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La letterina del sabato 20 aprile 2024

Care Amiche e cari Amici,

la riflessione che voglio condividere oggi con i miei eroici ventitré Lettori sembrerà loro scombinata, astrusa, assolutamente fuori luogo. Li capisco. Al loro posto la penserei allo stesso modo. Eppure questa consapevolezza non mi distoglie dal farla, comunque, questa riflessione. La farò, dunque, non prima però di aver segnalato, per amore di cronaca locale, due o tre cose impossibili da trascurare. 

La prima è il successo, inatteso e perciò stesso più evidente, della “1^ Fiera mercato di Primavera svoltasi domenica scorsa. Gioia nella sorpresa, è stata occasione per rivedere tante Amiche e tanti Amici, primo tra tutti Massimo Sulpizio, che, lo proclamo con tutto il cuore a dispetto di ogni altro parere, deve restare candidato nella lista di “Miglianico Cambia” per il valore assoluto che il solo suo nome aggiunge come nessun altro nome può fare. 

 

La seconda notazione riguarda la Festa di San Rocco che ci apprestiamo a vivere domani. Essa è tutta condensata nel “GRAZIE” all’impegno del Comitato Feste, presieduto dalla carissima Olivia Sarra, che ci consente di vivere ancora una volta questa antica festa locale collocata solo qui in questa data primaverile. Non dobbiamo mai dimenticare l’importanza storica oltre che civica dell’impegno che tutti i componenti di un Comitato Feste - che siano più o meno simpatici a questo o a quella non conta - mettono ogni volta affinché queste nostre tradizioni, pur mutando col passare del tempo e ad esso adeguandosi, possano rivivere e durare. 

La terza cosa impossibile da trascurare è la situazione che si va sviluppando in vista delle prossime elezioni comunali. Siamo ancora in una strana e confusa fase di attesa. Resto ancorato alla cautela di chi non dà per certa alcuna delle indiscrezioni che oggi ancora circolano, senza alcuna conferma ufficiale, su quante saranno le liste in lizza e, quindi, su quanti candidati a sindaco si sfideranno in campagna elettorale. Vanno fatti salvi i recenti passaggi registrati, i quali, proprio per farli salvi e non metterli nel tritacarne delle indiscrezioni e delle polemiche quotidiane, sarà bene che vengano analizzati tra qualche giorno, quando ci sarà maggior chiarezza. Tra pochi giorni, infatti, tutto dovrà essere abbastanza definito perché il tempo imporrà a ciascuno le decisioni sulle candidature. Resterà poi solo lo spazio per i sostegni e, ancor dopo, per il voto da dare. I miei eroici ventitré Lettori sanno che non so fare previsioni, non amo farle. Nella affannata confusione che si è creata e sta agitando il campo dei “no-Fabio”, è difficile capire qualcosa che non sia il mero emergere di personalismi, posizionamenti e riposizionamenti sempre personali, il saltellare di questo o quel personaggio (non è detto necessariamente nell’accezione positiva dell’autorevolezza e della serietà, ndr.) da una casella all’altra dello scacchiere locale sempre vestendo camicie scure. Pare si stia giocando la partita di semifinale per scegliere chi andrà a sfidare il campione in carica. La stanno giocando i personaggi già citati, da più settimane, muovendo pedine nuove, comunque destinate ad esser sacrificate alle prime mosse, alfieri, anch’essi dalle camicie brunite, impegnati in continui passaggi da una linea all’altra, torri abbandonate, cavalli bolsi, regine solo appariscenti e re di cartapesta. La politica dei Partiti, più seria, osserva con cauta attenzione. E forse fa bene, perché ci sono in ballo le elezioni europee che hanno una grande importanza soprattutto in questo momento di gravi crisi internazionali.

Care Amiche e cari Amici, ecco, ho assolto al dovere impostomi dall’amore per la cronaca locale, che poi anima ed è l’anima di questa nostra corrispondenza da più di dieci anni. 

Posso quindi passare alla riflessione annunciata in apertura. Dicevo, “scombinata, astrusa, fuori luogo”. Sarà. Però mi frulla in testa da qualche giorno. Voglio fidarmi del mio sentire senza tener in alcun conto alcuna reazione. In fondo si tratta di un gioco, o quasi. Avete presente lo “Scarabeo”? No? È un gioco che si basa sul saper utilizzare le singole lettere per comporre parole di senso compiuto così da acquisire un punteggio calcolato sul valore della singola lettera, su quello della somme delle lettere utilizzate e sui moltiplicatori assegnati dal tabellone dove le parole vengono composte esercitando questa abilità. 

