perso in centro, anzi, ha perso nel centro cittadino. Ma ha vinto, bene e molto bene, nelle contrade, segno che certi temi della propaganda a lui avversa, cioè il presunto abbandono delle contrade, “l’acqua a le Piane e la luce a Catalane”, non hanno retto alla forza delle liste. Anche la polemica sul golf ha confermato che l’argomento non attrae, non porta voti, una ventina al massimo. Alla fine, i programmi, che pure erano segnati da quella sostanziale differenza qualitativa data dalla loro oggettiva credibilità, hanno contato quasi zero. Gli Elettori, come sempre, hanno pesato le liste e i due candidati a sindaco. Non li si poteva ingannare con effetti fumogeni, testimonial e altri trucchetti propagandistici. Anche il lungo coltivare il “no-Fabio”, la parola d’ordine adottata e sventolata ogni dove dai perdenti, è stato reso ampiamente inefficace, comunque è risultato meno respingente di quanto lo sia stato il “no-Federico” che si è manifestato nelle urne e che ha frenato non poco la conquista dei singoli voti attuata dai candidati più votati della sua lista. 

Come i miei eroici ventitré Lettori (+24°) ben sanno, la mia descrizione della lista sconfitta, fatta per loro all’atto della sua presentazione, era vera, semplicemente vera allora ed è stata poi confermata dalla valutazione degli Elettori. Federico Anzellotti ha ricevuto una lunga serie di “no” da parte dei Concittadini invitati ad entrare in lista, un segnale che andava valutato più attentamente. La lista perciò è stata completata alla meno peggio all’ultimissimo minuto. Tutti i candidati avevano ed hanno sempre pari dignità. Ma, se li metti in lista all’ultimo minuto, li fai partire con un supplemento di difficoltà che s’aggiunge a quella già grande, per persone inesperte, che comporta il dover affrontare uno scontro accesissimo quale quello al quale abbiamo assistito.   

Altro elemento da non sottovalutare è stata la conduzione della campagna elettorale da parte dei perdenti. E’ stata aggressiva ed anche scomposta, fino ad arrivare alla desertificazione dell’area antistante i seggi nei giorni delle votazioni, cosa mai successa a Miglianico. I Cittadini questo non lo hanno gradito ed hanno annusato, prima e bene, certe cose che poi si sono manifestate in maniera virulenta nei commenti post-voto e nello stesso atteggiamento tenuto dai perdenti in consiglio comunale. 

A tal proposito, mi si lasci fare una notazione che è, allo stesso tempo, una parziale ammenda e un mio onesto ma gioioso e coerente riconoscimento oltre che un importante elemento di valutazione dei risultati da confrontare oggi. Il mio Amico, Carlo Biasone, nel quinquennio 2019-2024, ha interpretato il ruolo di capogruppo dell’opposizione in un modo decisamente più adeguato alla civiltà della nostra Comunità locale. Faccio un esempio che vale per il tutto. All’atto dell’insediamento, nel 2019, pur non trascurando di protestare vivacemente con il Sindaco per alcune dichiarazioni fatte a caldo, non ha dimenticato di prendere la parola in Consiglio per ringraziare chi lo aveva votato e per far rimarcare il valore di quel voto, arrivato quasi al 50%, riconfermando poi un impegno che ha portato avanti con costanza e serietà, anche se con qualche sbavatura e con pochi frutti visibili. Carlo Biasone ha mostrato una cifra istituzionale e civica decisamente molto decorosa del ruolo di oppositore, che ha saputo consapevolmente accogliere come indicazione degli elettori. Un altro livello.

Non è misurabile in termini di voti ma ha avuto la sua importanza la conduzione della campagna elettorale da parte dei due competitor. In particolare la fuga testarda di Federico Anzellotti da ogni sorta di confronto ha avuto un riflesso sulla affidabilità del candidato da parte di chi poco conosceva personalmente i due candidati in competizione. Sottarsi al confronto non è proprio di moda. Poi, benché messi sull’avviso ripetutamente per l’effetto non positivo di certe prese di posizione, candidato sindaco e candidati della lista soccombente hanno fatto e ripetuto l’errore di attaccare, durante i loro interventi pubblici, Cittadini non candidati. Pensavano di lucrare consensi attaccando chi, secondo loro, è impopolare. Hanno ottenuto un classico effetto boomerang. Gli Elettori non pesano l’antipatia degli estranei ma la qualità dei candidati. Per i perdenti è stato fiato perso, tempo perso, voti persi. 

