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La letterina del sabato 4 novembre 2023

Care Amiche e cari Amici,

quella di oggi è una data che dovrebbe essere di fondamentale importanza per noi Italiani. Oggi è la Festa dell’Unità nazionale ed è anche la Giornata delle Forze armate. All’unità nazionale, in realtà, “stanno facendo la festa” da non pochi giorni. Le nostre Forze armate, che ci sforziamo di vedere come forze di pace e di difesa perché così dovrebbero essere costituzionalmente, stanno rischiando di tornare ad essere quello che in fondo un esercito è: uno strumento per far la guerra, che la si fa, da sempre, per motivi economici, per interessi di pochi, per egoismi, che sono quelli veri che ogni capo poi veste di questa o quella motivazione patriottica, etnica, religiosa o comunque pretestruosa.  

 

Quando eravamo alunni alle elementari ogni 4 novembre era semplicemente il quarto giorno delle vacanze di inizio novembre ma avevamo già fatto un primo giorno di vacanza il 4 ottobre…e quella scuola, con le vacanze, i grembiuli, due libri e due quaderni e senza la proliferazione dei grandi pedagogisti, ha portato l’Italia ad essere la settima potenza industriale del mondo. In vista di quella data allora memorabile, perché ricordava l’unica vittoria dell’Italia in una guerra, il “4 novembre fuori la bandiera” e ogni altro ricordo legato alla Prima Guerra Mondiale imponevano pensierini, disegni, temi, lezioni di storia, qualche volta e solo per alcune classi manifestazioni pubbliche presso il monumento ai caduti. Per i grandi ricordi erano ancora vivissimi. C’erano le gite che i nostri anziani facevano per andare a Redipuglia, il maestoso sacrario militare della Grande Guerra e nelle “terre redente”. Poi c’erano i racconti dei nostri Nonni, che quella guerra l’avevano fatta. Almeno alcuni di loro, solo cinquant’anni dopo, avevano potuto avere un “grazie” ufficiale col titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto, che dava anche un soldino di pensione, per la cui solenne consegna a Miglianico ci fu uno dei primi grandi eventi ospitati nell’allora nuovissima ed ancora incompleta Cripta di San Pantaleone.  

Questo 4 novembre probabilmente passerà quasi inosservato sia come anniversario di una vittoria che non sentiamo più sia come festa di una unità nazionale che a certa parte della minoranza che governa proprio non piace. Intanto oggi ci rintroneranno di annunci e belle frasi. Rai Storia e qualche altro canale poco commerciale riproporrà documentari e riflessioni. Tutto qui.

La politica non è che si agiti poi tanto. E la gente social-rintronata pensa che chissà quale dibattito ci sia su valori, programmi, provvedimenti, invece non va al di là della passiva contemplazione di uno smartphone che, facciamoci caso, ci fa tenere sempre la testa bassa: forse ci sta abituando a questa postura istituzionale.

A Miglianico, in vista delle comunali attese per la primavera 2024, si fanno riunioni e incontri, certo non si tratta di adunate o di grandi gruppi. Si lavoricchia e si va mettendo su quel che serve allo scopo. 

La semplificazione in politica è un errore. 

Qui però la semplificazione serve a scuotere e a provocare, volutamente, non certo i miei eroici ventitré Lettori ma coloro che ogni tanto visitano questo spazio di libertà. Non ci sono gruppi coesi che lavorano per programmi capaci di costruire il futuro di Miglianico affidati a candidati capaci di reggere le sfide non facili che ci attendono. Il lavorio è dettato da un solo obiettivo: abbattere il Sindaco in carica, cioè Fabio Adezio. Fare una o due liste contro, farne tre o quattro, candidare questa e o quello, appoggiarsi o meno ai partiti, inventare progetti irrealizzabili ma affascinanti, ingigantire problemi o crearne di artefatti non conta. Tutto deve essere utile all’unica cosa, quella che “certi” Concittadini anelano: far fuori Fabio Adezio, politicamente, s’intende. Invidie, avversioni vecchie e nuove, ambizioni malferme nella realtà ma irresistibili nei caratteri dei singoli, piccoli e grandi interessi personali, questi sono il vero motore di una operazione che comincia a mostrare sempre più nitidamente i contorni dei volti di candidati a Sindaco e a consigliere. Alcuni sarebbero decisamente incompatibili tra loro, incompatibili anche tra loro e chi li starebbe riesumando e propagandando. Altri sarebbero solo impresentabili da sé stessi se avessero coscienza di sé. Il condizionale in questo caso non è d’obbligo ma scelto perché carico di speranza, cioè dell’auspicio che il loro progetto non riesca neppure a partire. Il “contro”, ho già provato a spiegarlo ai miei eroici ventitré Lettori, può dare qualche brivido di perverso piacere, può illudere di vedere un qualche traguardo, può arrecare certamente qualche utilità a chi insegue un proprio tornaconto personale. In realtà però non porta a nulla di buono per tutti gli altri, per la nostra Comunità. Il “contro” fine a se stesso porta solo contrarietà a non finire.

Questa situazione che si va materializzando con i volti di vecchi e nuovi divisori deve anche scuotere, dovrebbe - torno al condizionale – far pensare ed agire chi è oggetto di tanta avversione, cioè il Sindaco Fabio Adezio e i suoi compagni di avventura in “Miglianico Cambia”. Se l’avversione contro Fabio ha fatto conquistare tanti, forse troppi voti nel 2019 ed oggi appiccica tra di loro persone oggettivamente incompatibili qualcosa deve essere compreso e sistemato. La colpa non è sempre e tutta solo degli altri anche quando, come in questo caso, ancor più di quello dell’insieme-che-divide, il male sta davvero da una parte sola. I voti, però, non sono prodotti sempre puramente etici.        

