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Oggi è il giorno della memoria, ma a Miglianico non si vede

Oggi è il "Giorno della Memoria".

Non lo ha stabilito VivaMiglianico. Lo ha deciso una Legge del Parlamento Italiano, la n. 211 del 2000.

Art.1 - «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

Vogliamo fare la nostra parte rendendo omaggio a tante, tantissime, troppo vittime innocenti. Vogliamo sottolineare la nostra gratitudine di cittadini verso coloro “si sono opposti al progetto di sterminio”. Vogliamo condannare la disumanità di chi quegli stermini ha progettato, organizzato, eseguito e consentito in qualunque forma.

Non occorrono troppe parole per far Memoria. Non occorrono altre parole per mostrare i sentimenti di omaggio e di condanna. Ma occorrono parole, ogni giorno, ogni istante, che tengano sveglia la memoria affinché l’uomo non compia più simili atti che fanno vergogna all’umanità intera.

La seconda metà della L 221/2000 indica il modo di celebrare questa ricorrenza.

Miglianico non adempie a questo invito solenne.

 

Peccato. Si fanno tanti manifesti. Si mettono su feste e festicciole che puzzano sempre più di bassa propaganda a vantaggio di una sola parte. Si pensa ad altro. Non si mostra d’avere memoria.

“Non s’è mai fatto!” andrà scrivendo e “smussando” qualcuna, ripetendo la stessa litania che, non sapendo cosa dire di sensato, usa come via di fuga dicendo sempre che tutto quel che non va “è colpa di quelli che c’erano prima” (la faccia tosta è un prodotto inesauribile!).

Dunque sarà pur vero che non s’è mai fatto. Ma si poteva cominciare. Si potrebbe principiare a farlo. Certo lo si fa a scuola, istituzione che non dipende certo dal Comune. Bene! È bello che lo facciano i più piccoli. Ma i grandi, quelli che di razzismo e di discriminazioni a volte sembrano capaci ancora nel tempo presente, perché non dovrebbero farlo?

Perché chi governa questa Comunità dimentica la Memoria?

In fondo l’invito che la Repubblica fa ai suoi Cittadini non comporta oneri né fatiche:

Art.2 - «In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere».

Voglio raccontare un evento che mi fece star male per un poco.

Un paio d’anni fa, se non ricordo male (ma la data non ha alcuna importanza), un pomeriggio suonarono alla porta due giovani, che si presentarono come studenti di Architettura della nostra Università “G. d’Annunzio”. Erano attrezzati con macchina fotografica, pc, cartella, ecc.

La loro richiesta fu diretta e sconcertante: “Stiamo facendo un lavoro di ricerca e ci han detto che qui, a Cortile Tomei, durante la seconda guerra mondiale, fu allestito il campo di concentramento di Miglianico. Ci può aiutare?”.

Benché non avessi altro accidente che l’abitare a Cortile Tomei, la cosa mi ferì. Se ne accorsero, perché risposi qualcosa come “Ma chi vi ha detto questa fesseria!”. Poi, con calma, cercai di spiegare a me stesso prima che a loro che Miglianico non poteva aver avuto un campo di concentramento. Ripercorsi racconti e ricordi. E li convinsi che la cosa non era possibile. Del resto loro non avevano né documenti né testimonianze da portare come prova.

Chiesi, subito dopo il loro congedo, a chi poteva sapere se quella cosa terribile fosse vera. Fui confortato. Ma quei minuti mi son rimasti come un bruttissimo ricordo: a Miglianico un campo di concentramento?! NO! Anche qui sarebbe stata scritta una di quelle pagine disumane?! NO!

Quei pur pochissimi attimi che trascorsero dalla domanda di quei giovani universitari alla loro ammissione di possibile errore son stati comunque palpiti di vergogna.

La vergogna ci deve piegare l’anima per quel che è accaduto con la “Shoah”, ma anche con tutti i campi di concentramento della storia moderna, e poi con il razzismo, con le discriminazioni, con il pensiero che elabora scelte di oppressione e non percorsi di comprensione.

La vergogna deve tenere sveglia la nostra umanità “affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

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