Una notazione la merita certamente il mio Amico e Medico di fiducia Dino De Marco, leader vero di quella lista, che ha approcciato male la campagna elettorale sia rimangiandosi la sbandierata indisponibilità a candidarsi sia riallacciando una non compresa alleanza con Federico Anzellotti, col quale non fu mai d’accordo quando lui fu sindaco e l’altro assessore e consigliere comunale. Forse lui, Dino De Marco, nonostante il brillante risultato personale determinato dal richiamo all’attività propagandistica di vecchi arnesi locali, ha perso un po’ di più di tutti gli altri. Dino ha perso tre volte: ha perso perché ha immaginato di essere imbattibile e ha subìto una grave sconfitta; ha perso perché ha avuto 301 voti, oggi praticamente inutili per i suoi scopi iniziali, che sono la beffarda dimostrazione che avrebbe dovuto candidarsi lui come sindaco; ha perso perché dovrà fare quel che non sa fare, cioè l’opposizione, che non ha segretario comunale, funzionari e dipendenti pronti ad aiutarlo. Due volte inadatto all’opposizione anche per come si è annunciata, Dino De Marco dovrebbe farsi una domandina in più sul suo ritorno in campo. Valeva la pena spendersi tanto solo per dare una sua personale lezione a Fabio Adezio, “reo” di averlo spesso attaccato in questi anni come esempio di cattiva gestione amministrativa del Comune, con ciò seppellendo definitivamente in modo poco glorioso la sua esperienza politico-amministrativa? Oppure pensava davvero che con quella lista e quel candidato sindaco poteva vincere e addirittura stra-vincere con 300 voti di scarto? 

Dino De Marco non si è fidato di questo Amico (lo capisco e non gliene faccio colpa) che, alcuni mesi fa, gli ha proposto di candidarsi alle regionali, garantendogli anche un pieno sostegno campanilistico che gli avrebbe garantito almeno 1.000 voti a Miglianico. “Se non mi credi, farò io il comizio della tua presentazione, ti sosterrò apertamente”, gli dissi. Si sarebbe tolta una bella soddisfazione ed avrebbe rischiato di esser eletto o di esser tra i primi dei non eletti (per capire basta vedere le cifre elettorali di Luciano Marinucci, eletto consigliere regionale con meno di 2.500 voti). A questo Amico, che lo stava consigliando per il meglio, rispose che lui aveva chiuso definitivamente con la politica, che stava male, che non si sarebbe mai più candidato. Questo Amico gli disse, con facilissima profezia, che era meglio per lui dedicarsi alle regionali, così non avrebbe fatto danni alle comunali. Dirà che non se lo ricorda o che mi invento le cose. Sa che c’era un testimone a quel colloquio, quando, da Amico gli ho dato un consiglio da Amico, cioè un ottimo consiglio. 

Se mi ascoltasse, chiederei a Dino di riunire i suoi e di far metabolizzare loro una sconfitta che devono tranquillamente accettare. E che li consoli perché, anche grazie a lui, hanno preso più di quel che avrebbero meritato. Lo so, ci sono rimasti male. Erano convinti di vincere con 300 voti di scarto. Hanno fatto girare anche il video di Federico Anzellotti che, a urne chiuse, si auto-annunciava sindaco per il giorno dopo. Poi hanno perso per 250 voti, quindi con una voragine di 550 persone che non li hanno traditi ma semplicemente messi al loro posto. Ci son rimasti male. Vabbè. Mo j’a dà passa’. La vita continua. Miglianico deve vivere.            

Vengo al nocciolo del commento analitico. Altri si sono avventurati in analisi più o meno corrette. Altri ancora, sbagliando, non le hanno ancora fatte. Qui, oggi, svelo la pre-analisi, la previsione secca che mi fece Fabio Adezio prima delle votazioni, quando si stavano ancora per presentare le liste. Tracciando una linea a metà di un foglio, mi disse “Questa era la situazione del 2019, una sostanziale parità. Noi - aggiunse - perdiamo questo quadratino (che disegnò in basso al centro) i voti che ci toglierà “…” (il consigliere sfuggito, ndr.), non tutti i suoi ma diciamo una certa quantità. Questa - precisò poi, tracciando una linea che tagliava una buona parte (il 20/30%) della metà rappresentante il campo avverso - è la fetta di elettori che andremo a conquistare con i nostri nuovi candidati. Comunque la vogliamo misurare, vinceremo abbastanza bene. E poi - ricordò - Miglianico è un paese conservatore, non butta il buono che ha 

Care Amiche e cari Amici, è esattamente quello che è accaduto. 