Le lettere che compongono la parola più cara a questo spazio di libertà sono le 10 con le quali si scrive “MIGLIANICO”.

Avendole davanti e non potendo collocarle tutte in una volta sul tabellone del gioco, vengono fuori cose simpatiche e, al tempo stesso, capaci di suscitare riflessioni non estranee alle nostre vicende locali, anche a quelle trattate poc’anzi.                 

Con le prime tre lettere viene subito “MIG”, nome di un aereo da guerra russo, beh, non proprio un bel messaggio. Poi, sempre con tre sole lettere, “MIO” e “MIA”. Ecco, il senso di appartenenza alla nostra Comunità ma anche lo sgradevole suono dell’egoismo, del proprio tornaconto, indifferente, chiuso e distruttivo, il contrario, il nemico della Comunità. C’è anche un “MIAO”, ma meglio non utilizzare similitudini con animali per far riferimento ai comportamenti umani, a volte gli animali vengono offesi, loro, due volte. Sempre con sole quattro delle dieci lettere possiamo scrivere “MANO” e “MANI”, anche qui un richiamo al fare possibilmente bene, ancora di più, a “dare una mano”, quindi a fare bene per la nostra Comunità ma, in senso negativo, a anche metterci le mani per intorbidire le acque o per prendere cose solo per sé stessi. Con metà delle lettere possiamo comporre il nome “GIANO”, il dio bifronte della mitologia latina, che uno può valutare come vuole ma ricordando sempre che appartiene al tempo degli “dei falsi e bugiardi”.  Ancora solo con cinque lettere, “MIGLIO” e “MIGLIA”. Qui si spalanca la storia. Il miglio, sia nello stemma del Comune sia nel leggendario richiamo alle origini del nome di questa amata Cittadina, fa sobbalzare il cuore, come pure quelle “miglia” che sono la misura dell’emigrazione di tanti Concittadini i quali, ovunque nel mondo, hanno onorato con il lavoro e la volitiva serietà personale il nome della nostra Miglianico. Miglia sono anche la misura delle distanze dei nostri viaggi internazionali oggi possibili per tanti e delle mete che segnano i traguardi dei successi cui sono protesi i nostri figli e nipoti. Quanto struggimento, quanto sogno, quanta storia e quanto futuro in due parole di sole cinque lettere tratte da Miglianico. Una lettera in più ed ecco “MANICO”, accenno comprensibilissimo ad un saper fare riferito a persona che sa dare sicurezza, garanzia di risultato, serietà e trasparenza. Ancora sei lettere ed ecco “MILANO”, un po’ l’opposto del piccolo borgo che siamo e un po’ la negazione di quello spazio dispersivo nel quale alcuni pensano di agitare la loro propaganda. Non siamo una metropoli come Milano il che contiene almeno un valore, quello della Comunità che può ritrovarsi più facilmente attorno ad una piazza, unita con una identità tradizionale, in un calendario condiviso di appuntamenti, anche ad un solo tifo campanilistico. Sicuramente un ammonimento: a differenza della metropoli qui lo spazio non è vastissimo, non si può far affidamento su di esso per fingere di essere altri, di raccontare sé stessi con storie diverse da quella che tutti già conoscono. Sempre con sole sei lettere ci sono anche parole apparentemente banali, come “ANGOLI” o “MAGLIO”. Poi ci sono parole fin troppo “trasferibili” se si pescano le lettere che compongono “LINCI” e “CONIGLI”. Mi fermo qui con questo gioco-non gioco, che ciascuno, se vorrà, potrà proseguire per conto suo. Mi piace ricordare in ultimo, ma non per ultimo, che con cinque delle lettere di Miglianico, direi “dentro Miglianico”, è bello trovare “AMICO” e “AMICI” (ecco perché la foto con Massimo, ndr.), o meglio, sarebbe bello trovare sempre nei Concittadini, un’Amica, un Amico, degli Amici. Tutto sarebbe più luminoso, più facile, più gioioso. 

Insomma, nella parola Miglianico, a volerci pensare un po’, anzi, a volerci pensare bene, ci sono i richiami a cosa siamo, a cosa rischiamo di essere, a cosa non dobbiamo essere, a cosa dovremmo essere, a cosa possiamo sognare e fare per Miglianico.

Buona Domenica 

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