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Acta Cotidiana /23

I dati elettorali cominciano a raccontare orientamento, decisioni, indecisioni e tutto quanto c’è nella traduzione della volontà popolare scritta sulle schede sabato e domenica scorsi. 

Prima di gettare uno sguardo sui numeri che dovranno necessariamente essere letti con maggiore approfondimento e grande capacità di riflessione, devo raccontare di una cosa non bella, anzi triste, molto triste.

Per la prima volta (ancora una brutta prima volta in questa campagna elettorale per colpa sempre degli stessi) non c’è stata la consueta festa di popolo a ridosso dei seggi.

 

Con ripetute segnalazioni alle Forze dell’Ordine, che, a loro volta, hanno dovuto compiere ripetuti interventi, l’area è stata praticamente desertificata. Non so se sia vero che sia stato davvero Federico Anzellotti o sia stato qualcun altro il primo a sollecitare gli interventi delle Forze dell’Ordine nei pressi dei seggi o se, contemporaneamente ciascuno lo abbia fatto dalla propria postazione. Conta poco ormai, casomai conterà più in là. È stata, a mio parere, sicuramente esatta l’attuazione delle Forze dell’Ordine ma sollecitata in maniera esageratamente scrupolosa. Le norme che regolano la materia elettorale hanno intenti giusti, sacrosanti. Però nessuno, per quel che ho visto in tutta la mia non piccola esperienza, le ha mai violato palesemente pur stando lì, vicino ai seggi, nei pressi della scuola elementare o, addirittura lungo la via che precede il cancello della scuola. Ci sono stati richiami ma solo per fa abbassare il tono delle chiacchierate, mai nulla di più. Porcherie se ne saranno state fatte ma prima, o altrove, non lì. 

Chiunque sia stato ad innescare quella serie di interventi ha compiuto un atto bruttissimo, legittimo se si vuole essere “picciosi”, come diciamo in Miglianichese, ma civicamente brutto, brutto per l’armonia e la serenità della nostra Comunità locale.  

Le considerazioni che posso fare immediatamente sono due. 

Solo chi pensa che i propri Concittadini siano dei deficienti, deboli mentalmente, ricattabili personalmente, soprattutto sensibili agli sguardi di un candidato come fosse quello pietrificante di Medusa, può aver fatto e perpetrato con insistenza tutto questo. Forse inconsapevolmente, forse no, ma è sembrato un gesto di sfiducia verso gli elettori. È stato un gesto non civico, anti civico, di sfiducia verso tutti i Miglianichesi. La fiducia è una cosa seria.   

Togliere ai Cittadini, nelle ore di apertura dei seggi, il piacere di rivedersi e di salutarsi, perché sono tantissimi quelli che rivediamo solo in queste occasioni, è stato anche un gesto sgradevole, ripeto, davvero triste. Stavo aspettando con mia Moglie, i suoi Genitori, (i miei adorati Suoceri) per salutarli. Nessuno, anche il più cattivo può pensare che una Figlia possa ridursi a “convincere” i propri Genitori che vede o sente tutti i giorni, sull’uscio del seggio elettorale. Eppure, ci è stato cortesemente, molto cortesemente chiesto di allontanarci da lì (eravamo davanti al cancello, sulla strada, non dentro il recinto della Scuola, ndr.). È stato fin troppo palese l’imbarazzo del gentile Carabiniere nel chiederci di andare via. Essendo sempre e prima di tutto un galantuomo, sennò non può esser un vero Carabiniere, era consapevole della situazione a dir poco imbarazzante che lo vedeva attore di quegli allontanamenti. Avrei potuto tirar fuori il tesserino dell’Ordine dei Giornalisti e avrei ottenuto di restare e anche di girare tra i seggi. Non l’ho fatto perché sarebbe stato falso, non essendo lì per lavoro ma per affetto. Non l’ho fatto perché usare “la legge” per vincere un capriccio mi avrebbe abbassato al livello di chi invece lo ha fatto. 

Avrei potuto scrivere questa nota ieri, perché tutto è cominciato già sabato pomeriggio. Sarebbe stato il racconto di momenti mai vissuti a Miglianico. Non l’ho fatto perché sapevo che avrei dato solo un ulteriore pretesto a chi stava consumando giga e batterie per chiamare uffici e caserme.  

Ma poi, mi si lasci fare una considerazione quasi comica, anche perché è meglio leggerla così la vicenda. Se un candidato stava sotto la tettoria di Luigi’s, ritto a guardare gli elettori che passavano a un metro da lui, lo poteva fare, perché non si può cacciare un cliente da un locale pubblico e sarebbe oltre il ridicolo imporgli di guardare altrove. Se però, lo stesso candidato superava quel bel recinto di legno bianco e sedeva sullo scalino a fianco, cioè 10 centimetri (10 cm) più in là, a “qualcuno” dava così fastidio da chiamare i Carabinieri. Siamo ridotti proprio male, male… ”male-…”.

Vabbè. Facciamo un primo punto sui dati relativi alle elezioni, 

L’affluenza alle urne di 2.999 elettori è stata numericamente di pochissimo inferiore al 2019, quando a votare andammo in 3043, superiore alle politiche del 2022 fummo invece molti meno, 2326. Ciascuno di noi ora potrebbe dire chi tra quelli che conosciamo sarebbe stata l’elettrice o l’elettore numero 3.000 e così via contando gli assenti. 

Miglianico, che solitamente è in linea con i risultati medi nazionali, stavolta vede una piccola eccezione, quella del distacco tra PD e M5S che qui è di soli 8 voti (lo 0 e niente per cento) mentre a livello nazionale è stato molto più netto, cioè più del doppio a favore del PD. Come era prevedibile, FdI è il primo partito a Miglianico, attestandosi al 34,79%, soppiantando la Lega che fu prima nel 2019 con un robusto 36,12%. Anche da noi, forse un po’ più marcatamente, Forza Italia al 13,15% stacca la Lega arrivata al 10,47%.  

Un dato interessante, ma solo per chi ha contattato singoli elettori, è la cifra relativa a schede bianche e nulle che nel 2019 furono in tutto 186 e ora sono arrivate a 302. Ricordo che, storicamente, alle Comunali, che pur si votano in contemporanea con le europee, bianche e nulle raggiungono il minino; nel 2019 furono solo 60 di cui appena 24 bianche.         

Da questi numeri solo un mago o un fortunatissimo scommettitore potrebbe trarre previsioni esatte per le comunali che si vanno a scrutinare oggi.

Quindi, così come abbiamo atteso tranquillamente questi risultati, tranquillamente attenderemo quelli che più ci appassionano e che arriveranno, salvo imprevisti, al massimo entro la serata ma forse anche a metà pomeriggio.

Oggi non lo farà nessuno. Probabilmente neppure domani. Ma i risultati vanno letti, letti con attenzione, studiati, compresi oltre che accettati. La volontà popolare è una sentenza inappellabile, se non a cinque anni. Capirla per vivere bene i prossimi cinque anni e, casomai, presentarsi preparati all’appello nel 2029, va fatto prima possibile, meglio possibile, meglio ancora se quando l’animo si sarà acquietato e sarà depurato dalle intense emozioni che oggi cominceranno ad essere sigillate nei ricordi della campagna elettorale 2024.  

(23 - continua)

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