In realtà vanno sottolineate due cose. Rispetto al 2019, tra morti e nuovi votanti, alle urne sono andati 4/500 Elettrici ed Elettori diversi, che nel 2019 non c’erano. “Miglianico Cambia” ha comunque perso non pochi voti che appartenevano personalmente a Massimo Sulpizio e che nessuno avrebbe potuto avere in sua vece. Detto questo, il fatto, che Fabio Adezio ha lucidamente previsto e che si è puntualmente avverato, è che “Miglianico Cambia” ha conquistato voti con una brillante Valentina De Marco, con un combattivo Nando Pulcinella, con affidabile Nicola Perfetti, con una sontuosa Melita Tropea e con un insospettabile Alessio Reale, che hanno preso molti dei loro voti personali tra elettori che nel 2019 votarono per Carlo Biasone ed i suoi. Un’aggiunta è stata poi garantita a “Miglianico Cambia” dal lavorio fatto da alcuni (non tutti) dei dirigenti del PD locale che, tra voti fatti convergere su Antonio Palombaro e altri bloccati su volontarie schede bianche, hanno rosicchiato più di qualcosa nel campo avverso. Il lungo percorso scelto dal mio Amico, Silvio De Lutiis, e dai suoi per arrivare a quel che gli avevo preconizzato all’inizio della pre-campagna elettorale, ha fatto perdere o forse guadagnare qualche voto. Sicuramente ha ridotto la possibilità di rappresentanza consiliare del PD locale e della cosiddetta area progressista, che è ben rappresentata ma che almeno un altro consigliere avrebbe potuto eleggere o quantomeno candidare. Il PD miglianichese, quello che ha vinto, ha già incassato ed incasserà politicamente molto, moltissimo rispetto a quanto ha portato. Non è stato un regalo ma il rispetto degli accordi limitati al programma che le persone serie mantengono. E’ un riconoscimento che ha un valore aggiunto. Ora il PD locale, quello che ha vinto le comunali con Fabio Adezio, dovrà faticare a far capire ai piddini che hanno votato per Federico Anzellotti che hanno perso due volte. Ma questi son fatti loro. L’analisi si ferma qui. 

Tocca a vincitori e vinti andare a scavare seggio per seggio, nome per nome, gruppo per gruppo, i voti e le motivazioni che essi rappresentano. La vera analisi la si fa al proprio interno, alla caccia delle cose che non sono andate, prima che nell’evidenziare quelle che hanno premiato questo o quello tra gli avversari. L’analisi non prevede mai accuse verso gli Elettori, che non sbagliano mai, mai, mai. E mai si possono muovere recriminazioni verso gli avversari. Quelle non sono utili per capire il voto dei Cittadini. Sono parole appassionate, ricostruzioni dolorose, semplificazioni rabbiose che non fanno vedere nulla e nulla fanno capire. Aggravano solo la situazione di chi ha perso e anche di chi non ha vinto bene. Chi non vuole fare una compiuta, serena e anche spietata analisi al proprio interno, prima di farla sul voto complessivo, commette un errore esiziale. Può allontanare per tutti i prossimi cinque anni questa fatica della comprensione. Poi, se dovesse riprovarci senza averla fatta, probabilmente perderà.         

Concludo con un elemento che mi mancava e che ho raccolto pochi giorni fa. 

Acuti analisti, consulenti di “Miglianico Cambia”, hanno ricalcolato teoricamente i risultati, simulando una perdita di voti, tra i 110 e i 180, causati dagli “Acta Cotidiana”. Secondo la loro accurata analisi, i voti persi per colpa di quelle note, pubblicate su questo spazio di libertà, avrebbero altrimenti consentito a Fabio Adezio di vincere con un distacco tra i 400 ed i 500 voti. Se fosse vera questa analisi, essa attesterebbe una capacità di influenza di “Viva Miglianico” pari o di poco superiore a 360 voti di scarto. 

Qualcuno, di qua o di là, un caffè lo deve paga’.

Buona Domenica   

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