Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 16 settembre 2023

Care Amiche e cari Amici,

si chiude una settimana importante per certi versi, curiosa e intrigante per altri, comunque interessante sotto ogni aspetto.

Domenica scorsa, conosciuta da alcuni ma certo non dai più visto che occorre essere su certi canali e gruppi social, si è ripetuta una bella iniziativa che meriterebbe nel futuro ancora più successo e più ampia pubblicità. Capitanati dall’effervescente e irrefrenabile Amico Graziano Sulpizio, appassionati del podismo e Cittadini coinvolti da loro hanno animato il “Cammino delle cinque chiese che, da quella di San Pantaleone in località Caramanico tocca altre chiesette lungo la Val di Foro. Come tutte le cose buone che vengono organizzate e realizzate a Miglianico meritano il nostro plauso ed il nostro evviva. Un grazie particolare va ovviamente a Graziano Sulpizio che non si scoraggia mai e affronta questa e altre organizzazioni podistico-devozionali con allegria e grande energia. Che Dio lo benedica!

 

Martedì sera, 12 settembre il PD di Miglianico si è riunito in assemblea. È singolare notare un fatto: il 7 settembre sera, mentre si svolgeva la più suggestiva processione locale, quella della Madonna delle Piane, la Madonna dei Miglianichesi, dal colle alle Piane, quel che resta dell’opposizione si riuniva nei locali del signorile palazzo di via Martiri Zannolli dove albergava l’insieme-che-divide ed ora forse ospita quel che ne resta ben nascosto e senza insegna; il 12 successivo, mentre tutto era in movimento per un evento epocale quale la inaugurazione della nuova scuola media, si riuniva un altro pezzo importante della politica miglianichese. O lo fanno apposta a fare riunioni mentre tutti gli altri sono impegnati, quindi facendo affidamento su un inutile supplemento di segretezza, o lo fanno per marcare la distanza anche fisica tra chi fa cose per Miglianico e chi fa chiacchiere più per sé stesso che per la Comunità. I frutti di queste riunioni tra poco riveleranno chi e cosa le ha convocate in siffatte condizioni di giorno e di orario. Con grande cortesia il mio Amico, Silvio De Lutiis, ieri sera mi ha inviato il testo del documento finale di quell’assemblea che tra breve sarà oggetto di comunicato stampa. Ha aggiunto subito dopo: “Naturalmente puoi criticare liberamente se lo ritieni opportuno, ci mancherebbe”. Gli ho risposto: “Non occorre. Vi siete criticati da soli”. Spiego rapidamente, sapendo che stanno per emergere elementi chiarificatori di cui tratterò in altra occasione. Oltre al bel politichese caro ai piddini, oltre all’eccessivo utilizzo di colla scadente per mantenere attaccate le varie componenti interne e aggregate al progetto locale, oltre all’aver voluto sottolineare più volte che tutto quel che poi decideranno davvero è legato alle “eventualità”, quel che balza immediatamente sono delle grossolane contraddizioni. La più immediata è che l’unanimità dei presenti all’assemblea significa o che l’hanno svolta senza due importanti tesserati (componenti senza voto del Direttivo) cioè Fabrizio Papponetti e Antonio Palombaro, consigliere comunale di opposizione il primo, assessore della maggioranza il secondo, o che dal 13 settembre mattina i gruppi consiliari avrebbero dovuto esser cambiati, vuoi per il riposizionamento dell’uno o dell’altro vuoi sennò per le dimissioni dell’uno o dell’altro. Non possono aver votato quel documento e restare dov’erano fino alla sera prima. Se i piddini locali hanno fatto tutto senza di loro devono avere davvero trovato già un pezzo da novanta come capolista (la), altrimenti hanno fatto davvero un progetto carico di eventualità che sanno di scuse e di equilibrismi d’altri tempi. L’altra macroscopica contraddizione è che scrivono “il Comune di Miglianico si trova ad avere il miglior bilancio della sua storia…e una mole di investimenti mai avuti prima” da realizzare. Poi annunciano che stanno costruendo l’alternativa all’attuale Amministrazione comunale sulla base di analisi di buon effetto populistico ma senza contestare un solo atto amministrativo, un solo comportamento degli amministratori. Il che farebbe pensare a mera speculazione elettoralistica per il passaggio alle regionali o a uno squallido gioco di sponda che non farebbe davvero onore all’antica coerenza di gente come Silvio De Lutiis e Gabriele Sisofo. Tra breve, annunciano i piddini in assemblea, ci sarà “un Agorà delle idee”, apostrofo a parte, si tratta di termine vezzoso più che ambizioso. Bene, le idee, se son buone, vanno sempre accolte e valutate con attenzione. Se servono a mascherare appetiti personali e rincorse alle poltrone si riveleranno meschine bolle di sapone che non basteranno a lavare la vergogna di chi le avrà lanciate.  

Vengo al fatto più importante. 

