Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 11 novembre 2023

Care Amiche e cari Amici,

siamo nel pieno della sagra denominata “Novello e Castagne” edizione 2023. Iniziata ieri sera col pienone di pubblico accorso anche per ‘Nduccio, proseguirà stasera per concludersi domani. Non è certo tempo di un consuntivo né di alcuna altra valutazione formale o di merito, eccezion fatta per due aspetti che posso già condividere con i miei eroici ventitré Lettori. 

La prima e più importante notazione è il “Grazie” che va detto, urlato, cantato e accompagnato da applausi per la nostra super-Pro Loco, per il suo Presidente, Nicola Santalucia, per i suoi dirigenti, per tutti quelli che lavorano nella organizzazione ed in particolare per chi prepara le tante prelibatezze che poi sono la parte anche manifestamente più buona ed attrattiva della sagra. Uno può pensarla come vuole, può cercare il pelo nell’uovo, può evidenziare ogni sorta di problema o fastidio ma deve onestamente fermarsi ad applaudire l’impegno senza risparmio di energie e la capacità organizzativa della nostra Pro-Loco.

 

Poi ecco l’altra notazione, assolutamente marginale, che può apparire critica ma che è un semplice suggerimento valido forse tra uno o due anni. Non trattandosi di un marchio registrato né di una denominazione di antica tradizione direi di eliminare il riferimento al “novello”, che vino non è e che probabilmente è tutto meno che un prodotto tipico della nostra regione, che pure è ad altissima vocazione vitivinicola. Aver voluto, una trentina di anni fa o giù di lì, provare a imitare la tradizione francese del Beaujolais nouveau è stata in gran parte d’Italia una scelta che, alla prova della storia, si è rivelata sbagliata perché contraria alle nostre usanze locali, dove c’è sempre stata la tradizione del “vino nuovo” a San Martino, ricca di significati, riferimenti storici ed anche letterari. A questa notazione ne aggiungo un’altra ancor più marginale: occorrerà mettere un pizzichino di attenzione in più nello scrivere i termini in dialetto o nella scelta stessa di non utilizzare il dialetto quando pure occorre. Nella patria di Cesidio D’Amato e di Margherita Anzellotti è bello avere cura del proprio dialetto, lingua della quale non dobbiamo vergognarci e che non dobbiamo strapazzare a piacimento. È la lingua che abbiamo ascoltato per prima quando eravamo piccoli, è quella che abbiam sentito parlare dai nostri Nonni, dai nostri Genitori e da tutti quelli che hanno vissuto nella nostra quotidianità dalla nascita fino all’incontro con la formazione scolastica. 

Scrivere bene il miglianichese, scrivere in miglianichese, quando è il caso di farlo, è un atto d’amore prima che un ossequio linguistico-dialettale.

Resto all’apertura di “Novello e Castagne” 2023 per raccontare un aneddoto che poi si collega ad una altro di genere molto simile. Noi accogliamo con diverso gradimento certi personaggi ed a volte non ci troviamo in linea con il sentimento di altre comunità. Ero in Australia con mia Moglie, in viaggio di nozze, ormai non pochissimi anni fa. Mio zio Cecchino ci portò a vedere il Club Abruzzo di Brisbane, una struttura meravigliosa, grandiosa e completa anche di un eccellente campo di calcio in erba. Quella struttura era frutto della volontà e della generosità dei nostri corregionali emigrati. Sarebbe anche oggi elemento esemplare per raccontare tanto e tanto far comprendere a tutti. Ebbene, nel mostrarci l’immenso salone di quel club, lo Zio ci disse che lì si erano esibiti i più noti cantanti italiani ma la sala era stata veramente piena solo in un’occasione: “quande ci’ha state ‘Nduccio”. Questa sorpresa agli antipodi di Miglianico faceva il pari con quella che ci colse come gruppo di amici in scampagnata a Bominaco. Il gestore del bar-ristorante-trattoria-balera che si affacciava sulla radura più che piazza che porta ai suoi monumenti, ci chiese da dove venivamo e noi, orgogliosamente, rispondemmo “da Miglianico”. “Di Miglianico!”, esclamò. Conosco uno di Miglianico che è stato l’unico a fare spettacolo qui senza sosta, mantenendo clienti e avventori a ballare e cantare fino a notte fonda, uno che suona e canta tutto da solo”. Chiedemmo chi fosse, non immaginando neppure noi chi potesse essere stato quell’artista così travolgente e tanto famoso a non pochi chilometri da Miglianico.Si chiama Dante”. “Oh. Paparelle”. “Si lui, proprio lui. È stato sempre un pienone, un successo ogni sera”. Certe belle sorprese non sono sempre all’altro capo del mondo. 