Nel mentre, per motivi locali e non solo locali, c’è il PD che prova a rimettersi in pista. E prova ancora una volta a far qualcosa sempre di teorico-programmatico, ma non solo, a ben vedere. Lo fa perché si avvicinano le regionali e lo fa perché il Circolo Val di Foro di quel partito se non fa certe cose non ha motivo di esistere. Comunque fa bene a farlo, soprattutto se messo a confronto con chi non fa nulla e si limita ad una critica stanca e improduttiva. Venerdì prossimo, 10 novembre, alle 17,30, presso la Sala consiliare del Municipio di Miglianico, il PD propone il convegno su “Le sfide del mondo contemporaneo, modelli di società a confronto”. Oltre al segretario provinciale Leo Marongiu ci sarà Igor Giussani per discutere del suo libro “La caduta del Leviatano” e alcuni esponenti a vario titolo del PD provinciale e locale. La curiosità e il forte motivo di attrazione partecipativa per noi Miglianichesi sarà la presenza tra i relatori dell’Amica, Daniela Palladinetti, che parteciperà come Direttrice dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Chieti-Vasto e non come capo di “Dèmos”, veste nella quale coordina attivamente il “Tavolo per le idee” che da qualche tempo sta lavorando a Miglianico in vista delle prossime comunali del 2024. La curiosità per noi Miglianichesi non si ferma qui perché, tra gli interventi annunciati, ci sono quelli di “alcuni sindaci del nostro territorio”. Sarà interessante vedere se interverrà, oltre i probabili saluti istituzionali, e come verrà accolto e collocato anche il Sindaco di Miglianico, Fabio Adezio. L’iniziativa, va detto, è a suo modo coraggiosa non tanto e non solo perché organizzare un convegno di questi tempi e con un tale tema è sempre una sfida alla partecipazione ma soprattutto perché il convegno del PD è stato collocato nelle ore immediatamente precedenti l’apertura di “Novello e Castagne 2023”. La manifestazione del PD, di fatto, si svolgerà mentre i preparativi della sagra autunnale saranno al massimo della loro pressione e il traffico sarà già chiuso o molto problematico per chi non è di Miglianico. Il rischio concreto è che questa situazione farà mancare qualcuno al convegno ma poi porterà qualcuno in più alla sagra quando l’incontro sarà concluso. 

Non basta certo questo accenno legato alla quasi concomitanza con il convegno del PD a liquidare una notizia tanto importante. L’edizione 2023 di “Novello e Castagne”, infatti, è un appuntamento di grande importanza. Si tratta di una di quelle feste entrate ormai nella tradizione locale grazie non solo a chi l’ha ideata ma soprattutto a chi l’ha portata avanti negli anni con intelligenza e tenacia. Oggi il nostro grazie va alla super-Pro Loco guidata da Nicola Santalucia e dai suoi eccellenti dirigenti ma si estende cordialmente a tuti quelli che, anche una sola volta e con un solo gesto, hanno fatto sì che “Novello e Castagne” sia diventato per Miglianico un evento di grande rilevanza e capace di portare il nome della nostra Comunità ben oltre i suoi confini. Quest’anno poi la manifestazione sarà arricchita da grandi nomi dello spettacolo come l’impareggiabile Nduccio, che si esibirà in piazza il 10 sera, e poi gli immancabili “Tony&Giuseppe” sabato 11, per finire domenica 12 con la bellezza totale di Benedetta e Beatrice.   

L’avvicinarsi di questo importante fine settimana dedicato a “Novello e Castagne” non deve farci dimenticare il grazie al “Comitato Feste 2023” guidato dall’Amica Olivia Sarra, che, con l’organizzazione della “Festa delle Venuta di San Pantaleone” di domenica scorsa, ha compiuto egregiamente il suo impegno annuale. La festa ha rispettato il programma. Le presenze hanno rispettato quanto avevo previsto nell’ultima Letterina. E’ stato bello oltre che opportuno l’aver chiuso con i fuochi di artificio. Non ho chiesto perché siano stati fatti così a valle, praticamente alle Piane. Immagino che ci siano stati i soliti problemi autorizzativi. Certo la location non è stata di quelle che coinvolgono tutti come possibilità di vedere oltre che di sentire. Mi diceva un Amico che ormai son passati molti anni dal problema (una denuncia-ricorso, ndr.) che causò lo spostamento dal Colle verso il lungo ed incerto peregrinare della localizzazione dello “sparatore” alla quale abbiano assistito in questo inizio di millennio. Forse si potrebbe anche provare a tornare a casa, cioè a sistemare la base di bombe e batterie al Colle, luogo centrale e visibile da quasi tutto il territorio comunale, comunque dalla sua maggior parte.  Si “spara” sulla spiaggia affollata, sulle piazze dei borghi, sugli edifici pubblici come il nostro Municipio con regolari autorizzazioni e senza conseguenze fatta eccezione per i capricci di qualche bastian-contrario. Il Colle non presenta problemi maggiori o diversi e, con le nuove tecniche nell’allestimento dei botti, il pericolo di incendio forse non c’è o non è più quello di 30/40 anni fa. La capacità di incendiare per far dispetto forse però non guarda certe cose positive.

Buona Domenica           

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