Al centro di questa settimana c’è stata la inaugurazione della nuova scuola media, che tecnicamente chiama secondaria di primo grado (i nomi lunghi nascondono sempre quel vizio ancora irrisolto della burocrazia ministeriale incapace di dare nomi semplici alle cose importanti, ndr.). Inaugurare una nuova scuola è un atto meraviglioso perché significa seminare per il futuro, aprire alla speranza, aiutare la crescita della società nella sua fase più delicata, spalancare le porte di una Comunità al mondo della cultura, del sapere, della consapevolezza e della libertà di pensiero. I miei eroici ventitré Lettori ormai sapranno tutto di quell’edificio, moderno, sicuro, efficiente, bello. Sapranno nel dettaglio come sono state superate, brillantemente e celermente, difficoltà che altrove hanno bloccato le opere e le hanno rese “grandi incompiute”, “cattedrali nel deserto”, “monumenti allo spreco del denaro pubblico”. Qui a Miglianico invece l’opera è stata compiuta, bene e bella, perfetta e senza spreco se non di polemiche sciocche. Ora, da qualunque parte si sta, va detto “Bravo” al Sindaco Fabio Adezio, va riconosciuto all’Amministrazione Comunale il pieno merito di questo risultato esemplare, che riempie di orgoglio tutti i Miglianichesi e che merita un corale applauso, una vera standing ovation, Fatto questo, obiettivamente, unanimemente e gioiosamente, poi ognuno è liberissimo di tornare nel proprio spazio a pensare quel che vuole, a odiare il Sindaco, a desiderare la fine di questa amministrazione a marchio “Miglianico Cambia”, anche adoperandosi in ogni modo più o meno palese perché questo accada a maggio del 2024. 

La cosa più bella in assoluto, però, non è stata questa inaugurazione, che pure ha segnato un momento epocale per Miglianico e la nostra Comunità locale perché erano decenni che non si inaugurava una scuola. E passeranno non pochi anni prima che accada di nuovo. La cosa straordinaria, nella straordinaria magnificenza di questo evento, è stata la preparazione dei dettagli organizzativi indispensabili per spostare tutta una scuola da un edificio all’altro svoltasi negli ultimi due tre giorni fino alle ore, direi a minuti che hanno preceduto il taglio del nastro. Chi c’è stato, stanziale davanti al bar o di passaggio, ha assistito ad un vero spettacolo organizzativo, silenzioso ed estremamente efficace così perfetto da sembrare attuato da grandi ditte specializzate, di quelle che poi fanno le serie dedicate in tv. Invece è stato il lavoro di un pugno di nostri Concittadini che si sono dati da fare senza guardare l’orologio, senza sentire il richiamo di amici e parenti dai telefonini, senza mostrare stanchezza e nervosismo. Che bravi! Che bellissimo esempio! Che onore avere tra i miei Concittadini persone capaci di tanto impegno e di tanta serietà. Meritano un grazie monumentale, un applauso di cuore, un omaggio lungo e sincero fatto di ammirata riconoscenza civica.     

Care Amiche e cari Amici, in presenza di tanta realizzazione e di una siffatto spettacolo organizzativo oltre che di cotanta affluenza di pubblico, ho chiesto alle mie sentinelle del web se ci siano state tracce di questo evento epocale nelle chiacchiere social dei “criticoni”. Immaginavo che da certi soggetti bronzo-mascherati potessero sorgere polemiche “a prescindere” o quantomeno delle ben costruite letture dei fatti e degli antefatti lontane dalla realtà ma utili alle loro speculazioni politico-amministrative. Ancora una volta, così come dopo la inaugurazione della “Passeggiata dannunziana”, nulla è emerso, almeno nulla che abbia destato l’attenzione delle mie sentinelle del web. A fronte di tanta realizzazione, con stucchevole stile e cadenza, quel che resta dell’insieme-che-divide pare continui a annunciare i turni dell’autovelox (sic). Poi è sbucato fuori un altro essere dalla giungla di Facebook, un altro soggetto Facebook con tanto di stemma che è palesemente quello di una probabile lista per le prossime comunali. Contenuti, a quanto mi riferiscono, prossimi allo zero come quantità e qualità civica, una sola uscita, scioccamente populista, non meriterebbe neppure lo zero. Sfriculiati dall’Amico Mimmo Cicchitti si sono malamente difesi arrabattandosi in una serie di giustificazioni che sono come le scatole cinesi, senza contenuto. Mimmo, mi hanno raccontato, ha rimproverato la mancanza di lealtà perché quella pagina Facebook non è attribuibile chiaramente a donne o uomini di Miglianico o anche non di Miglianico. Lo ha fatto in maniera decisa, forte, evidentemente voleva provocare un forte chiarimento. Nulla di male. Bastava rispondere “Mimmo, ti sbagli, firmato……”. Era l’unica cosa da fare. È stata l’unica cosa non scritta. I ghost-writer di quella pagina Facebook, per giustificare il proprio anonimato, ingiustificabile se non con un pizzico di furbesca codardia, hanno fatto esempi di altre pagine tirando dentro “Viva Miglianico”. Non c’era polemica in quell’arrampicarsi sugli specchi. Non ne metto. Del resto non meritano neppure la citazione. Infatti non li cito. Ricordo a chi muove i fili di quel giocattolo che ogni scritto pubblicato su “Viva Miglianico” ha il suo autore e la sua firma. Parte di quanto scritto qui è diventato un libro, che ha un autore e camei di un altro autore, che hanno nome e cognome e con quelli firmano, sempre. E firmeranno anche il prossimo libro. Così si fa, normalmente, semplicemente, onestamente: uno scrive e firma. Così chi legge sa chi è l’autore dello scritto. Si presentano idee, critiche, fantasie, racconti, sciocchezze, genialità e si firma, sempre. Così chi vuol applaudire sa chi va applaudito e chi vuol criticare, controbattere, maledire o anche ignorare sa chi è il soggetto a cui si rivolge. Non si tratta di strategia mediatica ma di vecchia, inossidabile, incontestabile buona educazione, di lealtà, anche di coraggio delle proprie idee visto che presumono di averne. 

In fondo è la democrazia. 

Buona Domenica             

 

  

Joomla templates by a4joomla