Torno alla cronaca recente. Ieri, poco prima che iniziasse “Novello e Castagne”, questa meravigliosa sagra d’autunno, come vi avevo annunciato il PD di Miglianico, sostenuto da quello provinciale, ha realizzato, nella sala consiliare del Municipio, l’evento sul tema: ”Le sfide del mondo contemporaneo- Modelli di società a confronto”, animato da relazioni tutte molto interessanti, tra le quali quella dell’Amica Daniela Palladinetti, Direttrice dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Chieti-Vasto, che ha efficacemente parlato sulla recente esortazione apostolica “Laudate deum” e dell’Enciclica “Laudato si” di Papa Francesco. Forse eretico, certamente coraggioso e lungimirante, il convegno del PD locale non ha avuto il favore della partecipazione popolare che avrebbe meritato, sia per l’orario sia, forse, per un qualche accidente organizzativo che non so dire ma che mi è venuto da sospettare notando l’assenza della Segretaria del Circolo di Miglianico, Claudia Papponetti, e di ambedue i consiglieri comunali che sono anche dirigenti-senza-voto di quel partito a Miglianico, cioè Antonio Palombaro (assessore con “Miglianico Cambia”), e Fabrizio Papponetti, in minoranza nel gruppo dell’insieme-che-divide. Il mio Amico Silvio De Lutiis, dominus locale e del Val di Foro piddina, non ha fatto notare la loro assenza semplicemente saltando giustificazioni e saluti agli assenti. Queste defezioni nulla hanno tolto alla intensità dei contenuti e all’attenzione che i presenti hanno riservato ai temi snocciolati dai relatori. Prima delle conclusioni c’è stato spazio per i Sindaci presenti, tra i quali il nostro primo Cittadino, Fabio Adezio che, nel corso del suo breve e brillante intervento ha colto l’occasione per ricordare quello che è stato “il miglior partito d’Italia”. Non lo ha citato, ma l’aver evocato la DC ha fatto venire l’orticaria a più di uno tra i presenti. L’attesa di chi, come me, cercava in quella sede anche un segnale in chiave elezioni comunali 2024, non è stata del tutto delusa. Nonostante l’occasione fosse propizia, Silvio De Lutiis non ha fatto alcun riferimento all’appuntamento elettorale della prossima primavera. I silenzi in politica sono come le parole. 

Non mi allontano dalla politica locale perché voglio condividere con i miei eroici ventitré Lettori una sensazione avvertita lunedì scorso durante l’Incontro in Comune sulle Comunità energetiche. Il tema può aver sbalordito qualcuno, anzi, più di uno, sin dalla sua presentazione perché il Sindaco, che ne è stato il brillante e chiarissimo relatore, ha sostanzialmente annunciato la concreta possibilità di arrivare in tempi abbastanza rapidi a pagare “zero euro” nelle nostre bollette della corrente elettrica. Orbene, l’annuncio non era politico, nel senso che non poteva esser letto come spot propagandistico e neppure come argomento strumentale per le prossime comunali. Era la spiegazione pratica di come questo traguardo può essere conseguito anche da noi a Miglianico. Nulla di più. C’è stato il rimando ad una prossima assemblea nella quale ciascuno potrà far censire il proprio contatore per consentire una prima valutazione della distribuzione del nostre linee tra i punti di alta tensione esistenti a Miglianico e per ascoltare parole ancora più chiare da un importante rappresentante della GSE e da Sindaci di Comuni che hanno già avviato le Comunità energetiche. 

La sensazione che ho avvertito è stata che, a prescindere dai contenuti e anche da un inevitabile scetticismo di chi non crede se non vede, c’è stato chi ha giudicato il tutto solo sulla base dell’avversione personale verso Fabio Adezio. Insomma il lavorio di chi ha creato e animato l’insieme-che-divide e che oggi si appresta ad un ulteriore e più accanito tentativo di assaltare il Municipio con tutto il vecchio armamentario di cui dispone, ha scavato, ha eroso, ha fatto in modo che non si guardi ai fatti ma che sia ormai conosciuto e facile da ripetere il ritornello del Sindaco antipatico. Su questa base si collocheranno ora critiche e forse anche proclami di chissà quali novità, promesse di facile, immediato e poi non duraturo fascino, materiale propagandistico ben confezionato necessario per coprire intenzioni, interessi, appetiti che attendono da quasi dieci anni di rimettersi a tavola. 

La sostanza è che il vero collante, che sta provando a allestire il puzzle di tessere non altrimenti incastrabili, destinate a comporre quel che vedremo tra poco sempre più chiaramente, è solo l’avversione personale, la voglia di togliere di mezzo un Sindaco che per loro è semplicemente un ostacolo alle ambizioni personali e alla smania di arrivare a gestire la cosa pubblica, diciamola così, che si capisce.

Buona Domenica

Joomla templates by a4joomla